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Malattie cardiovascolari, al via iniziativa di prevenzione di Novartis

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“Nel cuore di Mazara del Vallo”: sabato 8 giugno Novartis dà appuntamento c/o Presidio Ospedaliero “Abele Ajello” per misurazioni del colesterolo e consulti gratuiti con i cardiologi del centro

Si conferma l’impegno verso la prevenzione e la gestione della grave problematica delle malattie cardiovascolari che solo in Sicilia corrisponde al 33% del totale dei decessi.

Prosegue il programma patrocinato da Associazione Italiana Scompensati Cardiaci e Fondazione Italiana per il Cuore rivolto specialmente a chi ha un maggiore rischio di incorrere in un evento acuto come infarto o ictus

Trapani, 04 giugno 2024 – Un intervento su misura quello organizzato per sabato 08 giugno 2024 dalle ore 8.30 alle ore 13.30 che offrirà gratuitamente la misurazione del colesterolo e un consulto con uno specialista cardiologo. Per potersi prenotare: www.nelcuoredellatuacitta.it

In pochi minuti, tramite pungidito[1], sarà possibile conoscere i livelli del proprio profilo lipidico presso i locali dell’ambulatorio, siti al primo piano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello” in Via Salemi 175 a Mazara del Vallo (TP), e successivamente approfondirne i risultati con uno specialista.

La tappa di Mazara rappresenta la prima di quattro in diverse Regioni della penisola e fa parte dell’iniziativa di sensibilizzazione “Nel cuore della tua città” promossa da Novartis nell’ambito della campagna “Ascolta il tuo battito”,  sostenuta da AISC (Associazione Italiana Scompensati Cardiaci) e FIPC (Fondazione Italiana per il Cuore).

Un appuntamento che si propone di aiutare specialmente le persone con medio e alto rischio cardiovascolare – ad esempio coloro che hanno già avuto un infarto o ictus, chi soffre di diabete o ha una familiarità con questo tipo di patologie – a non sottovalutare e a ridurre il proprio livello di rischio grazie a una migliore conoscenza e gestione dei livelli di LDL, una delle prime cause di incorrere in un nuovo evento acuto.

IL PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO MODIFICABILE: IL COLESTEROLO

La colesterolemia LDL (LDL-C) è il principale fattore modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare, come dimostrato da decenni di studi clinici che hanno evidenziato il suo ruolo causale nel determinare la malattia aterosclerotica (ASCVD)[2],[3]. L’esposizione nel tempo a livelli elevati di colesterolo LDL, contribuisce alla formazione della placca ateromasica nelle arterie, aumentando così il rischio di eventi ischemici acuti, come l’infarto del miocardio e l’ictus[4].

LA SFIDA DI RIDURRE I LIVELLI DI COLESTEROLO, SOPRATTUTTO PER CHI HA GIA’ AVUTO UN EVENTO ACUTO

Nei pazienti che hanno superato un infarto o un ictus la prevenzione secondaria diventa prioritaria per ridurre il rischio di recidive e quindi migliorare la loro prognosi e qualità di vita. La corretta gestione di questi pazienti deve, quindi, necessariamente mirare a raggiungere i valori di colesterolemia LDL raccomandati dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS), che sono quelli inferiori a 55 mg/dL.

Obiettivi, quelli del monitoraggio e del raggiungimento dei livelli target di colesterolo, che non risultano essere di facile ottenimento: in Sicilia, ad esempio, circa il 62% dei pazienti già in trattamento per ipercolesterolemia non raggiunge un controllo adeguato dei propri livelli di colesterolo LDL nonostante sia in terapia con farmaci ipolipemizzanti[5] [6]..

Sebbene si tratti del fattore di rischio più facilmente modificabile, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dell’LDL è infatti ancora una sfida, tanto che 8 su 10 pazienti ad alto rischio non sono in grado di ridurre il loro colesterolo LDL ai livelli raccomandati. A questo si aggiunge la difficoltà di aderenza alla terapia, uno scenario che ha evidenziato come solo il 43,6% della popolazione già in trattamento sia aderente, riportando che questa si riduce nel tempo a causa della complessità del regime terapeutico e degli effetti indesiderati.[7]

I NUMERI DELLA SALUTE CARDIOVASCOLARE

In Sicilia nel 2020 sono stati registrati oltre 20.000 decessi provocati dalle malattie cardiovascolari (44,4% tra gli uomini e 55,6% tra le donne). Queste patologie costituiscono oggi in Italia la prima causa di morte nell’adulto, con oltre 220.000 decessi ogni anno, di cui il 30% ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa. A livello globale, 1/3 delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno.

“L’importanza di un’adeguata aderenza e di una conoscenza del proprio rischio di incorrere in un nuovo evento acuto rappresentano temi sui quali vogliamo impegnarci. Iniziative come queste – interviene Ferdinando Croce, Commissario Straordinario Azienda Sanitaria Provinciale Trapani – permettono di offrire ai nostri pazienti risorse per migliorare la loro qualità di vita e favorire la loro presa in carico da parte dei tanti centri di eccellenza presenti sul nostro territorio”.

“Continuano a preoccupare i casi attribuibili a condizioni trombotiche o di aterosclerosi in cui l’ipercolesterolemia rappresenta un fattore di rischio chiave. Le malattie cardiovascolari – precisa Michele Gabriele, Direttore U.O.C. UTIC con Cardiologia e Centro di Cardiostimolazione del PO “Abele Ajello” – si confermano purtroppo come la principale causa di morte nel mondo, più ancora dei tumori. Benché l’innovazione a disposizione consenta di intervenire preventivamente su circa l’80% degli eventi cardiovascolari, perseverare con attività di questo tipo contribuisce a ridurne l’incidenza e salvare molte vite, soprattutto nei pazienti che hanno già avuto un evento pregresso e che, proprio in virtù di questa condizione, devono prestare maggiore attenzione al loro percorso di cura”.

“È ancora bassa la consapevolezza del rischio cardiovascolare da parte del cittadino e di quanto sia possibile fare nel concreto per prevenire le patologie o il loro aggravarsi. Una delle azioni possibili – continua Emanuela Folco, Presidente di Fondazione Italiana per il Cuore – è certamente promuovere comportamenti salutari di prevenzione e, laddove sia diagnosticata una condizione patologica, è fondamentale garantire l’aderenza sia agli stili di vita salutari che alle terapie mediche prescritte, senza interromperle o modificarle”.

“La prevenzione e l’attenzione ai fattori di rischi è un impegno che AISC-APS sostiene quale percorso determinante per avere cura del proprio cuore e per non incorrere in patologie quali lo scompenso cardiaco e malattie cardiovascolari che incidono pesantemente sulla durata e sulla qualità della vita delle persone. L’informazione, che tiene conto anche degli importanti risultati raggiunti dalla ricerca scientifica in materia di prevenzione e terapia, è alla base di tale percorso e deve costituire parte integrante del sistema di cura assicurato dal servizio sanitario nazionale e regionale.  Ogni iniziativa intesa all’informazione della popolazione rappresenta un valore aggiunto per prevenire la malattia e nell’ambito dello sviluppo della sanità territoriale – afferma Maria Rosaria Di Somma, Consigliere Delegato di AISC-APS – si conferma la necessità di mettere al centro la prevenzione con un ruolo di primo piano del medico di medicina generale, dello specialista ospedaliero, le istituzioni e la collaborazione del Terzo Settore”.

Fondamentale per il successo della riduzione del rischio cardiovascolare, anche il tema dell’aderenza e della persistenza alla terapia, i quali, insieme alla prossimità e alla territorialità, devono essere al centro del nuovo assetto della Sanità per affrontare le sfida della cronicità. Fattori imprescindibili che richiedono sforzi congiunti e partnership tra pubblico e privato per l’implementazione di nuovi percorsi assistenziali che mettano al centro i pazienti.

“Per le persone affette da ipercolesterolemia è fondamentale potersi rivolgere a un centro specializzato, dove grazie a un approccio sinergico e multidisciplinare nella gestione del paziente – conclude Chiara Gnocchi, Country Communication & Patient Engagement Head, Novartis Italia – si possa garantire una migliore presa in carico. Collaborazioni e campagne come questa diventano utili non solo per promuovere la corretta informazione, ma anche per ristabilire l’importanza di un corretto dialogo tra medico e paziente”.

Com. Stam.

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