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Lavoro, Assosistema Confindustria oggi in audizione alla Camera sulle disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo

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Il Direttore Generale di Assosistema Confindustria, Matteo Nevi:” il salario minimo non risolve il problema del dumping. Il ricorso alla contrattazione collettiva unica via per definire una giusta retribuzione”.

Roma. Oggi Assosistema Confindustria, con il Direttore Generale Matteo Nevi, è intervenuta alla Camera in commissione Lavoro, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.

“La vera garanzia del salario – commenta il Direttore Nevi – è da ricercare nella contrattazione collettiva che in Italia ha un grado di diffusione superiore all’80% dei settori coperti. Introdurre un salario minimo servirebbe solo a creare una concorrenza tra legge e autonomia negoziale e ad incentivare la fuga dalla contrattazione collettiva verso una regolamentazione tra privati”.

“Non dobbiamo svuotare i contratti collettivi dei loro contenuti – prosegue Nevi – ma, anzi, come dispone la Direttiva europea, dobbiamo incentivare Il ricorso alla contrattazione. È impossibile pensare ad un salario minimo e ad una giusta retribuzione se non si trova una soluzione compiuta e in tempi brevi sulla misurazione della rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali e Datoriali nonché dei perimetri contrattuali a cui si applicano i contratti, ancora oggi in discussione al CNEL. Il trattamento economico minimo previsto nei contratti è la prima risposta al salario minimo e c’è da anni, non bisogna inventarsi nulla. Pertanto è necessario continuare a dare seguito al testo unico sulla rappresentanza siglato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil”.

“Se dobbiamo e vogliamo risolvere il problema del dumping contrattuale la strada non è il salario minimo, ma occorre mettere insieme una serie di interventi normativi chiari e puntuali che permettano l’emersione di tutte le differenti forme di dumping oggi presenti.  Se la mia azienda svolge una specifica attività – continua Nevi – non può applicare il contratto relativo ad un altro settore, anche questa è una chiara forma di dumping sul quale invitiamo il legislatore e la commissione ad una attenta riflessione”.

“Dobbiamo – conclude Nevi – evitare che interventi generalistici come quello del salario minimo generino effetti distorsivi all’interno delle relazioni industriali che sono da sempre un elemento fondante dell’esercizio dell’autonomia negoziale del nostro Paese e che dobbiamo custodire perché segno di un percorso democratico sancito chiaramente anche dalla nostra Costituzione”.

Com. Stam. + foto

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