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35° Anniversario dell’omicidio del Capitano Mario D’Aleo, dell’Appuntato Giuseppe Bommarito e del Carabiniere Pietro Morici

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Oggi ricorre il 35° anniversario dell’omicidio per mano mafiosa del Capitano Mario D’ALEO, dell’Appuntato Giuseppe BOMMARITO e del Carabiniere Pietro MORICI.

Alle ore 09:30 a Palermo in via Cristofaro Scobar, sul luogo dell’eccidio, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata Giovanni NISTRI, del Comandante Interregionale “Culqualber” Generale di Corpo d’Armata Luigi ROBUSTO, del Comandante della Legione Sicilia Generale di Brigata Riccardo GALLETTA e dei famigliari dei caduti, sono stati resi gli onori ai militari e deposta una corona d’alloro.

Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, dopo avere ringraziato i bimbi e le maestre presenti, ha rivolto un caloroso abbraccio ai familiari dei colleghi che oggi vengono ricordati  perché, ha osservato l’Alto Ufficiale,  l’Arma non dimentica il  sacrificio dei propri uomini e delle proprie donne. 

“Conoscevo il Capitano D’Aleo che era mio anziano d’ accademia, ne conoscevo lo sguardo, gli occhi ed il suo modo di parlare, mentre non conoscevo personalmente l’appuntato Bommarito ed il Carabiniere Morici, ma li ho conosciuti leggendo e ascoltando”

Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri  ha ricordato che le cause del loro omicidio sono da ricercare nell’attività investigativa che i militari conducevano in riferimento alle famiglie mafiose di Monreale e San Giuseppe Jato nonché alla ricerca degli autori dell’omicidio per mano mafiosa del Capitano Basile, che aveva preceduto il Capitano D’Aleo  quale comandante della Compagnia di Monreale.

In quel periodo, si viveva in un contesto storico sociale particolare, gli anni dell’attacco allo Stato  tra il 1977 ed il 1992,   in cui  diverse sono state le vittime dei servitori dello Stato.

Morti non inutili, perché grazie al loro sacrificio sono stati fatti grandi passi avanti nella lotta alla mafia,  instaurando nuove strategie, disarticolando l’associazione mafiosa  e individuando le nuove leve delinquenziali.

In memoria dei nostri tre eroi, oggi, a Balestrate (Pa) si inaugura un centro di aggregazione giovanile intitolato ai caduti e dedicato propri ai giovani a cui appartiene il futuro.

Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha concluso ringraziando i tre militari per il loro esempio e la loro figura a cui lo Stato e l’Arma sono responsabilmente vicini e grati per l’esempio dato a tutta la nazione.

A seguire, a Monreale (Pa), in via Venero, è stato deposto un cuscino di fiori ai piedi della lapide che ricorda i tre appartenenti all’Arma, allora effettivi alla Compagnia Carabinieri di quel comune.

Alle ore 12:25 a Balestrate (Pa), in via E. Loi si è svolta  la cerimonia di intitolazione e inaugurazione del centro di aggregazione giovanile intitolato ai tre decorati.

La signora Bommarito nel commemorare il sacrificio del fratello Giuseppe ha voluto ringraziare l’Arma dei Carabinieri e il Comandante Generale, Gen C.A. Giovanni Nistri, per le bellissime parole pronunciate a Palermo in via Scobar.

Don Luigi Ciotti ha inviato i giovani a non smettere di sognare e a seguire il solco dell’esempio dei tre Carabinieri.

Il Sindaco del comune,  dott. Vito Rizzo, ha voluto poi sottolineare l’importanza dell’iniziativa.

Il Comandante Interregionale “Culqualber”,  Generale di Corpo d’Armata Luigi ROBUSTO, nel portare a Balestrate il saluto del Comandante Generale, Gen. C.A. Giovanni Nistri, e nel ringraziare i presenti e i famigliari, ha voluto ricordare i tre Carabinieri definendoli uomini coraggiosi e generosi e ribadendo che il loro sacrificio non è stato vano perché ha lasciato dolci frutti.

Nel ricordare inoltre che oggi si inaugurava un centro di aggregazione giovanile, ha invitato gli adulti ad aggregarsi come loro che nascono per aggregarsi e giocare lealmente e felicemente insieme seguendo le regole, senza tradire.

Ha poi con grande emozione riferito di aver conosciuto il Capitano D’Aleo, in quanto suo compagno di corso alla scuola Ufficiali, e di averne sempre apprezzato il sorriso, il coraggio, l’entusiasmo e la lealtà.

Ha, infine, sottolineato come la divisa del Carabiniere possa essere indossata da tutti perché è anche l’abito di qualsiasi cittadino che serve, onora e crede nello Stato e che, attraverso il sacrificio condiviso, può aspirare ad una vita migliore, in quanto solo con i fatti possiamo onorare il sacrificio di Mario, Giuseppe e Pietro.

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