Lunedì 13 aprile, alle ore 9:00, più di mille operatori del bacino marmifero di Custonaci si sono dati appuntamento sotto il Palazzo della Regione Siciliana. Imprenditori, sindacati, lavoratori e amministratori locali del comparto marmifero trapanese hanno voluto incontrare il presidente Crocetta per esprimere le proprie ragioni. Il marmo, per la popolazione che vive nel territorio trapanese, costituisce una ricchezza. La sua lavorazione e commercializzazione garantisce lo stipendio a più di 3000 lavoratori e rappresenta la prima voce di export. Il valore della produzione ammonta a circa cento milioni di euro. In particolare chiedono un piano delle cave che valorizzi la produzione del marmo e che dia certezze agli investimenti e al futuro delle aziende. Inoltre, chiedono un intervento sul canone delle attività estrattive che sia certo ed equo, così da non pregiudicare la competitività delle produzioni sui mercati mondiali. «C’è un pericolo per l’intero comparto,» dichiara il sindaco di Custonaci Giuseppe Bica «perché ci sono dei ritardi eccessivi da parte della Regione, principalmente nell’approvazione dei piani regionali delle cave che rappresentano quello strumento urbanistico che consente una pianificazione corretta del territorio. Ciò comporta delle grandi difficoltà nel settore, poiché, non avendo un piano, non si possono aprire nuove attività e quelle che stanno per scadere rischiano di dover chiudere; questo determina un grandissimo danno sia per l’indotto che per il settore diretto. Il bacino marmifero di Custonaci ha una tradizione secolare, non nasce ieri, quindi è importante considerare che esisteva da molto prima che alcuni vincoli di ordine europeo si presentassero».
di: Diego Ventimiglia
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