Romano (SIULP): “Richiesta codici identificativi per Forze Polizia conferma approccio ideologico e volontà di non voler affrontare concretamente la problematica
“Esprimiamo soddisfazione per la bocciatura dell’emendamento al DL Sicurezza che prevedeva ancora una volta l’introduzione dei codici identificativi alfanumerici sulle divise degli appartenenti alle Forze di Polizia.
Stante la turbolenta situazione che si registra nelle manifestazioni e nel vivere quotidiano – che ancora oggi fa registrare un’aggressione ai danni delle donne e degli uomini in uniforme ogni tre ore nel nostro Paese – conferma l’approccio ideologico di chi la richiede ma anche la volontà di non voler affrontare concretamente la problematica e il grave rischio di una escalation in tutte le occasioni di manifestazioni pubbliche. Ecco perché, ritenendo la trasparenza e la documentabilità del nostro agire, l’unica vera garanzia per i cittadini, ma anche per gli operatori, plaudiamo all’iniziativa del governo, preannunciata dai mass media, di voler introdurre, come da oltre un decennio richiesto dal SIULP, le “bodycam” su tutte le uniformi e, auspichiamo, in tutti quei luoghi ove transitano o vengono trattenuti cittadini per gli obblighi di legge o le procedure necessarie per l’identificazione”.
Così in una nota Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il primo sindacato del Comparto sicurezza e difesa, commenta l’iniziativa di +Europa con la quale è stata ripresentata la richiesta di introduzione dei codici identificativi: “A fronte degli innumerevoli sfaceli, anche con danni economici considerevoli, operati dai soliti professionisti del disordine, in ultimo quelli perpetrati nelle università durante le ultime manifestazioni pro Palestina perché forti della totale impunità, e nonostante ogni anno si registrano circa duemila feriti tra le Forze di Polizia proprio per la violenza consumata nell’ambito di pubbliche manifestazioni, appare veramente paradossale che per evitare tutto ciò la soluzione risieda nell’introduzione dei numeri identificativi. E questo se la richiesta è avanzata in totale buona fede, ma ignorando completamente cosa accade nelle nostre piazze, giacché tra le donne e gli uomini in uniforme comincia a diffondersi la convinzione che oltre al non rispetto del servizio reso a garanzia e tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, qualcuno immagini anche di introdurre elementi che li intimoriscano in modo da lasciare campo liberi ai violenti e ai professionisti del disordine. Ecco perché – conclude il leader del SIULP – attendiamo che il Governo concretizzi questa misura di introduzione delle bodycam e di tutte le altre misure che pure abbiamo rappresentato (white e black list degli organizzatori con possibilità di individuare i luoghi dove svolgere le manifestazioni tenendo anche conto dei precedenti; multe per il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dall’Autorità di P.S. o delle norme del TULPS) le quali, pur non essendo restrittive della libertà di espressione di pensiero o della libertà personale, prevedono però una sanzione immediata e certa anche per gli obbligati in solido di chi trasgredisce o da sfogo a violenza”.
Com. Stam.