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Sicurezza: Siulp, a 36 anni da riforma continua il processo riformatore Polizia

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Esattamente 36 anni grazie agli ideali e alla lungimiranza dei poliziotti aderenti al “Movimento Democratico per la Smilitarizzazione” di cui è legittimo e unico erede il Siulp, il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza si trasformava nella Polizia di Stato. Il parlamento, rispetto all’attacco violento e destabilizzante portato alle Istituzioni dello Stato Repubblicano negli anni di Piombo, comprese la necessità che era necessario democratizzare la funzione di polizia e smilitarizzare i suoi appartenenti, rendendoli protagonisti attraverso la sindacalizzazione e la contrattualizzazione per integrarli nella società civile anziché farli rinchiudere nelle mura delle caserme. Oggi, nel solco di quella felice e lungimirante intuizione, continua il processo riformatore iniziato dai poliziotti del movimento democratico ed attuato con la legge 121/81.

Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, in una nota nella quale ricorda il 36° “compleanno” della Polizia di Stato e del varo della legge 121/81.

Con la riforma che si sta discutendo in questi giorni presso le Commissioni I e IV della Camera dei deputati, con lo schema di decreto sulla revisione dei ruoli e delle funzioni delle Forze di Polizia, continua quel processo di professionalizzazione e valorizzazione degli appartenenti alla Polizia di Stato e soprattutto della funzione di polizia che diventerà ancora più elevata in un sistema meritocratico ed efficiente.

Aver previsto titoli di studio più elevati per l’accesso anche alla qualifica di base, unitamente al ridisegnare un nuovo ruolo degli ispettori laureati sono solo alcune delle scelte strategiche e innovative che il riordino che si sta discutendo ha previsto, nel solco dei valori innovativi contenuti nella legge 121, e che renderanno la funzione di polizia sempre efficiente ed efficace e all’altezza delle nuove e complesse sfide che ci attendono per il futuro. Aumentare la professionalità e la capacità degli operatori di comprendere le problematiche per attuare la soluzione migliore, è l’unica strada da percorrere.

Resta l’amarezza per l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. Una decisione in palese contrasto con lo spirito della legge 121 e di tutte le decisioni assunte dal parlamento in materia di sicurezza dal 1981 ad oggi, dato che anziché smilitarizzare la funzione di polizia, si è preferito militarizzare un Corpo che non è mai stato a status militare né in Italia né in nessun altro Paese in Europa.

Romano auspica almeno che i colleghi delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e degli stessi appartenenti alle Forze Armate possano avere il Sindacato, pur mantenendo lo Status militare, così come avviene in molti altri Paesi della Comunità Europea.

Com. Stam.

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