Quale futuro per la sanità pubblica siciliana? Il Sinalp da tempo denuncia il precipitare del Servizio Sanitario Regionale nella burocrazia e nella standardizzazione dei sistemi operativi che di fatto ingessano l’intera sanità pubblica.
Un aspetto negativo della sanità pubblica che il Sinalp ha sempre evidenziato è la tendenza a voler sempre più esternalizzare i servizi, sia quelli sanitari che quelli gestionali.
Queste politiche nazionali di razionalizzazione dei sistemi gestionali imposte in questi ultimi 15 anni, con la scusa di voler combattere gli sprechi esistenti nel comparto, hanno di fatto annullato la possibilità per i cittadini di poter fruire di una sanità pubblica efficiente.
Dai dati estrapolati dal monitoraggio della spesa pubblica nella sanità pubblicati dall’Assessorato alla Salute, il nostro sistema sanitario pubblico regionale costa quasi 10 miliardi di euro l’anno, una cifra enorme, una cifra che mette in ginocchio ogni cittadino che vorrebbe capire quali siano le dinamiche di sperpero e sprechi che le varie e deleterie riforme abbiano innescato.
Di questa enorme somma, scavando nei numeri, si scopre che la parte dedicata agli stipendi del personale dipendente ammonta a circa il 30% della spesa sanitaria siciliana e quindi perfettamente nella media nazionale. Ma a differenza della spesa pubblica complessiva che è in crescita, la spesa per gli stipendi è un trend negativo.
Questo fa capire che le varie riforme nazionali e regionali e le linee programmatiche del comparto sanità messe sul campo con l’obiettivo di razionalizzarne la spesa, stanno di fatto riducendo il personale amministrativo/sanitario con conseguenziali enormi danni sociali che negano ai ceti medio/bassi di potersi curare con la sanità pubblica senza dover aspettare prenotazioni bibliche.
In questo quadro che vede una sanità pubblica in grande affanno, per non farci mancare niente, a causa del COVID, si è creata l’esigenza di aumentare il personale sanitario ed amministrativo per gestire l’emergenza sanitaria ancora in parte in atto.
Tralasciamo di chiedere quali siano stati i criteri adottati per reclutare questo personale, criteri sui quali come sindacato chiediamo da tempo lumi a chi li ha inventati, ma questo agire ha creato una ulteriore sacca di precariato che oggi chiede di essere stabilizzata.
In Sicilia purtroppo negli ultimi 30 anni la classe politica non ha fatto altro che creare sacche di precariato.
Lavoratori che vivono di assegni sociali senza alcuna prospettiva di un riconoscimento professionale ed occupazionale “normale”.
Precariato che ha avvelenato gli animi dei siciliani, impotenti di fronte a questa enorme ingiustizia che si perpetua contro di loro.
Oggi con i cosiddetti “lavoratori covid” si stà ripetendo l’ennesimo vigliacco sfruttamento dei nostri giovani che, pur avendo ormai acquisito dopo circa un anno, se non di più, di lavoro presso le ASP le capacità professionali necessarie, rischiano di essere “sputati in mezzo alla strada” senza nemmeno un grazie per l’ottimo lavoro svolto.
Il Segretario Sinalp Dr. Andrea Monteleone chiede al Governo Schifani di programmare un intervento normativo in grado di stabilizzare queste nuove figure professionali che si sono ormai formate e che dopo un anno di lavoro non possiamo certamente buttare fuori e magari regalare ad altre amministrazioni sanitarie di altre regioni.
Ricordiamo a tutti noi che oggi la sanità siciliana è in crisi per la mancanza di medici, di personale sanitario in genere ma anche di amministrativi in grado di poter gestire l’apparato burocratico del sistema e le prenotazioni per le visite specialistiche che ormai hanno raggiunto tempi biblici, vietando di fatto ai siciliani il servizio sanitario regionale.
Siamo certi che il Presidente Schifani saprà dare continuità al lavoro di stabilizzazione dei precari intrapreso dal precedente Governo Musumeci, inserendo, nel processo, anche questi lavoratori covid.
Il Sinalp rimane a disposizione del Governo Regionale per un confronto costruttivo sulle possibili soluzioni da intraprendere in grado di eliminare finalmente la piaga del precariato in Sicilia.
La Segreteria Regionale Sinalp
Com. Stam. + foto