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Unione della sicurezza: la Commissione colma le lacune in materia di informazione ai fini di una miglior protezione dei cittadini dell’UE

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Strasburgo, 12 dicembre 2017 Oggi la Commissione europea ha proposto di colmare le lacune in materia di informazione migliorando i sistemi di informazione dell’UE sulla sicurezza e sulla gestione delle frontiere e della migrazione e facendo in modo che essi interagiscano in modo più intelligente ed efficiente.

Le misure consentiranno lo scambio di informazioni e la condivisione dei dati tra i diversi sistemi e faranno sì che le guardie di frontiera e i funzionari di polizia possano accedere alle giuste informazioni esattamente quando e dove ne hanno bisogno per adempiere alle loro funzioni, assicurando nel contempo i più elevati standard di protezione dei dati e il pieno rispetto dei diritti fondamentali. Alla luce delle recenti sfide in materia di sicurezza e migrazione, la proposta garantirà una maggior sicurezza dei cittadini europei, facilitando la gestione delle frontiere esterne dell’UE e aumentando la sicurezza interna.

Il primo Vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha dichiarato: “La rapidità conta quando si tratta di proteggere i cittadini dal terrorismo e di salvare vite umane. Al momento, i sistemi di informazione dell’UE in materia di sicurezza e di gestione delle frontiere funzionano separatamente, rallentando in tal modo le attività di contrasto. Grazie alla nostra proposta essi diventeranno pienamente interoperabili. Ciò significa che in qualunque regione dell’UE i servizi di contrasto saranno in grado di operare direttamente e all’istante, con tutte le informazioni disponibili.”

Il Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, DimitrisAvramopoulos, ha dichiarato: “Oggi poniamo il tassello finale e più importante del nostro impegno verso l’eliminazione delle lacune e delle zone d’ombra dai nostri sistemi di informazione riguardanti la sicurezza, le frontiere e la migrazione. D’ora in poi, le guardie di frontiera, le forze di polizia e i servizi dell’immigrazione avranno le informazioni giuste al momento giusto per svolgere il loro lavoro. Si tratta di un’iniziativa faro dell’attuale Commissione ed esorto quindi i colegislatori a farne anch’essi una loro priorità e a completare i loro lavori entro la fine del 2018.”

Il Commissario per l’Unione della sicurezza, Julian King, ha dichiarato: “I terroristi e i responsabili dei reati più gravi non dovrebbero riuscire a passare tra le maglie della rete e sfuggire ai controlli. Si tratta di un modo nuovo e ambizioso di gestire e utilizzare le informazioni esistenti: un modo più intelligente e mirato che porrà un freno all’uso di identità multiple, renderà più efficaci i controlli di polizia e collegherà i diversi sistemi per proteggere i cittadini dell’UE, garantendo nel contempo la protezione dei dati fin dalla progettazione e in modo automatico.”

Attualmente i sistemi di informazione dell’UE non interagiscono: l’archiviazione separata delle informazioni in sistemi tra loro scollegati le rende frammentate, complesse e difficili da utilizzare. Vi è quindi il rischio che alcune informazioni sfuggano alle maglie della rete e che i terroristi e i criminali eludano l’identificazione usando identità multiple o false, mettendo così a repentaglio la sicurezza interna dell’UE e rendendo più difficile la gestione delle frontiere e della migrazione. Le misure proposte oggi colmeranno tali lacune e faranno in modo che le informazioni fornite alle guardie di frontiera e ai funzionari di polizia siano complete, accurate e affidabili. I nuovi strumenti consentiranno di individuare meglio le persone che costituiscono una minaccia non solo all’atto dell’attraversamento delle frontiere dell’UE, ma anche quando si spostano all’interno dello spazio Schengen. Dal controllo incrociato e simultaneo delle informazioni contenute in banche dati diverse e semplificando l’accesso da parte delle autorità di contrasto, i nuovi strumenti segnaleranno rapidamente alle guardie di frontiera o ai funzionari di polizia l’uso di identità multiple o una frode d’identità da parte di una data persona. Essi, inoltre, aiuteranno ad individuare meglio le persone vulnerabili quali i minori non accompagnati, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della protezione dei dati.

Collegare i sistemi ed eliminare le zone d’ombra

La proposta odierna introduce nuovi elementi volti a rendere più intelligente e mirato l’uso delle informazioni disponibili nei sistemi attuali e futuri. Ciò permetterà alle autorità nazionali:

  • il miglior uso possibile dei dati esistenti. Un portale di ricerca europeo fungerà da “sportello unico” disponibile sullo schermo di un computer per la verifica dei documenti di identità da parte delle guardie di frontiera o dei funzionari di polizia. Anziché dover decidere in quale banca dati effettuare il controllo di una particolare situazione, i funzionari saranno in grado di attivare la ricerca simultaneamente sui diversi sistemi di informazione dell’UE. Ciò colmerà definitivamente la carenza di informazioni e darà subito ai funzionari una visione completa della situazione di una data persona;
  • l’individuazione delle identità multiple e il contrasto alle frodi di identità. Unservizio comune di confronto biometrico utilizzerà i dati biometrici, quali le impronte digitali o le immagini del volto, per esplorare le banche dati esistenti e consentire l’individuazione delle informazioni nei diversi sistemi di informazione dell’UE. Un archivio comune di dati relativi all’identità fornirà informazioni anagrafiche e biometriche di base, quali nomi e date di nascita dei cittadini di paesi terzi, in modo da consentirne l’identificazione in modo attendibile. Sulla base di questi risultati, un rivelatore di identità multiple evidenzierà immediatamente alle guardie di frontiera e ai funzionari polizia i casi di frodi di identità o di utilizzo di identità multiple;
  • l’effettuazione di controlli rapidi ed efficaci. Nell’effettuare i controlli all’interno di un paese, i funzionari di polizia saranno in grado di consultare i dati sull’identità dei cittadini di paesi terzi e di confermare chi sono, anche al fine di individuare le identità multiple.

La Commissione propone inoltre un approccio in due fasi affinché le autorità di contrasto incaricate di prevenire, indagare, individuare e perseguire gli atti di terrorismo o i reati graviattingano le informazioni di cui hanno bisogno relative ai cittadini di paesi terzi da sistemi informatici estranei al settore del contrasto. Nel pieno rispetto della protezione dei dati, tale approccio chiarisce che, in una prima fase, la ricerca venga effettuata in base al sistema “hit/no hit”. In una seconda fase, se si genera un “hit” il funzionario incaricato potrà chiedere l’accesso alle informazioni necessarie, in linea con le rispettive norme e misure di salvaguardia. Per far sì che le guardie di frontiera e i funzionari di polizia dispongano di informazioni complete e precise, saranno creati anche dei meccanismi di controllo della qualità dei dati.

Rafforzare la resilienza a tutti i livelli

Oggi la Commissione ha inoltre riferito in merito ai progressi compiuti su altri fascicoli prioritari in materia di sicurezza, tra cui le proposte legislative in corso miranti a potenziare i sistemi di informazione e la corretta attuazione e piena applicazione della legislazione e degli strumenti esistenti. La dodicesima relazione sull’Unione di sicurezza fa il punto delle azioni intraprese al fine di impedire l’accesso dei terroristi ai mezzi necessari per agire, di rafforzare la resilienza informatica, contrastare la radicalizzazione online e offline e rafforzare la dimensione della sicurezza esterna.

Contesto

Nel discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2016, il presidente Juncker ha sottolineato l’importanza di colmare le attuali lacune nella gestione delle informazioni e di migliorare l’interoperabilità dei sistemi di informazione esistenti. I recenti attentati terroristici hanno messo ancor più in rilievo questa esigenza, evidenziando l’urgente necessità di rendere interoperabili i sistemi di informazione e di eliminare le attuali zone d’ombra che permettono alle persone sospettate di terrorismo di essere registrate sotto nomi diversi in banche dati diverse non collegate tra loro.

Nell’aprile 2016 la Commissione europea ha presentato una comunicazione su sistemi di informazione più solidi e intelligenti, avviando un dibattito su come migliorare il funzionamento dei sistemi di informazione dell’UE per rafforzare la gestione delle frontiere e la sicurezza interna. Nel quadro di un processo inclusivo e trasparente, la Commissione ha istituito un gruppo di esperti ad alto livello sui sistemi di informazione e sull’interoperabilità incaricato di portare avanti questi lavori e di risolvere i problemi giuridici, tecnici e operativi per realizzare tale interoperabilità. Nel maggio 2017 il gruppo ha presentato una relazione finale in cui ha formulato una serie di raccomandazioni. Sulla base di tali raccomandazioni, la Commissione ha proposto un nuovo approccio per poter giungere, entro il 2020, all’interoperabilità dei sistemi di informazione dell’UE in materia di sicurezza e gestione delle frontiere e della migrazione e ha annunciato l’intenzione di presentare quanto prima una proposta legislativa sull’interoperabilità. A ciò ha fatto seguito una discussione congiunta tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla via da seguire in materia di interoperabilità.

Nel giugno 2017 il Consiglio europeo ha ribadito la necessità di agire e ha invitato la Commissione ad elaborare quanto prima un progetto di normativa che traducesse le raccomandazioni formulate dal gruppo di esperti di alto livello. Nell’ambito del programma di lavoro per il 2018, la Commissione ha annunciato la presentazione di una proposta sull’interoperabilità dei sistemi di informazione entro la fine del 2017.

Per ulteriori informazioni

Proposta di regolamento che istituisce un quadro per l’interoperabilità tra i sistemi d’informazione dell’UE (cooperazione di polizia e giudiziaria, asilo e migrazione)

Proposta di regolamento che istituisce un quadro per l’interoperabilità tra i sistemi d’informazione dell’UE (frontiere e visti)

 Documento di lavoro dei servizi della Commissione: valutazione d’impatto (parte 1)

 Documento di lavoro dei servizi della Commissione: valutazione d’impatto (parte 2)

 Documento di lavoro dei servizi della Commissione: Sintesi della valutazione d’impatto

Dodicesima relazione sui progressi compiuti verso un’autentica ed efficace Unione della sicurezza

Domande e risposte: L’interoperabilità dei sistemi di informazione dell’UE in materia di sicurezza e di gestione delle frontiere e della migrazione

Scheda informativa: Unione della sicurezza – Colmare le lacune in materia di informazione

Scheda informativa: I sistemi di informazione dell’UE

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