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pregiudicato palermitano, volontario investitore ed omicida di un anziano

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Non era l’ennesimo caso di pirateria stradale quello che ha provocato la morte di un 73 enne palermitano, lo scorso 16 maggio, ma il tragico epilogo di una lunga contesa tra due nuclei familiari.

Nel pomeriggio di ieri, a seguito di serrate indagini, la Polizia di Stato, ha tratto in arresto, per omicidio volontario, Cosimo Geloso, nato a Palermo il 26.11.1990, pregiudicato, il quale dopo aver provocato la morte di un anziano a seguito di investimento con la propria autovettura, si è reso irreperibile per circa 48 ore.

L’arresto, eseguito dai poliziotti della Squadra Mobile, sezione “Omicidi”  è stato disposto con provvedimento di Fermo emesso dai Sostituti Procuratori dott.ssa Dessì e dott. De Flammineis.

Alle ore 16.00 circa dello scorso 15 maggio, un  73 enne, palermitano, veniva accompagnato da alcuni familiari presso l’Ospedale Buccheri La Ferla a causa delle lesioni provocate da un investimento; qui i sanitari ne constatavano le gravi condizioni, determinate anche da pregresse patologie, disponendone il trasferimento all’Ospedale Civico. La vittima sarebbe deceduta nelle prime ore del 16 maggio, a causa di arresto cardiocircolatorio.

Le indagini dei poliziotti, finalizzate a far luce sulla dinamica dell’incidente, facevano emergere come poco prima dell’investimento, si fosse verificata una vera e propria rissa tra alcuni familiari della vittima e soggetti di un altro nucleo familiare, in forte attrito con i primi per motivi economici e personali.

Gli investigatori della Sezione “Omicidi”, coordinati dal Procuratore Aggiunto, dr. De Luca e dai Sostituti, dr Dessì e dr. De Flammineis, a seguito di sopralluoghi, audizioni di testimoni e riconoscimenti fotografici, ricostruivano in poche ore gli accadimenti che avevano preceduto l’investimento della vittima, il movente dell’omicidio e la dinamica dell’incidente.

Nel pomeriggio del 15 maggio, le nipoti della vittima, due ragazze di 17 e 18 anni, nel transitare a bordo del proprio ciclomotore per le vie del quartiere Brancaccio, incontravano Cosimo Geloso  e sua moglie; a causa di vecchi rancori mai sopiti tra le rispettive famiglie, le ragazze venivano pesantemente apostrofate e fatte cadere dal ciclomotore.

Subito dopo le giovani raggiungevano il padre, il quale, appreso l’accaduto, si recava in cortile Faraone, presso l’abitazione dell’uomo colpevole di avere fatto cadere le figlie, per chiarire i motivi dell’aggressione; l’uomo veniva aggredito a sua volta  da più persone, in particolare dalle donne della famiglia Geloso, che lo colpivano ripetutamente con oggetti metallici alla testa e al corpo, provocandogli diverse ferite.

In soccorso dell’uomo interveniva anche il padre 73 enne, il quale, spalleggiato da altri parenti, riusciva a sottrarre il figlio alla furia dei Geloso, trovando riparo nei pressi della propria abitazione, nella zona di via Messina Marine.

Qui, mentre il 73 enne, in compagnia dei propri familiari, stava constatando i danni subiti nell’aggressione dall’autovettura del figlio, sopraggiungeva Cosimo Geloso.

Questi, a bordo della propria autovettura Lancia Y bianca, visti i componenti del nucleo familiare avverso, accelerava la marcia lanciando  l’auto in una folle corsa in direzione dei rivali; il 73 enne, accortosi di quello che stava accadendo, allo scopo di sottrarre la nipote diciassettenne all’investimento e quindi ad una probabile morte, si frapponeva tra lei e l’auto del Geloso, venendo investito violentemente.

Geloso, non contento, arrestava la marcia dell’auto, e, brandendo un grimaldello, colpiva, ripetutamente alla testa il figlio del soggetto investito, allontanandosi rapidamente.

Dopo l’arresto, Cosimo Geloso  veniva sottoposto ad interrogatorio dai Pubblici Ministeri, e successivamente associato alla casa circondariale Pagliarelli.

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