In questo periodo di incertezza, che si ripercuote pesantemente sul lavoro e i lavoratori tutti, lo smartworking ha sicuramente rappresentato una valida alternativa alla più tradizionale attività on site, naturalmente per tutte quelle categorie e figure professionali che hanno potuto utilizzare questa moderna formula; tuttavia non è priva di problematiche, di incertezze, di riflessioni, di vuoti legislativi e contrattuali, che meritano un importante approfondimento da parte del Sindacato.
Infatti, se da una parte abbiamo assistito al moltiplicarsi di lavoratori che utilizzavano questa formula, dall’altra abbiamo assistito anche ad Aziende che talvolta hanno sfruttato un certo vuoto legislativo per un utilizzo a distanza della propria forza lavoro.
Tuttavia, nell’ottica di un corretto utilizzo dello smart working, la UGL genovese propone l’apertura di un tavolo di trattativa a 360°, che valuti lo situazione presente e gli eventuali punti di caduta. Se in prima analisi non possiamo sottacere la assoluta mancanza di controlli ed intervenire a tutela del lavoratore in un luogo di lavoro sui generis, quale l’ambiente domestico, dall’altro, per quanto riguarda l’aspetto economico, si propone l’estensione del ticket restaurant anche per i lavoratori in smartworking
Vi è poi un ulteriore importante aspetto legato ai costi delle “CONNESSIONI” interne e della strumentazione dedicata, senza dimenticare la delicata questione legata al controllo del personale a distanza, al rispetto della privacy e dell’orario di lavoro. Un ottimo ambito di sperimentazione, conclude Stelvio Musicò, Segretario Territoriale di UGL Genova, potrebbe essere rappresentato dagli Enti locali, in primis i Comuni, le Città metropolitane, che potrebbero farsi parte diligente di una trattativa finalizzata a trovare un accordo per una prima regolamentazione dello smart working estendendolo almeno a tutto il 2021 e ponendo le basi per un progetto che superi il periodo emergenziale.
La Segreteria Territoriale UGL Genova
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