Cronaca

Truffe commesse a danno di anziani – bilancio dopo tre mesi dall’inizio della campagna. Video

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Positivi i primi risultati della campagna nazionale contro le truffe agli anziani, lanciata dall’Arma dei Carabinieri il 10 luglio 2024, che ha visto protagonista – quale testimonial – il celebre attore Lino Banfi, il “Nonno d’Italia”.

Il video, divenuto in poco tempo virale, ha consentito all’Arma di “entrare nelle case degli italiani” per fornire rassicurazione sociale, vicinanza e rafforzare ulteriormente il secolare rapporto di fiducia tra l’Istituzione ed il cittadino.

L’iniziativa, nata per contrastare un fenomeno in preoccupante crescita, ha già raccolto significativi risultati a pochi mesi dal suo avvio. La popolazione over comincia a riconoscere gli inganni.

Infatti, i dati forniti dai Comandi dell’Arma dislocati in tutta Italia mostrano una concreta crescita delle segnalazioni telefoniche alle centrali operative da parte degli anziani. Sono circa 7.000 le segnalazioni telefoniche ricevute dalle Compagnie operative sul territorio, di cui circa 2.500 dall’inizio della campagna. Le segnalazioni, unite alle attività investigative condotte dai reparti dell’Arma, hanno consentito da inizio anno di denunciare oltre 40.000 persone per truffe o frodi informatiche e trarre in arresto oltre 1.400 persone[1].  

Tra i raggiri messi in atto dai criminali risulta diffusa la “truffa del finto Carabiniere”. Spacciandosi al telefono per personale o collaboratori dell’Arma i malfattori ingannano anziani, costretti a consegnare denaro e oggetti preziosi. Per questa tipologia di truffa da inizio anno sono state arrestate circa 200 persone e ne sono state deferite quasi 3.000.

Il modus operandi diffuso in tutta Italia presenta modalità analoghe su tutto il territorio. Le vittime sono scelte a caso, con telefonate randomiche e poi contattate dai finti militari dell’Arma. I truffatori raggirano gli anziani inventando presunti sinistri stradali subiti da congiunti: figli, nipoti, convincendoli a sborsare somme di denaro, ma anche gioielli e orologi per ottenere la scarcerazione dei parenti. Oppure presentandosi direttamente a casa delle vittime con distintivi contraffatti, indossando cappelli da baseball o pettorine con la scritta “Carabinieri” per estorcere, anche armati, soldi in contanti e oggetti in oro approfittando del loro stato di solitudine.  

La costante attività informativa e di prossimità, portata avanti dai Reparti dell’Arma Territoriale, con particolare riferimento alle Stazioni Carabinieri che vivono quotidianamente le comunità, rappresentando punti di riferimento presenti e affidabili, continua.

Tra le attività peculiari dei Comandanti di Stazione, infatti, si ricordano:

  • gli incontri formativi con la cittadinanza, circostanza utile anche alla distribuzione di un opuscolo informativo sui consigli utili per prevenire il fenomeno criminoso;
  • la condivisione di informazioni con i direttori degli istituti di credito e degli uffici postali;
  • la collaborazione con le parrocchie, gli organi di informazione, le associazioni e le istituzioni locali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno delle truffe a danno delle fasce deboli.

[1] Dati tratti dalla Banca Dati Forze di Polizia. 

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