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Il Regolamento UE sulla privacy (GDPR) garantisce maggiore sicurezza dei dati. Favorevole o contrario?

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Pescara, 13 giugno 2018: Questa settimana su ProVersi.it è stato pubblicato un approfondimento sul Regolamento (UE) n. 2016/679, General Data Protection Regulation (GDPR), testo di riferimento a livello europeo in materia di privacy, entrato in vigore il 25 maggio 2018.

L’impostazione del GDPR, nell’introdurre una maggior tutela del dato personale, fa leva sul principio di responsabilizzazione del titolare del trattamento e introduce una nuova figura specializzata, il Data Protection Officer. Il Regolamento, che ha l’obiettivo di uniformare le discipline degli Stati membri in materia di privacy, non è stato ancora assimilato al meglio, soprattutto da enti pubblici e piccole e medie imprese. Tuttavia, i dubbi e le polemiche seguite all’entrata in vigore sembrano dettate più dalla scarsa conoscenza della materia che da un’inadeguatezza del testo normativo.

Per i favorevoli, il Regolamento spinge verso l’omologazione delle discipline preesistenti negli Stati membri ed esprime concetti chiari e semplici. Il GDPR rende armonico il trasferimento dei dati e incide sulla scarsa competitività delle imprese europee che, offrendo maggiori garanzie, possono così aspirare a collocarsi al pari delle grandi aziende mondiali.Esso responsabilizza titolare e responsabile del trattamento dati e spinge verso investimenti sulla sicurezza e sulle competenze in materia di privacy. Il Regolamento vuole porre l’attenzione su una maggior consapevolezza dell’utente nella tutela dei propri dati personali. Esso rappresenta anche una guida per adeguarsi al nuovo concetto di privacy. Le sanzioni previste dal GDPR sono adeguate per punire le multinazionali che sfruttano, senza regole, i dati personali della gente.

Per i contrari, il GDPR ha messo da parte forse troppo presto il Codice della privacy italiano. L’Italia è da sempre pioniera in materia e per affrontare un cambiamento così radicale è necessario proporre incentivi a soggetti e imprese. Inoltre, la figura del Data Protection Officer è difficilmente inquadrabile.
Nella maggior parte dei casi le regole del GDPR non sono state applicate o sono state interpretate in maniera errata. Occorre far chiarezza.
L’esercizio della delega da parte del governo italiano è slittato al 21 agosto per la mancanza del parere delle Commissioni speciali. L’Italia rischia, inoltre, l’eccesso di delega per l’abrogazione del preesistente Codice della Privacy: una forzatura dettata dal timore di incorrere in sanzioni da parte dell’UE.
Il Regolamento lascia più di qualche dubbio in capo alle aziende, che non comprendono bene ove sia la semplificazione nelle procedure. Si rischia anzi una penalizzazione dell’economia, dato che i mercati non vengono affatto riequilibrati dalla sua entrata in vigore.
Il GDPR sembra destinato quasi esclusivamente alle imprese di grosse dimensioni e agli enti pubblici.
Le sanzioni introdotte dal GDPR sono, infatti, assolutamente sproporzionate e sembrano create ad hoc per le multinazionali, visti i vari scandali sulla violazione dei dati personali che hanno riguardato grandi agenzie e social media. C’è poi il rischio che le grandi aziende spostino le proprie sedi centrali in paesi con sanzioni e regole meno rigide. Urge un intervento per definire quantomeno una forbice più ragionevole tra minimo e massimo della pena.
Leggi la discussione: http://proversi.it/discussioni/pro-contro/191-il-regolamento-ue-sulla-privacy-gdpr-garantisce-maggiore-sicurezza-dei-dati
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Com. Stam./foto fonte www.proversi.it

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