Spettacoli

IL CORTILE di Scimone/Sframeli allo Spazio Franco

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Tra i più fortunati spettacoli della compagnia messinese, vincitore del Premio Ubu come migliore Novità Drammaturgica, regia di Valerio Binasco

Ci avviamo verso la conclusione di questa stagione teatrale che ha visto ripartire i teatri e le loro programmazioni senza non poche difficoltà, una stagione che ha dovuto far fronte agli utlimi scampoli delle limitazioni (ministeriali) e alle naturali diffidenze da parte del pubblico che però, poco a poco, è tornato a riempire le sale, premiando l’offerta di qualità e dimostrandosi capace di riconoscere il valore della proposta artistica. Non è ancora tempo di bilanci, perché questa coda di stagione promette ancora grandi successi, almeno allo Spazio Franco dei Cantieri Culturali alla Zisa.

Continuano infatti gli appuntamenti della rassegna SCENA NOSTRA-il cuore oltre agli ostacoli, il focus sulla migliore scena contemporanea nazionale che ha ottenuto un grande riconoscimento in termini di partecipazione di pubblico per molti dei titoli proposti, riuscendo a garantire sempre una alta qualità delle proposte, spaziando da lavori inediti e al debutto creati proprio allo Spazio Franco, offrendo agli artisti residenze artistiche per le proprie creazioni, sino ai grandi successi di artisti affermati. È il caso della Compagnia Scimone-Sframeli che venerdi 22 aprile e sabato 23 aprile (ore 21.15) presenterà il fortunatissimo spettacolo IL CORTILE, con la regia di Valerio Binasco, vincitore del Premio Ubu come Miglior Novità Drammaturgica, che li ha consacrati al grande pubblico e all’attenzione nazionale e internazionale dei migliori teatri europei, dando vita a un percorso di creazione che ha reso il duo composto da Spiro Scimone e Francesco Sframeli tra i più prolifici degli ultimi 20 anni, ricevendo riconoscimenti sia in Italia che in Europa.

Lo spettacolo è il 3zo e ultimo degli spettacoli che lo Spazio Franco realizza con la collaborazione della Rete Latitudini, che ne cura il tour siciliano: un sodalizio importante quello tra Spazio Franco e Latitudini, che consolida il ruolo importante di entrambi nel panorama teatrale siciliano, caratterizzando la propria collaborazione nel riuscire a essere contemporaneamente luogo di creazione e produzione artistica contemporanea di artisti siciliani e spazio di programmazione delle migliori espressioni della scena contemporanea italiana, presentando spettacoli che in altre città italiane calcano palcoscenici (più) prestigiosi ma che a Palermo non suscitano l’interesse delle realtà corrispondenti sul territorio.

Spiro Scimone, attore e drammaturgo di grande incisività e Francesco Sframeli, attore dal grandissimo talento naturale, formano oramai da anni un gruppo che i festival nazionali e internazionali si contendono. E sebbene i maggiori successi li abbiano raccolti all’estero, soprattutto in Francia, a conferma del fatto che nessuno è profeta a casa sua, sono da considerarsi come punto di riferimento di una nuova scrittura forte e agguerrita che si è presa meritatamente il suo spazio, laddove altro ancora ne meriterebbero, con un teatro che assorbe i grandi riferimenti del teatro internazionale ( da Pinter a Beckett sino a Pirandello) per restituire uno spaccato originale e fortemente contemporaneo.

Lo spettacolo IL CORTILE è un testo di grande verità e allo stesso tempo completamente surreale. I protagonisti vivono fra vecchie motociclette e spazzatura in una discarica degna di qualche desolante suburbio della più povera delle metropoli. Sono tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per i tempi migliori. Viene evocata una quotidianità grottesca ma, a ben vedere, non dissimile dalla realtà, dal degrado e dall’angoscia che ci circondano. Peppe, Tano e Uno non hanno più la cognizione del tempo, ma ancora tanta voglia di vivere. Sono solo tre uomini-bambini con i loro piccoli gesti, con il bisogno d’ascoltarsi, con il gusto del gioco. Disperati all’apparenza, nel loro cortile nessuno può togliergli il piacere di giocare. Non sappiamo da dove vengono, né quale rapporto li leghi. Lo spettacolo alterna crudele astrazione e poetico realismo, innesta le domande più aspre del presente nelle piccole ossessioni della quotidianità, con un ritmo comico e una precisione che non lasciano scampo. Il tragico ha anche effetti esilaranti: si ride molto, ma senza mai smettere di pensare.

 Così, invece di richiamarci al solito Pinter, bisognerà citare Beckett, anche se, come nelle opere precedenti, non si va aldilà di una suggestione o di un omaggio, perché altra è la tematica rispetto ai due maestri; e diverge l’orchestrazione dei dialoghi che, anche nell’italiano di questo lavoro, serbano la ricerca di musicalità dei pezzi in messinese, servendosi qui di piccole ellissi per mimetizzare le particelle che si rincorrono, mentre evolvono una trama concisa di domande affannose e di risposte che non spiegano. Eppure il carattere surreale e la naturalezza nel fronteggiare situazioni estreme trasmettono una sensazione di stupore già alla lettura; e non smetteranno di far ridere nei duetti scenici di Spiro Scimone e dell’inseparabile Francesco Sframeli, anche se la tragedia è più incombente che mai, anzi viene ostentata, per quanto la si sposti sempre un passo più in là, secondo la predilezione del grande irlandese per le opere tra il pianto e il riso, come Fin de partie e Oh les beaux jours, per non dire del film autonegatorio che affidò a un re del comico quale Buster Keaton.”

[Una premessa di Franco Quadri a ”Il cortile” di Spiro Scimone edizioni Ubulibri – La collanina 26)

Bio

COMPAGNIA SCIMONE SFRAMELI

Nasce nel 1994 grazie alla collaborazione artistica tra Spiro Scimone e Francesco Sframeli. In quell’anno i due attori, spinti dalla necessità di ricercare nuovi linguaggi, mettono in scena l’opera prima Nunzio scritta da Scimone e in lingua messinese. L’opera riceve il Premio IDI “Nuovi Autori” e la Medaglia D’oro IDI per la Drammaturgia, e si rivela tappa fondamentale del loro percorso artistico, grazie all’incontro con una delle figure più eminenti e autorevoli del teatro internazionale: Carlo Cecchi. L’artista, infatti, cura la regia dello spettacolo che debutterà al Festival Internazionale Taormina Arte. Con il testo Bar , Scimone e Sframeli incontrano per la prima volta la regia di Valerio Binasco e con questo vincono il loro primo Premio Ubu com Nuovo Autore (Spiro Scimone) e Nuovo Attore (Francesco Sframeli). Il testo La Festa viene messo in scena dalla Comedie Françaisa al Theatre du Vieuc Colombier di Parigi con la regia di Galin Stoev e viene inserito nel programma culturale della Presidenza Francese dell’Unione Europea per essere rappresentato, insieme a Les Precieuses Ridicules di Moliere, nei paesi dell’Est appartenenti alla Comunità Europea. A produrre invece lo spettacolo Il Cortile sono diversi importanti festival internazionali come il Festival d’Automne di Paris, il Kunsten Festival des Arts de Bruxelles e le Orestiadi di Gibellina: con questo questo testo vincono il Premio Ubu come Miglior Novità Drammaturgica, premio che rivincono qualche anno dopo anche con il nuovo testo Pali, mentre con lo spettacolo Giù vincono il Premio Ubu alla Migliore Scenografia (di Lino Fiorito). Lo spettacolo Amore vince il Premio Ubu 2016 al Miglior Progetto Drammaturgico e Miglior Allestimento Scenico. 

Gli spettacoli della Compagnia Scimone-Sframeli sono stati rappresentati in Inghilterra, Francia, Germania, Belgio, Spagna, Canada, Argentina, Portogallo, Olanda, Croazia, Grecia, Svezia e nei più prestigiosi festival europei tra i quali il Festival d’Automne de Paris, il Kunsten Festival di Bruxelles, Il Festival di Otoño di Madrid, il Festival internazionale di Rotterdam. I testi sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, greco, spagnolo, portoghese, norvegese, croato, sloveno, danese e messi in scena nei rispettivi paesi. I Testi sono anche pubblicati in Italia dalla Ubulibri, in Francia dall’Arché tradotti da

Scimone e Sframeli hanno diretto e interpretato il film Due Amici (tratto dall’opera Nunzio) e hanno vinto il Leone d’Oro come miglior Opera prima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e sono stati canti come Miglior Opera Prima sia ai David di Donatello, sia ai Nastri D’Argento sia agli European Film Awards.

Com. Stam.

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