Il Parco della Madonie “dichiara guerra” ai cinghiali e lo fa aumentando le autorizzazioni ai cacciatori e piazzando gabbie per la cattura degli ungulati. Il vertice gestionale del parco, dopo lo stop causa Covid-19, alla ripresa dei lavori si è accorto dei notevoli danni causati all’ambiente dell’importante area verde siciliana dai cinghiali, sempre più in aumento, anche a causa della decimazione avvenuta negli anni scorsi dei loro nemici naturali, decidendo così di passare al contrattacco.
L’amministrazione, guidata dal presidente Angelo Merlino, ha allora stabilito di aumentare la lista dei cacciatori autorizzati a partecipare ad attività di riequilibrio faunistico, nonché di piazzare gabbie per la cattura dei grossi ungulati, anche da parte di privati che ne faranno richiesta. Per la sindaco di Pollina, Magda Culotta, comune che rientra pienamente nel parco, il cinghiale è al momento solo un problema per l’agricoltura e per l’incolumità degli abitanti, ma potrebbe diventare invece un’opportunità economica per la filiera alimentare ed il turismo enogastronomico. In Toscana, ad esempio, il cinghiale è importante per la cucina locale; con la sua carne si fanno ottimi piatti e salumi ed in estate in suo “onore” si tengono numerose sagre e feste in ogni dove. Perché allora non fare così anche da noi, piuttosto che abbattere semplicemente i cinghiali, considerandoli solo un problema?
Ciro Cardinale
CS
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