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La rubrica “Fotografi per passione”: l’arte fotografica di Giovanni Renna

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Immagini di case, silos, strutture e acqua che ci portano a fare il giro del mondo. Viaggiare con gli occhi, con il cuore, con curiosità attraverso delle fotografie. Non tutti hanno la capacità di vedere oltre, è una caratteristica di pochi e lui, Giovanni Renna, fotografo per passione, ha questa prerogativa. Le sue immagini trasmettono carica emotiva, comunicano. Ci regalano un senso di calma, tranquillità. Classe 1959, è nato in Sud Italia, a Lecce, e ha sviluppato negli anni la sua passione per la fotografia, partendo dal teatro. “Ho cominciato a scattare in teatro e durante le performance teatrali di strada, in bianco e nero. Poi ho iniziato a viaggiare: Medio Oriente, Africa e Asia e gli habitat del Mediterraneo. Così ho sviluppato un forte interesse e una passione per i dettagli dell’immagine ed il colore”, spiega Giovanni Renna (www.giannirenna.it). “Mi interessa il paesaggio sociale, il paesaggio antropologico, dice, ma visto innanzitutto dagli occhi dell’uomo moderno, con le sue scoperte e le sue contraddizioni. Questo può essere un buon punto di partenza”, chiarisce-. Cattura nelle sue immagini storie: “Amo costruire storie a partire da immagini semplici ed ambienti familiari. Parliamo di storie, non di fotografie, perché ogni lavoro – aggiunge – è uno sguardo centrato su una piccola parte delle nostre vite. Nella mia visione quello che rende artistica un’immagine è il pensiero creativo del fotografo e non la riproduzione del reale. Per questo sono affascinato dalle possibilità espressive delle tecniche digitali”. Tra i suoi lavori, quello che più lo rappresenta è il progetto ““Apocalypse is revelation”. Un lavoro che “nasce dal mio duplice rapporto di attrazione/paura verso questa vocazione alla fragilità. Sono partito da foto di case, silos, strutture che ho scattato in giro per il mondo. A queste ho aggiunto l’acqua, un elemento ricorrente nei miei lavori fotografici. L’acqua che ha accolto il primo palpito di vita della terra spesso ci dimostra la possibilità della sua perdita. La parola “Apokálypsis” in greco antico significa appunto “rivelazione”. Sono immagini dove Gianni Renna ha voluto “infondere un senso di calma e di silenzio: quello che ci pervade quando comprendiamo qualcosa di più grande di noi. Anche una promessa di speranza. Piccola ma importante. Quella della bambina, mia figlia, che guarda ogni orizzonte”.

di Serena Marotta

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