Evidenza

L’eutanasia della Scuola pubblica del Prof. Vincenzo Musacchio

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Il lavoro di informazione culturale è come un vecchio treno a vapore che ha bisogno in continuo di legna per poter viaggiare con regolarità. In ogni viaggio, occorre ricominciare da capo il duro lavoro. Insegno da quasi 25 anni e ogni volta lascio i miei ragazzi con una grande voglia di sapere, partecipano attenti e infervorati della conoscenza. Il mio più grande cruccio è che quando li ritrovo sono ricaduti nella indifferenza e nel disinteresse per tutto ciò che li riguarda. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare metodi moderni e all’avanguardia. Per educare occorre amare la conoscenza. Con la riforma di Renzi – la cd.“Buona Scuola” – iniziano le pratiche per l’eutanasia della scuola pubblica. I professori liberi ed indipendenti non possono tollerare questa scelta devastante. Con la Carta Costituzionale del ’48 il popolo ha scelto convintamente la democrazia. Se così è, occorre domandarsi chi sta decidendo le sorti della scuola pubblica oggi: il popolo o una oligarchia elitaria? Quando la scuola pubblica è il pilastro della società civile solo in quel caso la scuola privata può essere un bene. Il vero senso della scuola pubblica è coinvolgere tutte le generazioni senza distinzione di gruppi o di caste. Ma questa trasformazione dell’attività scolastica richiede un grande sforzo. Ma in questo Paese purtroppo non è solo la scuola pubblica a morire. Muore anche l’uomo. Quell’uomo che non reagisce ma continua a subire passivamente scelte che altri fanno in nome e per suo conto.

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