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Operazione antidroga: ” ME VIDA”

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Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bologna, coadiuvati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia  (DDA), con la collaborazione di : Direzione Centrale Servizi Antidroga (DCSA), Agenzie delle Dogane spagnola, Unitad de  Drogas  y  Crimen Organizado (UDYCO)  e Maritime Analysis and Operations Centre – Narcotis  (MAOC-N),hanno disarticolato un sodalizio criminale dedito al traffico internazionale di stupefacenti, eseguendo 3 fermi disposti dalla predetta DDA e sequestrando 506 chili di cocaina intercettati su una barca  a vela  in viaggio tra Brasile  e Spagna . Due componenti della banda erano già stati fermati al largo di Capo Verde e a Barcellona dalle autorità spagnole, nel corso delle attività congiunte.

Si tratta della conclusione di una complessa attività d’indagine, convenzionalmente denominata  “  MI VIDA ”, in corso dalla fine del 2014, che ha permesso di individuare un’organizzazione, ramificata in Italia, Spagna ,Brasile, Olanda e Martinica,  specializzata nel trasporto, sulla tratta atlantica Brasile/Canarie, su imbarcazioni gestite dal sodalizio criminale, e nell’importazione in Italia, in particolare nell’area emiliano-romagnola, di ingenti quantitativi di cocaina. Grazie  a consolidati rapporti con i cartelli della droga brasiliani, elementi di spicco del citato sodalizio, riuscivano al importare in Europa lo stupefacente, destinato al mercato emiliano-romagnolo, dove veniva affidato ad una rete di smercio al dettaglio.

Le indagini sono state avviate a seguito di un approfondimento investigativo di un’operazione dello stesso Nucleo Investigativo, coordinata sempre dalla DDA felsina, emblematicamente denominata “ BANCOMAT”, che, nel novembre 2014, aveva consentito di smantellare una banda specializzata proprio nei furti agli sportelli bancomat. I conseguenti ulteriori accertamenti  investigativi svolti hanno consentito di individuare i canali di reimpiego delle somme provento dei colpi compiuti dagli otto malviventi fermati all’epoca, rappresentanti di una “scuola” criminale, quella dei cosiddetti  “bancomattari”, attività fin dagli anni novanta.

Dalle investigazioni, nel corso del 2015, sono emersi collegamenti dei citati criminali bolognesi con altri soggetti, italiani e stranieri, attivi nel traffico internazionale di stupefacenti e, via via si è delineata una rete che consentiva l’alimentazione regolare del mercato nella romagna con flusso di sostanze stupefacenti provenienti  dal sudamerica, sovvenzionando, attraverso  consistenti somme derivanti dalle altre attività illecite, da Semilia andrea (1), Rossi Maurizio (2)  e Radoni Maurizio (3)  ed organizzato con la supervisione del pregiudicato Cardone Francesco (4 ), broker in continuo viaggio tra Spagna, Italia e Martinica che vanta contatti con il fornitore – narcotrafficante brasiliano e lo skipper spagnolo  Calvo Asturgo Gonzalo (5).

L’attività svolta dagli indagati nel settore del traffico degli stupefacenti  veniva confermata quando il 23 agosto 2015, venne intercettato un carico di 74 Kg di hashish abilmente occultati all’interno di computer desktop, custodito all’interni di un magazzino intestato alla società  “Easy Box” in via Portalupi 9, a Milano, gestito personalmente dal Cardone Francesco. Tale parallela attività di traffico di hashish proveniente da Valencia svolta dal Cardone, più semplice ed immediata rispetto all’importazione di cocaina dal Sud America, serviva sia come mezzo di sostentamento    sia come procacciamento del denaro da investire nel più costoso e redditizio  “affare” con la cocaina . Dello stupefacente, in considerazione della necessità  di proseguire le indagini sul traffico di cocaina, veniva  effettuato  un “ sequestro ritardato”, per impedire il disvelamento delle investigazioni.

Gli elementi, raccolti permettevano  di constatare che il gruppo  intratteneva rapporti regolari con il brasiliano, già emesso in altre indagini per traffico internazionale di stupefacenti, e di individuare la tratta di navigazione tra Las Palmas (nelle isole Canarie) e la costa del Brasile, come quella utilizzata dal sodalizio per effettuare i trasporti via mare dello stupefacente.

Dalle investigazioni risultava che nel periodo tra giugno e settembre il gruppo emiliano romagnolo aveva partecipato con il Cardone al finanziamento di una partita di cocaina che doveva arrivare a Las Palmas intorno ai primi di settembre , portato dallo skipper Gonzalo e dal Radoni.

Tuttavia, a causa di disaccordi tra le componenti dei gruppi criminali interessati al carico, il sodalizio emiliano romagnolo aveva perso la propria quota parte e conseguentemente, in autonomia, ha dovuto organizzarsi per una nuova partita di sostanze stupefacenti, oggetto del sequestro avvenuto il 6 marzo u.s.. Lo spessore del sodalizio emiliano romagnolo assume maggior rilievo dall’ottobre 2015 grazie alla capacità organizzativa di Rossi, Semilia e Radoni, che, senza intermediari, si relaziona direttamente con i cartelli brasiliani per l’acquisto, il trasporto e il successivo stoccaggio di ingenti quantità di cocaina . In quest’ottica di assoluto rilievo investigativo, il assume importanza la venuta in Italia nel mese di luglio 2015, a Bologna  e Rimini in particolare, del Brasiliano mentre nel mese di ottobre 2015, Rossi è stato alcuni giorni in Brasile, con una sosta tecnica di qualche settimana a Capo Verde. Il natante veniva ormeggiato per circa un mese e mezzo nel porto della città di Salvador dello Stato brasiliano di Bahia, monitorato con la collaborazione del collaterale spagnolo  (6),che, a seguito  di rogatorie internazionale, ha avviato l’indagine  “BOND” su un parallelo gruppo criminale spagnolo.

Il 4 febbraio 2016, la barca era poi riparata dal Brasile, facendo scalo il successivo 8 febbraio a Ilhabela, San Paolo. Poi, il 13 febbraio, il veliero ripartiva, percorrendo la medesima rotta a ritroso verso le Canarie, con il carico di stupefacente con a bordo solo Calvo Asturgo, mentre il Rossi si tratteneva ancora qualche settimana in Brasile per rientrare a Barcellona  il 5 marzo successivo.

Il 29 febbraio 2016, un natante dell’Agenzia delle dogane spagnole, con a bordo personale della UDYCO, salpava da Las Palmas (Canarie) per intercettare la barca. Al largo delle isole di Capo Verde, in acque internazionali, alle 7,30 del 6 marzo 2016, il gruppo d’intervento spagnolo abbordava “ LA MUSA “. A  bordo del veliero si trovavano un marinaio brasiliano, Roziz Gonide Paolo Fernando (7), e il Calvo Asturgo, che al momento dell’intervento dava fuoco all’imbarcazione nel vano tentativo di affondarla, rimanendo ustionato a   sua volta nel 30% del corpo: Domate le fiamme, a un primo controllo, si rilevava la presenza di oltre mezza tonnellata (506 chilogrammi) di sostanza stupefacente che al  narcotest risultava cocaina. I due venivano tratti in arresto e l’imbarcazione trainata verso il porto di Las Palmas  , Gran Canarie.

Al momento dell’abbordaggio del natante, Rossi Maurizio si trovava a Barcellona  dove incontrava Semilia Andrea, per scandire i tempi di arrivo al porto  di Las Palmas del veliero “LA MUSA” e , di conseguenza, predisporre il necessario per ricevere e stoccare il carico  di cocaina  in quella località. Rientrato Semilia a Bologna il giorno successivo, 8 marzo, il Rossi veniva tratto in arresto  dalla UDYCO per concorso con Calvo Asturgo  Gonzalo e Roziz Gonide Paolo Fernando  nell’importazione dello stupefacente in Spagna.

Il 16 e il 17 marzo 2016 veniva data eseguzione ai fermi emessi dalla DDA DI Bologna, nei confronti  di Cardore Francesco , Semilia Andrea e Radoni Maurizio.

Contestualmente ai provvedimenti restrittivi, venivano eseguite sei perquisizioni domiciliari, tra cui ad un’abitazione sita a Riccione, ritenuta verosimilmente la base logistica del gruppo emiliano romagnolo, nonché dei garage in provincia di Milano in uso a Cardore Francesco in relazione al citato rinvenimento del carico di hashish eseguito a Milano nell’agosto 2015.

In  accordo con le AA. GG: italiane e spagnole, in regime di rogatoria internazionale, all’arrivo del natante a Las Palmas il 19 marzo scorso, personale del Nucleo Investigativo di Bologna, con gli investigatori della UDYCO,hanno eseguito le operazioni di perquisizione del natante e l’interrogatorio  di garanzia dell’equipaggio

1 Bolognese 40enne

2 Bolognese, residente a Riccione, 48enne

3 Forvilese 44enne

4 Milanese 48enne

5 Spagnolo, residente a Barcellona, 49enne

6 Palacio National Brigada Central de Policia Judicial de Madrid, Gruppo 41 de Estupefacientes della UDYCO

7 Brasiliano 50enne

KKKKK
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