Cronaca

Individuati dai CC gli autori della rapina a mano armata avvenuta a gennaio 2023 davanti l’ufficio postale di Castel Maggiore, ai danni di un furgone portavalori

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Bologna, Budrio (BO) e Cerignola (FG): I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna, coordinati dal Pubblico Ministero Maria Gabriella Tavano,

hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, nei confronti di tre italiani di 46, 37 e 36 anni; il primo è originario di Bologna mentre gli altri due della provincia di Foggia, pregiudicati, sospettati di rapina aggravata, porto in luogo pubblico di armi e ricettazione. I fatti risalgono alla rapina a mano armata avvenuta verso le ore 8 del 27 gennaio 2023 ai danni di un furgone portavalori nei pressi dell’ufficio postale di Castel Maggiore (BO). I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna, al termine di un’articolata attività d’indagine, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna e svolta anche con l’ausilio di attività tecniche, hanno individuato i tre uomini, i quali, tutti con il volto travisato da passamontagna e armati di pistole e fucile, hanno portato a termine la rapina. Nella circostanza, due dei tre uomini appartenenti al commando, hanno aggredito e rapinato una delle due guardie giurate, mentre, appena scesa dal portavalori, si è diretta verso l’ingresso dell’Ufficio postale con in mano un sacchetto contenente la somma di denaro contante pari a 60.000 euro. Il terzo uomo, invece, armato di fucile a pompa, ha tenuto bloccato all’interno del furgone portavalori la seconda guardia giurata. Durante l’aggressione, oltre al bottino è stata sottratta anche la pistola alla guardia giurata, la quale, nella circostanza, non è riuscita ad estrarla dalla fondina a causa della velocità con la quale si è svolta la rapina. Portata a termine l’operazione, durata complessivamente pochi minuti, il commando si è velocemente dileguato a bordo di due veicoli rubati aventi le targhe clonate. Al termine dell’attività, sia il 46enne che il 36enne sono stati tradotti in carcere, il 37enne, invece, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Durante le indagini è emerso anche un quarto complice, un 34enne originario della provincia di Foggia, non destinatario di misura cautelare ma attualmente indagato.

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