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L’imprenditoria quale stumento di integrazione nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate

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Le misure che favoriscono l’imprenditoria tra i gruppi svantaggiati sono essenziali per contrastare l’esclusione sociale e aumentare la creazione di posti di lavoro. È questo il messaggio che emerge da “The Missing Entrepreneurs 2017″, una relazione congiunta della Commissione europea e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), pubblicata ieri.

La Commissaria europea per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori Marianne Thyssen ha dichiarato: “Già da un po’ l’Europa si sta riprendendo dalla crisi, ma dobbiamo far sì che questa ripresa sia inclusiva e non lasci indietro nessuno. Questa relazione ribadisce che l’imprenditoria e il lavoro autonomo sono modi molto efficaci per includere i gruppi svantaggiati. In quanto responsabili politici dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari, come l’accesso ai finanziamenti, la possibilità di sviluppare le competenze giuste e le occasioni per creare le reti di imprese necessarie.

In particolare le donne, i giovani, gli immigrati, i disoccupati e gli anziani incontrano ancora grosse difficoltà nell’avviare la propria attività. Nel 2016, per esempio, solo circa il 10% delle donne lavoratrici erano libere professioniste, contro il 17,5% degli uomini. Sebbene i giovani in generale mostrino un forte interesse per il lavoro autonomo, solo il 4,1% degli occupati (tra i 15 e i 24 anni) erano liberi professionisti.

Molti Stati membri stanno dunque introducendo nuove politiche e programmi a sostegno della creazione di nuove imprese e del lavoro autonomo rivolte ai gruppi sociali svantaggiati. Ne è un esempio l’iniziativa “SELFIEmployment” per i giovani imprenditori italiani, in particolare quelli che non studiano e non lavorano. L’iniziativa è sostenuta dalla Garanzia per i giovani dell’UE e fornisce formazione e orientamento per l’elaborazione del piano aziendale, seguiti da un prestito e da tutoraggio. In Germania, il progetto “Business Creation for Female Migrants” sostiene le donne di qualsiasi origine etnica offrendo tutoraggio, consulenza d’impresa individuale, laboratori e attività di rete. Nel 2016, inoltre, il Fondo europeo per gli investimentie la banca cooperativa di Karditsa, in Grecia, hanno firmato il primo accordo di garanzia per migliorare l’accesso al credito delle micro imprese nel quadro del programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI).

Ulteriori informazioni saranno disponibili qui.

CS

KKKKK
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