Per affrontare l’incessante emergenza rifiuti nasce il Movimento terra dei fuochi

Ancora in corso l’emergenza rifiuti in quella che è stata definita “terra dei fuochi”. Tale locuzione individua una vasta area situata nell’Italia meridionale, tra le province campane di Napoli e Caserta, caratterizzata dalla forte presenza di rifiuti tossici e soprattutto di numerosi roghi di rifiuti, donde l’appellativo. Il termine, coniato nel 2003 nel Rapporto Ecomafie curato da Legambiente, entrò a far parte del linguaggio comune grazie all’opera “Gomorra” di Roberto Saviano, che intitolò “Terra dei fuochi” l’ultimo capitolo del suo libro, volendo indicare il più grande avvelenamento di massa in un paese occidentale. E difatti è proprio di questo che si tratta; quello che avviene in quella zona è probabilmente la più grande catastrofe ambientale a partecipazione pubblica che la storia italiana abbia mai registrato. L’intera vicenda venne ufficialmente in rilievo soltanto nel 2008, quando gli inquirenti per la prima volta iniziarono un’indagine sulla politica criminale di smaltire o riciclare i rifiuti speciali bruciandoli. La pratica, denunciarono molti cittadini ai tempi, andava avanti da diversi anni, e inutili furono tutte le denunce effettuate alle istituzioni politiche e giudiziarie. Da allora sono trascorsi diversi anni, senza che nulla sia realmente cambiato. È quanto si può leggere anche nel blog www.laterradeifuochi.it. Il blog, nato grazie all’idea di Angelo Ferrillo, ha ora visto un’ulteriore evoluzione, poiché ha dato vita al Movimento terra dei fuochi, un gruppo politico con l’obiettivo di arrestare definitivamente lo scempio che sta distruggendo quelle zone e che sta facendo ammalare i suoi residenti. «Dopo dieci anni di battaglie sul territorio regionale non riscontrando interlocutori politici all’altezza delle nostre proposte, oggi sentiamo la necessità di candidarci a rappresentarle in prima persona» è quanto affermato dai promotori.