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Pomigliano d’Arco: Carabinieri eseguono 4 misure cautelari per tentata estorsione e turbativa d’asta aggravati dal metodo mafioso (Clan Foria)

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Il 19 novembre 2015, in Pomigliano d’Arco (Na), militari della Compagnia e del Nucleo Investigativo CC di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale DDA, nei confronti di 4 indagati: FORIA Nicola, nato a Pomigliano d’Arco (NA) il 16.08.1958; FALCO Giuseppe, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 22.02.1984; REGA Tommaso, nato a Pomigliano d’Arco il 18.11.1963; ESPOSITO Luigi, nato a Marigliano il14.04.1972; (per i primi tre è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per il quarto il divieto temporaneo di esercitare totalmente l’attività professionale di avvocato per la durata di mesi sei), ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di tentata estorsione (art. 56, 110 e 629 C.P.) e turbativa d’asta (art. 353 C.P.), con l’aggravante delle modalità mafiose (art. 7 L. 203/1991). L’indagine, sviluppata nell’arco temporale compreso tra giugno e ottobre 2015, ha consentito di documentare che gli indagati (tra i quali figura anche Nicola Foria, ritenuto attuale reggente del clan FORIA, operante sul Comune di Pomigliano d’Arco e aree limitrofe) si sarebbero adoperati per entrare illecitamente in possesso di un immobile, oggetto di un’asta pubblica a seguito di fallimento della società proprietaria, turbandone il regolare svolgimento. In particolare gli stessi avrebbero: dapprima tentato, mediante l’intermediazione di un avvocato del foro di Nola, di corrompere un imprenditore intenzionato a partecipare alla gara in questione e a presentare specifica offerta di acquisto; successivamente minacciato, in più occasioni, il citato imprenditore con metodi mafiosi. Nel corso dell’operazione, questa mattina saranno sottoposti a sequestro preventivo (artt.12 quinquies e sexies D.L. 8 giugno 1992, n. 306, convertito in legge 7 agosto 1992, n. 356) tre società operanti nel settore dell’edilizia e dei trasporti commerciali, dodici fabbricati, quattro terreni e dieci rapporti bancari riconducibili agli indagati per un valore complessivo di cinque milioni di euro.

di AMD

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