Politica

La polveriera di Libia: il rischio di un califfato a 200 miglia dalle nostre coste


[dropcap size=big]C[/dropcap]he la Libia sia un problema, è nelle ultime ore divenuto chiaro un po’ a tutti.

La crisi libica, su cui solo 3 giorni fa il premier Renzi ha richiamato l’attenzione, commentando l’ennesima tragedia umanitaria avvenuta a largo di Lampedusa, ha da ieri assunto la forma della minaccia di un Califfato ad appena 200-300 miglia dalle nostre coste.

Le notizie allarmanti provenienti dalle coste libiche, diffusesi nella giornata di ieri, riguardo l’avanzata dei miliziani jihadisti della filiale libica dello Stato Islamico (Is), che da ieri hanno preso il controllo di radio e tv a Sirte, città costiera a 500 km ad est di Tripoli, hanno reso chiaro che la situazione di sicurezza nel paese si aggrava di ora in ora.

L’Isis avanza in Libia e il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ai microfoni di skytg24 avverte che, se la mediazione dell’Onu in corso dovesse fallire, “l’Italia è pronta a combattere, in un quadro di  legalità internazionale”.

Intanto, il livello di allerta tra la comunità straniera presente in Libia è particolarmente elevato.

L’ambasciata italiana a Tripoli ha ribadito l’invito ai connazionali , già diffuso sul sito Viaggiare Sicuri dal 1 febbraio “a fronte del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza..e degli scontri che stanno interessando il Paese e a seguito dell’attacco terrorista che si è..verificato all’Hotel Corinthia”  a non recarsi in Libia e a quelli presenti a lasciare temporaneamente il paese.

L’Ambasciata di Italia, rimane, per ora aperta e regolarmente funzionante.

La minaccia terroristica alle porte dell’Europa, sembra assumere dunque contorni sempre più definiti.

Che la situazione di crescente disordine, a poche centinaia di miglia dalle nostre coste, debba destare la nostra preoccupazione è chiaro.

Tanto più se questa situazione viene inserita nel quadro della già difficile situazione di gestione dei flussi di migranti che proprio da quelle coste libiche, da tempo totalmente fuori controllo ed oggi teatro dell’avanzata delle milizie islamiche,  costituisco il  90% degli sbarchi sulle nostre coste.

Non è dunque difficile prevedere che il precipitare della situazione nel nostro vicino Nord africano abbia  conseguenze gravissime in termini di gestione della già difficile situazione nel canale di Sicilia.

KKKKK
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