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VENGHINO SIIGNORI VENGHINO…NELLA TERRA DELLA MAFIA

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Ormai da anni si assiste – nella più totale indifferenza delle istituzioni e della politica (forse troppo impegnata ad impugnare la bandiera per usare il buon senso) – ad un fenomeno assai ripugnante, scandaloso, intollerabile.
Per noi Siciliani tutti, per i nostri figli ed anche per questa beneamata terra, vilipendiata da ogni lato.
Prima di affrontare lo speciale fenomeno però, valga una sana provocazione.
Quanti di noi – andando in Germania – avranno acquistato t-shirts con la svastica, il logo delle SS, la faccia di Adolf Hitler e scritte come “io sono ariano a morte tutti gli altri”.
Quanti andando in Egitto hanno comprato magneti da frigorifero inneggianti all’ISIS ed alla shari’a, alla jihād od alla fatwa. Con slogan come “fatti saltare in aria, morte all’infedele” od “oggi mi sento una bomba”, od andando in Grecia, l’adesivo con su scritto “Fai come a Sparta, il disabile gettalo dalla rupe”.
Leggere tali palesi cazzate suscita certo, stupore, sgomento, incredulità.
Ma allora mi chiedo come si possa – nell’indifferenza totale anche della società civile – promuovere l’immagine turistica della nostra terra associandola (spesso con emulazioni agghiaccianti) alla piaga che più la ha falcidiata.
Basta una passeggiata lungo Corso Vittorio Emanuele, via Roma o via Emerico Amari per “apprezzare” come i negozi di souvenir destinati a turisti di ogni parte del mondo siano ricolmi di maglie (anche per bimbi) con scritte del tipo “Il Padrino sono Io” ed una bella stampa di una lupara, “Minchia in Sicilia Fui, non vedo, non sento e non parlo”, “Baciamo le mani” e due belle pistole ad incrocio, “Filosofia di Sicilia” e tante altre belle buttanate che inneggiano a chi ci ha rovinato.
Non occorre ricordare quanto la “comunicazione” sia importante, quanto oggi si lotti per sensibilizzare all’eradicazione del cancro mafioso lavorando sulle giovani coscienze, girando per le scuole, parlando ai giovani per spiegare e trasmettere “alternative culturali” diverse dal codice culturale mafioso.
C’è da andare orgogliosi invece nel sapere che – magari durante una partita di calcetto a Glascow od Aulendorf – un ragazzetto biondo di 10 anni indosserà una bella magliettina comprata durante la vacanza nella terra della mafia, in cui si avverte gli avversari di stare attenti perche “Lui è il padrino”.
Ma che diamine, ci siamo fumati il cervello?
Possibile che ci si impegni a calcolare i centimetri di spazio pubblico per un bar con quattro tavolini di plastica sul marciapiede che vende granite ai turisti, si pedonalizzi – tra un po’ – anche la circonvallazione ( senza creare ancora un serio piano traffico) e quando la città sembra sotto autopsia con una struttura dilaniata dalle cicatrici ferrate che divorano alberi come in un film dell’orrore – con il manifestato intento di offrire ai turisti un immagine più bella – e poi si faccia finta di non vedere come la nostra terra e la nostra Città – nel resto del mondo – continui pervicacemente ad essere “pubblicizzata” smerdandola con il più infame dei fenomeni che l’ha divorata?!
Il buon senso – evidentemente non basta – non credo che ogni singolo rivenditore di souvenir sia “uomo d’onore”, ma – auri sacra fames – davanti ai piccioli – evidentemente – di valori e principi di affrancazione da stereotipi cancerogeni per la sua terra – il commerciante ormai smembrato dalla crisi ingravescente, se ne fotte.
Allora cosa dovremmo aspettarci noi poveri cretini, che crediamo che tale piaga possa essere sconfitta e superata? Che agiscano le istituzioni.
Troppo distratte nell’esercizio di pratiche care a Michel Jackson per accorgersene? Troppo impegnate a dire (fare, baciare, lettera …) che ad agire?
Abbiamo una Commissione Antimafia Regionale che potrebbe portare in aula la proposta, un Sindaco che con una Ordinanza potrebbe risolvere la questione in un batter d’occhio.
Ma in effetti, che fretta c’è, dove è il problema…tanto la mafia non esiste

Di Andrea Dell’Aira

KKKKK
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