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La crisi economica rafforza le mafie

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La crisi economica e finanziaria mondiale gioca a favore delle mafie soprattutto perché il loro denaro sporco diventa sempre più appetibile. In questo momento storico, le mafie sono gli unici soggetti economici in grado di fare investimenti adattando le proprie strategie imprenditoriali e finanziarie al mercato globale e riuscendo spesso a sfuggire alla giustizia. I clan mafiosi mantengono un profilo di scarsa esposizione, da un lato, mentre, dall’altro, cercano di consolidare i loro territori di influenza tradizionale e di espandersi al di là dei confini regionali e nazionali. In questa situazione pensare ad una offensiva antimafia realmente efficace in un contesto di sgretolamento dei diritti, di rovesciamento di governi, di crisi delle famiglie, di disperazione dei giovani e di collasso delle imprese è un controsenso. Si potrebbero fare mille operazioni antimafia ed arrestare una moltitudine di affiliati con la certezza che, in una simile situazione, il giorno dopo verrebbero prontamente rimpiazzati. In Italia la questione criminale è sempre stata inscindibilmente intrecciata con la sua storia economica, finanziaria ed imprenditoriale. Le mafie approfittano del disagio economico e sociale del Mezzogiorno, radicandosi nei territori e creando un blocco sociale, in seguito, investono e incidono nelle economie nei territori del nord Italia avendo in tal modo il “controllo” dell’intera Nazione. In questo modo, si creano due grandissime complicazioni che fanno il gioco delle mafie: un Sud privato di risorse che avrà il problema di garantire a milioni di persone una normale sopravvivenza; un Nord che avrà una economia adulterata ed infiltrata dagli ingenti investimenti delle organizzazione criminali. Il pericolo è che il Sud diventi una polveriera sociale e il Nord un economia in gran parte in mano alla criminalità organizzata. Non dobbiamo dimenticarci mai che ad oggi continuiamo ad avere un Parlamento, un Governo, Consigli regionali, provinciali e comunali e organi rappresentativi con persone che sono indagate, imputate e alcune persino condannate per mafia, e che, nonostante ciò, continuano a svolgere funzioni istituzionali. Continuiamo ad avere un sistema di collusione e di contiguità che, ci dicono le sentenze dei giudici, rappresentano un pezzo importante di classe dirigente. Questo, a mio giudizio, è il vero terreno su cui si gioca il futuro della lotta alle mafie e la loro eventuale sconfitta. Non ci possiamo illudere di sconfiggere la criminalità organizzata arrestando solo i gregari occorre colpire anche le menti pensanti in grado di incidere persino sulla stabilità della Nazione. Se lo Stato latita, le mafie prosperano semplicemente perché nel momento in cui le persone non hanno la possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti, quando sono costrette ad elemosinare un lavoro per avere un minimo di dignità, quando lo Stato non è in grado di offrire lavoro e dignità ai sui cittadini, in tanti sono spinti tra le grinfie della mafia che con queste premesse vince e vincerà sempre!

Vincenzo Musacchio, Giurista e docente di diritto penale in varie Università italiane
Direttore della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.

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