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Le mostre di I-Design a Palazzo Ajutamicristo

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Palermo: “Ugo La Pietra. Viaggio nel Mediterraneo. Nature e territori” 27 ottobre – 4 novembre orari:  lun.  merc. giov. ven. 9,00-13,30 / mar. sab. 9,00-19,00 ingresso gratuito Ugo La Pietra è tra i più noti architetti e designer, autore di ricerche che spaziano dall’arte segnica a quella concettuale e ambientale,  all’arte nel sociale e alla narrative art, al cinema d’artista, al neo-eclettismo, all’architettura e design radicale.In occasione di I-design 2018 presenta la mostra “Viaggio nel Mediterraneo. Nature e territori.

Disegni e appunti di viaggio, a cura di Enzo Fiammetta e promosso dalla Fondazione Orestiadi. Il progetto nasce da un racconto che vede coinvolti gli artisti Richard Dölker, Elle Schwarz, MargaretheThewolt, Irene Kowaliska che, negli anni trenta, fecero un viaggio nei paesi bagnati dal Mediterraneo, alla ricerca di caratteri capaci di accomunare le diverse culture bagnate dal mare nostrum. Racconta Ugo La Pietra, “Dopo più di un anno tornarono dal loro viaggio carichi di “segni” e, tra questi, il più caratteristico era “l’asinello” che ancora oggi si modella in ceramica a Vietri sul Mare.  Da tempo vado riproponendo l’Unità del Mediterraneo (nelle mostre che ho realizzato al Museo d’Arte Moderna di Lione nel 1992, al Museo di Gap nel 1996, al MeDesign di Genova nel 2004, al Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina nel 2007) tra paesi profondamente diversi per economia, religione, politica; unità che ho ricercato attraverso la cultura materiale (con gli oggetti in ceramica che ho realizzato negli ultimi trent’anni), la natura e i territori, luoghi carichi di storia e di bellezze naturali… devastati dagli eventi quotidiani di guerre e di migrazioni (con la selezione di disegni che presento in questa mostra). Il Viaggio nel Mediterraneo è una mostra di disegni e appunti di viaggio che descrivono alcuni miei stati d’animo nei percorsi tracciati attraversando il “mare nostrum”.Disegni che si riallacciano alla storicizzata corrente della pittura segnica di cui ho fatto parte fin dagli inizi degli anni Sessanta.

 

“Rapiditas. Le auto della Targa Vincenzo Florio”

27 ottobre – 4 novembre

orari: lun. merc. giov. ven. 9,00-13,30 / mar. sab. 9,00-19,00

ingresso gratuito

Progetti e prototipi realizzati dagli studenti del “Laboratorio di Disegno Industriale II” del C.d.L. in Disegno Industriale – Dipartimento di Architettura Scuola Politecnica Università degli Studi di Palermo. A cura del Prof. Benedetto Inzerillo. Tutor: Pietro Camardella, Chico Paladino Florio, Gianni Pedone. Collaboratori: Nicolò Castiglione, Francesco Gennaro, Dimitri Lamattina, Chico Piacenti, Federico Signorelli.

“La Targa Vincenzo Florio della Cultura” è il nome dato altema affrontato quest’anno nel  “Laboratorio di Disegno Industriale II”. I partner principali del progetto sono l’ Università degli studi di Palermo (Corso di Laurea in Disegno Industriale/ Dipartimento di Architettura), l’ Associazione Casa Florio e l’Associazione di Promozione Sociale Arèa.

È un tema trasversale che connette il mondo della cultura e della tradizione legata alla storia della famiglia Florio alla tradizione automobilistica della “Targa Florio” la cui espressione più alta è la corsa automobilistica inventata da Vincenzo Florio. Il tema è stato sviluppato dagli allievi del “Laboratorio di Disegno Industriale II” tenuto Prof. Benedetto Inzerillo nell’anno accademico 2017/2018,seguiti da un team di esperti tra cui Gianni Pedone (transportation designer Honda R&D Europe e ora Accademia di belle arti Palermo ) e Pietro Camardella (Pininfarina e ora Centro Ricerche Fiat), Chico Paledino Florio (rappresentante della famiglia) e con la collaborazione degli architetti Nicolò Castiglione, Francesco Gennaro, Chico Piacenti, e, i designer Dimitri La Mattina e Federico Signorelli; il progetto consiste nella realizzazione del progetto di un’auto a propulsione elettrica-ibrida per partecipare alla Targa Florio del prossimo futuro e prevede anche la realizzazione dei modelli delle auto in argilla scala 1:10. Il tema dell’auto elettrica del futuro sostenibile è di grande attualità oggi e, anche nel mondo delle competizioni, si comincia a guardare con interesse alle auto a propulsione elettrica e già da quest’anno si correun campinato del mondo denominato Formula E. Nel caso specifico si è provato a mettere insieme la ricerca, l’innovazione e il design nel settore dell’automotive con l’epopea di una famiglia che ha condizionato la storia e la cultura della Sicilia degli ultimi duecento anni e che ha data il nome a una delle corse più famose del mondo.

 

“Screensaver” di Alfonso Leto

27 ottobre – 4 novembre

orari: lun. merc. giov. ven. 9,00-13,30 / mar. sab. 9,00-19,00

ingresso gratuito

«Screensaver» (titolo ironico e occidentale per rappresentare la protezione di uno schermo sia esso televisivo o di un computer) è il prototipo di un’opera di concezione seriale realizzata con la tecnica del ricamo ad uncinetto, per comporre una sorta di copertura per il televisore. Screensaver, installazione dell’artista Alfonso Leto, che si inaugura giorno 27 ottobre alle ore 17,30 a Palazzo Ajutamicristo, si presenta in un piccolo contesto installativo: un televisore acceso, rivestito e velato dal ricamo, in un ambiente dotato di alcune sedie e un piccolo tavolo con telecomando ad uso del visitatore che può liberamente eseguire il cambio canale. Questo diaframma decorativo, apparentemente lieve e straniante, con la sua delicata materialità decorativa da “educandato femminile” (non a caso), ripropone, in realtà, la durezza della visione coercitiva in cui una donna, obbligata (da consuetudini ferree) ad indossare il velo integrale (il burka). Per rappresentare la mostruosità discriminante di quest’obbligo, Screensaver ribalta la dimensione dello sguardo e “forza” a sua volta la separazione tra lo spettatore (che guarda il mondo attraverso la sua rappresentazione virtuale, quale la televisione) e lo sguardo occidentale, castigato esemplarmente a riprodurre quello stesso esercizio di visione parziale e obbligatoria per una rilevante quantità di donne viventi in quei paesi islamici in cui vigono quelle prescrizioni penalizzanti e discriminatorie. Screensaver è anche un “gioco” interattivo della visione mediatica globale e, pone domande al nostro sguardo, perché in fondo è dallo sguardo che passa la visione del mondo e il consumo mediatico della visione del mondo.

 

Genius Loci. Dentro e oltre il racconto” di Fabrice De Nola

27 ottobre – 4 novembre

orari: lun. merc. giov. ven. 9,00-13,30 / mar. sab. 9,00-19,00

ingresso gratuito

Oggi come non mai, il concetto di “confine” segna e delimita – in senso lato e figurato – gli spazi e il sistema di relazioni tra gli esseri umani, andando oltre gli ambiti geopolitici cui il termine è usualmente connesso, e giungendo a toccare le delicate e multiformi dinamiche della cultura, delle tradizioni, dell’identità intesa come consapevolezza delle proprie radici e della propria storia, un patrimonio da tramandare e da mettere in relazione con altre storie, altre culture, altri racconti di identità. Ma in un mondo, come quello contemporaneo, che non smette di guardare al futuro e di progettare scenari sempre nuovi anche grazie all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie, è ancora possibile, e ha un senso, mettere in relazione racconti di storie, culture e identità nonostante governi e popoli tendano ad alzare barriere, demarcare confini, tagliare i ponti (e anche a chiuderli)? È ancora possibile superare il clima di solipsismo dilagante che sembra attanagliare l’era odierna e travalicare i confini reali e ideali che separano i popoli e le loro culture? E quali sono i linguaggi che meglio si prestano a questo compito?

Queste sono le riflessioni sottese a Genius Loci. Dentro e oltre il racconto, mostra di Fabrice de Nola a cura di Desirée Maida che prova a rispondere agli inputlanciati dal tema dell’edizione 2018 di I-Design, Beyond borders. Utopias move people!. Le vicende biografiche e la ricerca artistica di Fabrice de Nola da sempre si muovono “oltre i confini”, spesso abbattendoli per poi ricomporli, dando così nuova forma a racconti di storie, culture e identità.

Figlio di madre italiana e padre belga e cosmopolita per vocazione (ha vissuto tra Messina – città in cui è nato –, Reggio Calabria, Palermo, Milano, Mechelen, Ginevra, Il Cairo, Roma e Tokyo, prima di stabilirsi nuovamente nel capoluogo siciliano nel 2010), de Nola fin dagli anni Ottanta sperimenta e dà vita a relazioni che vedono protagonisti diverse tecniche e linguaggi artistici, coniugando l’immagine pittorica tradizionale alle nuove tecnologie, come l’elaborazione digitale, il codice QR e la realtà aumentata. Tutti strumenti atti a estendere la narrazione tessuta tre le trame dei dipinti: racconti di tradizioni, di luoghi, di identità, di simbologie e credenze, di popoli. Dal 2010, anno del suo ritorno a Palermo, l’artista si approccia alla figura del Genio, nume tutelare della città. L’interesse nei confronti del Genius loci nasce quasi per caso, per curiosità, da parte di un artista dalle origini ibride che sente l’esigenza di conoscere la storia del luogo in cui vive, decidendo poi di raccontarla attraverso i linguaggi e gli strumenti di cui dispone.

Iniziano così gli studi sull’origine della figura del Genio di Palermo, sui simboli politici, religiosi e sociali che esso incarna, sul ruolo che ha avuto all’interno della storia millenaria della città. Inizia così, per Fabrice de Nola, un lungo lavoro di ricerca che è attualmente in corso: storie, miti, tradizioni, leggende che l’artista raccoglie e organizza in nuove forme di racconto, concepite come architetture dell’informazione che si concretano attraverso la pittura e le tecniche multimediali. Racconti, che confluiscono nel grande progetto in divenire Collectio Panormi, in cui i linguaggi utilizzati si ibridano e si influenzano a vicenda, narrazioni diffuse che oltrepassano i confini della tela per continuare a tramandare miti, tradizioni e leggende sotto forma di contenuti multimediali fruibili dai telefoni cellulari: è questo il caso di Palermo, dipinto del 2010 in cui la figura del Genio è resa irriconoscibile dall’effetto pixel che ne offusca i tratti distintivi. Ma il codice QR a suo fianco fornisce l’accesso tramite smartphone alle pagine di Wikipedia a lui dedicate, ricostruendone così l’identità, la storia, l’aura.

È la trasposizione pittorica di un paesaggio digitale di Monte Pellegrino Ercta Glitch, dipinto a olio realizzato a partire da un glitch (è questo il termine con il quale si identifica il comportamento anomalo di un software) di Google Maps 3D. L’opera è stata realizzata durante le riprese di Pellegrino, film documentario del 2017 diretto da Ruben Monterosso e Federico Savonitto in cui è visibile il processo di realizzazione della tela. Il dipinto, al cui interno è contenuto un video del glitch fruibile in realtà aumentata, rappresenta il locus sacro della città, la dimora della sua patrona cristiana, Santa Rosalia, ma anche il luogo in cui, prima dell’avvento della religione cristiana, venivano praticati culti pagani probabilmente riconducibili alla figura del Genio. Ai due protettori di Palermo, il Genio e Santa Rosalia,è infine dedicata Motore immobile, installazione scultorea del 2014 realizzata insieme a Daniele Franzella che accosta le figure sacre attraverso i loro attributi iconografici più emblematici: nel caso del Genio il serpente, per Santa Rosalia il teschio.

Com. Stam.

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