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Acciaierie d’Italia: Assistiamo all’ennesimo déjà vu …

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“L’invito al senso di responsabilità rivolto dal Ministero del Lavoro alle OO.SS. e ad Acciaierie d’Italia durante l’incontro del 16 u.s. circa gli aspetti legati alla richiesta di CIGS,

è stato totalmente disatteso e rigettato al mittente da parte dell’azienda”, così si esprime Alessandro Dipino, per conto della Segreteria Provinciale UGL Metalmeccanici di Taranto.

Il Ministero, infatti, aveva chiesto di aprire un confronto presso ciascun sito produttivo su 4 aspetti:

  • Investimenti;
  • Analisi di dettaglio e confronto sul numero dei lavoratori da collocare in CIGS;
  • Rotazione equa del personale da porre in CIGS;
  • Integrazione salariale.

Archiviato il primo punto nella giornata di venerdì 18 u.s. in cui l’azienda si era impegnata nell’illustrazione delle attività svolte e negli investimenti attuati ed in programma, quest’oggi ha ritenuto plausibile ricondurre l’analisi di dettaglio relativo al numero dei lavoratori da collocare in CIGS ad un mero resoconto, evitando di entrare nei dettagli e nel confronto, necessario ad una eventuale riparametrazione degli stessi numeri che potessero emergere dall’analisi degli organici e delle attività svolte.

Pertanto, l’esame comparato tra le OO.SS. e Acciaierie d’Italia si è reso vano,considerata l’indisponibilità  da parte dell’azienda, arroccata ancora una volta sulle proprie posizioni di “indiscutibilità assoluta” e dichiarando che tali discussioni siano da trattare sui tavoli ministeriali.

UGL Metalmeccanici ha evidenziato che i termini per una trattativa sulla CIGS, tanto auspicata dal Governo, sono in prossima scadenza e che aspetti così tecnici non possano essere affrontati ai tavoli ministeriali.

Notiamo ancora una volta carenti relazioni industriali, assistiamo ad una mera notifica di numeri riportati su una tabella, per cui basterebbe l’invio di una e-mail; in realtà noi desideriamo instaurare delle relazioni concrete e fattive passando attraverso il confronto e la discussione per poi tentare di addivenire ad un accordo attraverso “un passo in avanti” da ambo le parti.

Tutto questo non si è registrato con l’inevitabile abbandono del tavolo da parte dell’azienda.

“Ancora una volta non abbiamo registrato un segnale positivo che possa finalmente dare fiducia ai lavoratori tutti”, conclude Dipino.

Com. Stam.

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