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Scuola Ufficiali Carabinieri Inaugurazione Anno Accademico 2023 – 2024

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Nella mattinata di oggi, presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Sen. Isabella Rauti, ha dichiarato aperto l’Anno Accademico 2023 – 2024, alla presenza di diverse personalità istituzionali, parlamentari, di Governo e Diplomatiche, nonché esponenti delle Magistrature, delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.

Il Comandante della Scuola, Generale di Divisione Claudio Domizi, ha dato inizio alla cerimonia illustrando le principali attività didattiche svolte dall’Istituto.

Successivamente è intervenuto il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, il quale dopo aver ringraziato le Autorità e gli ospiti intervenuti, si è rivolto ai protagonisti della giornata, gli Ufficiali Allievi della Scuola, destinati a ricoprire in futuro l’importante ruolo di Comandanti.

Ha esordito parlando del concetto di responsabilità derivante dalla stessa appartenenza ad un’Istituzione fortemente radicata nell’immaginario degli italiani che, attraverso la Storia d’Italia, è sempre rimasta ancorata alla Patria e agli italiani guadagnandosi il motto “nei secoli fedele”.

Il Generale Luzi, nel proseguire il suo discorso, ha posto l’accento su alcuni degli eventi più significativi dei gloriosi 210 anni di Storia dell’Arma, sottolineandone la costante ed incisiva presenza in quelli che, richiamando una recente sintesi storica del Presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, ha definito i tre “Risorgimenti” italiani, dove l’Arma si è sempre distinta per l’assoluta lealtà e fedeltà alle Istituzioni.

Il Comandante Generale ha raccontato dunque come nel primo Risorgimento, i Carabinieri abbiano dimostrato coraggio e sacrificio per il bene e la sicurezza delle comunità favorendo la coesione sociale e culturale all’indomani dell’Unità d’Italia, rendendo così meno distanti il nord ed il sud del Paese.

Si è poi soffermato sul secondo Risorgimento, un periodo intenso e molto significativo in cui è nata la Costituzione, nel quale i Carabinieri si sono resi protagonisti di gesta eroiche di assoluto valore, come per gli avvenimenti delle Fosse Ardeatine, dei martiri di Fiesole e del sacrificio del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto avvenuto il 23 settembre del 1943.

In riferimento al terzo Risorgimento, che ha visto l’Italia nel suo percorso del progetto europeo atto a costruire pace e sicurezza durature, ha voluto infine ricordare il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesta, figura capace di introdurre un efficace ed incisivo metodo investigativo in grado di combattere il fenomeno terroristico e quello mafioso.

Il Comandante Generale ha continuato parlando delle innumerevoli e preziose attività espletate dall’Arma oggi, come il contrasto alla criminalità organizzata (sono state arrestate oltre 1.600 persone per associazione di tipo mafioso), mettendo in evidenza l’elevata competenza sviluppata nei comparti di specialità quali: lavoro, salute, patrimonio culturale, agroalimentare e ambientale, mondo cyber e transizione ecologica.

Nel proseguire ha illustrato anche la vocazione internazionale dell’Arma, che attualmente è impegnata in 13 teatri operativi, dove espleta preziose funzioni di polizia militare e di stabilità.

In tale contesto, il Comandante ha voluto sottolineare come i Carabinieri, in particolare i reparti di prossimità (le Stazioni ed i Nuclei Forestali), non prestano sevizio nelle diverse comunità, bensì “le vivono” rappresentando un punto di riferimento certo e affidabile.

“I Carabinieri – ha precisato – come ha detto Papa Francesco lo scorso 16 settembre in occasione della commemorazione per gli 80 anni del sacrificio di Salvo D’Acquisto, non sono chiamati solo a fare il proprio dovere ma hanno una grande missione: quella di rendere più giusta e umana la società”.

In conclusione rivolgendosi con enfasi ai giovani Ufficiali allievi, ha messo in luce il concetto del comando da intendere come azione e non posizione, esortandoli ad essere entusiasti ed autorevoli nell’esercizio delle proprie funzioni senza pretendere credito per le stellette sulle spalline ed invitandoli ad ispirarsi agli esempi di eroismo e quotidiana abnegazione che hanno fatto dell’Arma un’Istituzione autentica: il luogo della Repubblica in cui si concretizzano bene comune e responsabilità sociale.

Ha preso dunque la parola il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Senatrice Isabella Rauti, la quale dopo aver portato il saluto del Ministro della Difesa ha sottolineato “l’eccellenza della Scuola Ufficiali come luogo di alta formazione e di trasmissione di esperienze, motivazioni e passioni, un sistema di valori che caratterizza l’Arma dei Carabinieri da oltre due secoli”.

La Senatrice si è poi rivolta ai giovani Ufficiali, i protagonisti della cerimonia odierna: “Voi siete la futura classe dirigente dell’Arma e la vostra scelta professionale sottende un sentimento profondo per l’Italia, un sentimento con ricadute altrettanto profonde”.

Inoltre, nel concludere ha letto un messaggio del Ministro della Difesa On. Guido Crosetto: “Voi avete la responsabilità di portare avanti una storia, voi camminate sulle spalle di giganti, da Salvo D’Acquisto ai giovanissimi martiri di Fiesole del 1944, e con questo spirito giovani Ufficiali vi auguro di continuare a crescere con la stessa determinazione consapevoli dell’importanza dei vostri sforzi e del contributo che sarete chiamati a fornire al nostro Paese, perché voi siete una parte dell’Italia. Senza i suoi Carabinieri l’Italia sarebbe un posto meno sicuro, più vuoto, meno orgogliosamente bello!”.


INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 2023 – 2024
INTER VENTO DEL COMANDANTE GENERALE DELL ‘ARMA Generale C.A. Teo Luzi

L’inaugurazione dell’ Anno Accademico ha come protagonisti gli Ufficiali frequentatori, ai quali desidero rivolgere direttamente il mio breve intervento.
Cari Ufficiali allievi, vi aspetta un lungo percorso di responsabilità, sempre più crescenti ma, al tempo stesso, sempre più gratificanti.
La prima vostra responsabilità deriva dalla stessa appartenenza ad un’Istituzione, fortemente radicata nell’immaginario degli italiani.

  • Un ‘organizzazione che compendia in sé le caratteristiche di forza militare e di polizia, con una singolare poliedricità d’impiego, che non ha eguali a livello internazionale.
    Un ‘ organizzazione salda, che ha attraversato la Storia d’Italia, nel succedersi delle forme di Stato e di Governo, restando fermamente ancorata alla Patria e agli italiani e, per questo, guadagnando il suo motto distintivo:
    “nei secoli fedele”.
    Per evidenziare il senso di questa alta responsabilità pongo a tutti voi una domanda, semplice e diretta: che ruolo hanno i Carabinieri nella storia
    d’Italia?
    Vi invito a riflettere su questo tema. Io vi darò qualche idea, toccando i punti più significativi di una narrazione che attraversa 210 anni di Storia.

L’atto che fonda l’Arma — le Regie Patenti del 13 luglio 1814 — descrive i Carabinieri come un Corpo di militari distinti “per buona condotta e saviezza” e incaricati di “contribuire alla difesa dello Stato… e di vigilare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza”. ,Un’organizzazione innovativa per 1’800, divenuta via via una delle più solide realtà del nostro Paese e che, ancor oggi, presenta connotati di grande modernità.
La presenza dell’Arma è costante nei tre Risorgimenti italiani, richiamati, con felice sintesi storica, dal Presidente emerito della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, in un recente articolo di stampa.

Il primo Risorgimento è quello che conduce all’unità d’Italia e al successivo consolidamento dell ‘identità nazionale. Fin dall ‘inizio il Corpo dei Carabinieri Reali agì per affermare ovunque legalità e ordine.
Il controllo delle città e delle contrade, attuato da piccole brigate, con ampia autonomia operativa, è stata la formula vincente per affermare l’autorità dello Stato, garantire i diritti dei cittadini e, quindi, “contribuire alla maggiore felicità dello Stato”.
I Carabinieri, scelti tra i più meritevoli figli del popolo — uomini semplici, di sani principi e coraggiosi — seppero anche favorire la coesione sociale e culturale, rendendo meno distanti il nord e il sud del Paese.
I Giovanni Maria Flick “Usi obbedir pensando Il Sole 24 Ore. I I .I I .2023.
In questa fase si saldò il legame sentimentale tra l’Arma e i cittadini, perfettamente sintetizzato nell’appellativo di “Benemerita”, utilizzato la prima volta in una relazione parlamentare del 1864 e divenuto il modo riconoscente con cui gli italiani si riferiscono ai Carabinieri.
Legame corroboratosi nei decenni successivi, con la lotta al banditismo o al soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali, quando l’identità nazionale si stava consolidando. I Carabinieri, quale Arma combattente, pagarono anche un elevatissimo tributo di sangue nella I e II Guerra mondiale, a difesa dei valori fondanti della Patria.

II secondo Risorgimento è quello della Costituzione, maturata dopo il secondo conflitto mondiale, con la guerra di Liberazione.
Nel tumultuoso periodo che seguì l’armistizio dell’8 settembre 1943, il sacrificio di tanti Carabinieri fu la chiara testimonianza della dedizione al bene comune.
Resta emblematico il martirio del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, il
23 settembre successivo.
,Poche settimane dopo, l’occupante tedesco, a Roma, catturava, con l’inganno, oltre 2.500 Carabinieri, deportandoli nei campi di internamento in Austria e Germania. Ciò anche per avere mano libera nei rastrellamenti della città a cui i Carabinieri si sarebbero opposti.
L’ Ordine Militare d’Italia, concesso Io scorso 4 novembre alla Bandiera di Guerra dell’Arma dal Presidente della Repubblica Sergio MATTARELLA — che ringrazio ancora una volta — ha ridato luce a questa pagina di eroismo diffuso.
Il prossimo 24 marzo ricorderemo gli 80 anni dalla fucilazione di italiani innocenti alle fosse ardeatine. Vi furono trucidati, con altri cittadini inermi, 12 Carabinieri.
Tra essi, il Maggiore M.O.V.M. Ugo DE CAROLIS, cui è intitolata questa caserma.
Il 12 agosto ricorrerà l’eccidio dei martiri di Fiesole che immolarono coscientemente la propria vita per salvare quella di dieci cittadini poco prima di essere fucilati dall’occupante tedesco.
Avvinti nel medesimo anelito di libertà, dal settembre 1943 all’aprile 1945, caddero oltre 2.700 Carabinieri e altri 5.000 furono deportati nei campi di prigionia in Germania. Un importante contributo alla costruzione dell ‘Italia contemporanea.

“Il terzo Risorgimento, ancora in atto, è quello dell’Italia proiettata in Europa, nelle cui fasi iniziali si consolidarono i valori costituzionali, nella prospettiva di una pace duratura e di una convivenza sicura.
L’ Arma continuò ad essere in prima linea, specie nella lotta al terrorismo e alle mafie: Istituzione a difesa delle Istituzioni democratiche!
Una difesa cha ha trovato riferimento in uno dei suoi uomini migliori:
il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che seppe individuare, con originalità e coraggio, gli strumenti per combattere mafiosi e eversori. Questa eredità investigativa, fatta di metodo innovativo e perseveranza, indirizza ancora oggi le attività d’indagine più complesse di tutte le Forze di polizia, a fianco della Magistratura.
Solo nell’ultimo triennio, i Carabinieri hanno tratto in arresto oltre 1.600 persone per associazione di tipo mafioso, con successi straordinari nella cattura dei latitanti2 e quasi un miliardo di euro di beni sequestrati e confiscati.
Oggi siamo impegnati a tutela degli ingenti investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, contro le aggressioni delle mafie mercatiste, in ascolto dei cittadini, delle autonomie locali e delle imprese, con la sensibilità che ci deriva dalla prossimità al territorio.
Da ultimo Giuseppe Morabito, Matteo Messina Denaro e Marco Raduano, che vanno a sommarsi a catture eccellenti del passato, quali Salvatore Riina, Carmine Alfieri, Paolo Di Lauro.
Dappertutto e rasoterra3 i nostri Reparti territoriali aderiscono alle puntuali esigenze delle comunità, fornendo una fitta rete di protezione che si somma all’elevata competenza sviluppata nei comparti di specialità, particolarmente cari agli italiani e affidati all’Arma: lavoro, salute, patrimonio culturale, falso nummario, ambiente e agroalimentare.
La sinergia tra comandi territoriali e reparti specializzati realizza un binomio operativo di grande efficacia, anche per accompagnare la doppia transizione del nostro Paese: digitale ed ecologica.
Il mondo cyber è un’ opportunità senza precedenti, ma presenta anche elevati rischi. Nell ‘ultimo triennio i reati telematici sono aumentati dell’ 80%, quasi sia più imprudente fare un clic sulla tastiera che lasciare aperta la porta di casa.
Pensando al futuro servizio dell’Arma, per contrastare i reati nel web, abbiamo realizzato la rete nazionale “cyber investigation”, costituita da oltre 400 militari specializzati nelle investigazioni informatiche e nelle conseguenti attività forensi. Nel contempo, sperimentiamo nuove soluzioni informatiche, basate sull’intelligenza artificiale, a sostegno delle attività di controllo del territorio, dell’analisi predittiva sul crimine e nella lotta al terrorismo internazionale.
L’obiettivo è quello di fornire nel mondo virtuale la protezione che garantiamo, da sempre, sul territorio fisico.
Il riferimento è al titolo di un libro di Giuseppe DE RITA, Presidente onorario del CENSIS, che raccoglie le analisi annuali del Centro dal 1967 al 2007 (Edizione Mondadori – anno 2017).

Ogni giorno oltre 30.000 pattuglie operano per la prevenzione e più di 1.000 uomini sono impegnati nell ‘Ordine Pubblico, nel contesto dell ‘architettura funzionale offerta dal modello di coordinamento delle Forze di polizia. Il sistema di sicurezza concepito dalla legge 121 del 1981 è divenuto un paradigma di successo. Una piattaforma solida che ha fatto del pluralismo delle Forze di polizia un moltiplicatore di efficienza, da cui oggi non è possibile prescindere nella gestione della complessità che caratterizza la sicurezza pubblica.
Quanto alla transizione ecologica, nell’era del rapporto critico tra uomo e risorse naturali, i Carabinieri esprimono — per struttura e capacità — la polizia ambientale, nel sistema di sicurezza nazionale.
7.000 Carabinieri forestali realizzano prossimità ambientale, la cui eccellenza è riconosciuta anche dalla comunità internazionale.
Contribuiamo ai Caschi verdi per l’ambiente dell’UNESCO, per la protezione di siti riconosciuti patrimonio dell ‘umanità. A Sabaudia, abbiamo avviato un Centro di eccellenza, a disposizione delle Nazioni Unite, per la formazione di operatori ambientali di diversi Paesi, specie nel continente africano.
Collaboriamo con la FAO per favorire lo sviluppo agro-alimentare in aree depresse.
D’altra parte, anche la vocazione internazionale dell’Arma affonda le sue radici nel tempo. Risale al 1855 la prima missione all ‘estero dei Carabinieri, impegnati, durante la guerra di Crimea, a mantenere l’ordine pubblico nella città di Sebastopoli.
A sostegno dell’azione diplomatica dell’Italia, oggi collaboriamo con 73 paesi e partecipiamo alle missioni di pace in 13 Teatri operativi, svolgendo, al fianco delle altre Forze armate, le nostre peculiari attività di polizia militare e di stabilità.
La formula innovativa della stability policing prendeva avvio 25 anni fa, con lo schieramento nell’area balcanica della prima MSU, poi replicata in Albania, Iraq e Kosovo. Non senza rischi. Il 12 novembre 2003 un attentato terroristico a Nassirya uccise 19 italiani e 5 iracheni.
Oggi la polizia di stabilità aspira a diventare patrimonio della dottrina strategica della NATO. Dall’esperienza maturata sono stati costituiti in Vicenza due importanti organismi.
11 comando della Gendarmeria europea (EUROGENDFOR) per la proiezione di forze in operazioni di peace keeping.
Il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU), prestigioso punto di riferimento internazionale per la formazione di quadri appartenenti a forze di polizia di paesi emergenti, in particolare di quelli africani.
D’altra parte, molti sono i Paesi che guardano con interesse al modello organizzativo dell’Arma e i rapporti istituzionali con quelle Forze di sicurezza sono oramai parte integrante del sistema relazionale dell’Italia:
dal Cile al Messico, Algeria, Rwanda, Etiopia, Somalia, Qatar, Moldavia e tanti altri Paesi.
Siamo presenti in Medio oriente dove, su richiesta degli Stati Uniti, da ottobre, due Ufficiali dell’Arma operano quali police advisors a Gerusalemme, valorizzando, per quanto possibile nell’attuale situazione di crisi, l’esperienza e le qualificate relazioni interistituzionali maturate nell ‘ambito della Missione addestrativa svolta dai Carabinieri, a partire dal 2012, a favore delle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese. Ovunque io sia stato all’estero, ho raccolto apprezzamenti per la professionalità espressa dai Carabinieri e, soprattutto, per quella singolare capacità di stare tra la gente, parlando il linguaggio universale del nostro paese, che ne fa interpreti appassionati della nostra identità e delle capacità nazionali.

Questa apprezzata attitudine non è altro che la proiezione di quella relazione privilegiata che gli uomini e le donne Carabinieri hanno saputo intrecciare in Patria con gli italiani.
I Carabinieri non prestano servizio nelle diverse comunità. Le vivono. Punti di riferimento, certi e affidabili, accanto ai Sindaci, nelle grandi città come nelle più piccole contrade.
Al riguardo, il pensiero corre ai Carabinieri in congedo — in particolare agli appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri — che continuano a diffondere i valori dell’Istituzione e della Patria tra gli italiani.
Tra questi meritano una speciale menzione i “Carabinieri ausiliari”, che fino ai primi anni 2000 hanno dato un importante contributo alla tutela della sicurezza pubblica, restando legati all ‘ Arma e accorciando la distanza tra istituzioni e cittadini.
E un fatto che la rete presidiaria dell’Arma — che trova i suoi terminali in
4.600 stazioni — nell’ultimo triennio si sia fatta carico di perseguire il 73% di tutti i reati denunciati, scoprendo il 63% dei casi risolti da tutte le Forze dell’ordine.
Un impegno intensissimo, cui resta connaturato un elevato rischio per gli operatori. Nell’anno appena trascorso, 2 Carabinieri hanno perso la vita nell’espletamento del servizio e 1.935 sono stati feriti.
Ma vi è di più.
So bene che non può esserci compensazione tra le statistiche criminali e la rilevanza del nostro impegno, che è complementare a quello delle altre Forze di polizia.
La sicurezza infatti non si esaurisce nelle attività di contrasto e di prevenzione poiché essa — come più volte sottolineato dal Ministro PIANTEDOSI — è, prima di ogni cosa, un’aspettativa: l’aspirazione di ogni cittadino a godere di “uno spazio entro il quale f…] esercitare i propri diritti politici, civili, sociali ed economici”.
L’Arma è parte garante di questo spazio: perché ogni cittadino sa che ovunque ci sia l’insegna “Carabinieri”, lì troverà il volto dello Stato che accoglie, ascolta e soccorre.
A volte, anche solo con un gesto di comprensione: semplice, ma in grado di cambiare la vita delle persone, strappandola al pericolo.

Lo scorso 16 settembre Papa Francesco, in occasione dell’incontro per gli 80 anni del sacrificio di Salvo D’ Acquisto, ha detto che i Carabinieri “non sono chiamati solo a fare il proprio dovere”, ma hanno una grande missione: quella di rendere più “giusta e umana la società”
Chiunque indossi questa uniforme porta il peso di questa responsabilità.
Ufficiali allievi, la vostra, in quanto Comandanti, è la più alta.

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