Non farla vedere a nessuno è la scritta del obitorio, si parla del corpo di Imane Fadil

“Non farla vedere a nessuno”. E’ la scritta a mano che compare sul fascicolo dell’obitorio di Milano dove si trova il corpo di Imane Fadil, una delle testi chiave del processo Ruby, morta il primo marzo e nel pomeriggio di quello stesso giorno trasferita dalla clinica Humanitas all’obitorio.

Il giallo  dell’avvelenamento anche le paure piu’ volte espressa dalla modella in passato e prima di morire al suo avvocato e ai suoi familiari. Come abbia assunto le sostanze, se qualcuno gliele ha fatte prendere o se si tratti di una disgrazia non si sa ancora, ma il procuratore di Milano, Francesco Greco, annuncia anche l’apertura di un’indagine per omicidio volontario. Un atto dovuto dal momento che la ragazza, durante il ricovero, aveva confidato a persone a lei vicine il timore di essere stata avvelenata e che una prima analisi delle cartelle cliniche descrive una “sintomatologia da avvelenamento”. E se è vero che tutte le ipotesi restano però aperte, dall’ errore medico al decesso per una patologia ancora non identificata, la vicenda appare piena di punti oscuri.

La modella non riusciva più a pagarsi un affitto e viveva in una casa infettata dai topi.

Sembra il caso di spie russe, invece parliamo di una testimone di un processo a luci rosse , che ha portato caos politico e non solo.

Proietti Cosimi

Com. Stam.