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L’Editoriale: colpire ovunque indisturbati

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Perché i terroristi dell’Isis hanno colpito la Tunisia? La risposta è molto semplice: quel Paese rappresenta un brillante esempio di democrazia nel totale disfacimento dell’area afro-mediterranea. I terroristi hanno voluto colpire il museo del Bardo, situato, non a caso, proprio nel cuore del nuovo Parlamento tunisino, per dare un messaggio forte, inteso a far comprendere che possono colpire ovunque. E’ un messaggio diretto a tutti gli Stati e in modo particolare agli sforzi che da anni la Tunisia sta compiendo per costruire la democrazia. Questo Paese ha fatto passi enormi verso la modernizzazione democratica e lo dimostra l’ampio consenso ottenuto in occasione della loro nuova Costituzione. Un documento che per la prima volta contiene al suo interno numerosi diritti umani universalmente riconosciuti. La cosa da evidenziare è che l’attuale Carta Costituzionale rappresenta la prova del dialogo costruttivo tra laici e islamici. Credo che, proprio per questo, l’Isis consideri la Tunisia democratica una vera minaccia per l’estremismo e il terrorismo. Gli sforzi fatti da questo Paese, inoltre, dimostrano che laici e islamici possono dialogare e quando lo fanno producono anche risultati importanti. Una ragione in più per agire con particolare violenza con un’azione persino contro i turisti e quindi contro il turismo che è la principale fonte di ricchezza di quel Paese. In questo contesto, credo che la violenza e il terrore devono costituire uno stimolo maggiore per il Governo tunisino ad unirsi ancora di più e andare oltre le appartenenze politiche per dare un segnale forte di lotta all’estremismo e di distacco totale da quell’ideologia. Le armi e il sangue non devono fermare il processo democratico in corso in quel Paese e mi auguro che anche l’Europa faccia la sua parte e con essa i Paesi che affacciano al Mediterraneo, tra cui la nostra Italia.

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