Un generoso, quanto sconosciuto benefattore francese ha lasciato una discreta sommetta in eredità ai gatti dell’Hermitage, i simpatici quadrupedi che dal XVIII secolo stazionano nell’ex palazzo degli zar a San Pietroburgo, poi trasformato in uno dei più grandi ed apprezzati musei del mondo.
Da secoli l’edificio è “guardato a vista” da una cinquantina di gatti, lì accolti dall’imperatrice Elisabetta Petrovna per scacciare via i topi che avevano invaso la residenza imperiale e rimasti fino ad oggi come una delle tante attrazioni ammirate dai turisti, assieme alle meravigliose pere d’arte esposte nelle sale. I mici dell’Hermitage godono del privilegio di gironzolare per gli spazi del museo, coccolati dai visitatori ed assistiti da uno staff dedicato appositamente al loro sostentamento, che si basa tutto sulle donazioni degli ospiti del museo. Ma in tempi di pandemia, con i musei chiusi al pubblico o ad accessi contingentati, anche le offerte si sono ridotte ed anche i mici dell’Hermitage devono stringere la chinghia, sperando in qualche generosa occasione, come l’inaspettata, recente eredità che lo sconosciuto ammiratore francese ha da poco lasciato loro, affinché non dovessero più soffrire la fame per un po’ e magari andare via dal museo in cerca di occasioni migliori per riempirsi la pancia. La sorpresa è stata accolta ovviamente con favore dalla direzione del mueseo russo, che così potrà assicurare ancora ciotole di croccantini e leccornie varie ai padroni baffuti del sito.
Ciro Cardinale
CS