Spettacoli

Teatro Vittoria – L’uomo, la bestia e la virtù – di Luigi Pirandello

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Dal 5 al 10 dicembre 2023 L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello regia di Luca Ferrini con Alessandra Mortelliti, Luca Ferrini, Marco Cavallaro, Alberto Melone, Chiara Del Francia, Antonia Di Francesco, Denis Persichini e Ludovico Colonna scene BN Studio – costumi Zena Diamantakosluci e fonica Davide Sapienza Produzione Alt Academy

Tratta dalla novella Richiamo all’obbligo (1906), quest’opera (del 1919) venne rappresentata per la prima volta a Milano, al Teatro Olimpia, il 2 maggio 1919. Unico lavoro di Pirandello ad avere i tipici caratteri comici della farsa, tratta la storia del professor Paolino, uomo in grande ambascia. Da tempo, infatti, lui è diventato l’amante segreto della signora Perella (madre d’un ragazzo cui impartisce lezioni private) per consolarla dalla solitudine e dall’abbandono in cui è lasciata dal marito, un brutale capitano di lungo corso, che si è fatto una seconda ed illegittima famiglia in un altro porto. Se nonché ora la signora Perella è incinta – e non certo di suo marito che non s’accosta più a lei da anni. Per evitare lo scandalo e il disonore della ‘virtuosa’ signora Perella c’è un solo mezzo: che il capitano, in arrivo alla sera e di nuovo in partenza il giorno seguente, non trascorra la notte barricato nella sua stanza – com’è solito fare – ma compia una volta tanto il suo dovere di marito. Se il signor Paolino, con l’aiuto del suo amico dottore riuscirà a somministrare furtivamente al riottoso lupo di mare un afrodisiaco che possa sortire il suo effetto, la virtù sarà salva, lo scandalo evitato e la morale trionferà. Una delle più comiche e feroci satire contro l’umanità e i suoi astratti valori. L’essere umano indossa una maschera che occulta la sua vera natura, ma viene giudicato per la maschera che indossa. È il paradosso borghese che Pirandello ha estremizzato in questo ‘apologo in tre atti’ come egli stesso lo definisce. L’ennesimo gioco delle parti e delle maschere annidato dentro una società che celebra il trionfo dell’ipocrisia e del perbenismo. L’amore come sentimento autentico, pulito e sincero è sporcato dallo stratagemma, poiché pur di mantenere “onore” e “rispettabilità” si abbraccia con spregiudicata naturalezza l’ambiguità, si sceglie la strada della doppiezza. La società infatti, apprezza le buone maniere e spesso si accontenta solo della parvenza.

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