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La corrispondenza ~ Amori stellari

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Interrotta l’alternanza quasi scientifica che marca la sua filmografia (a una storia “internazionale”, d’abitudine recitata da attori stranieri, di solito ne segue una ambientata in Sicilia), Tornatore gira, dopo l’apprezzato La migliore offerta, un’altra vicenda d’amor disperato, sebbene con intenzioni ed esiti differenti. Se l’opera precedente trattava di isolamento e (dis)illusione, qui c’è una struttura ambiziosa, colma di metafore e collegamenti interni.

Professore di astrofisica di Edimburgo (l’ambientazione però varia), sposato, il brillante e melanconico Ed Phoerum (Jeremy Irons, presente perlopiù sullo schermo di un laptop) ha una relazione con una studentessa, Amy Ryan (alla splendida Olga Kurylenko è stato assegnato il nome di una non meno bella, elegante e defilata attrice americana contemporanea: un caso?), la quale nel tempo libero fa la stuntgirl, correndo e saltando a rotta di collo su set cinetelevisivi per placare – come emergerà – un antico demone interno, o forse per sfidarlo. Un brutto giorno Ed sparisce. O meglio, l’incredula ragazza viene a sapere che è morto, eppure a lei continuano ad arrivare sms, videomessaggi, CD-ROM in cui l’amante, teneramente, la segue, la consiglia, la esorta. Quale che sia la verità (che comunque emerge abbastanza presto, non stiamo parlando di un mystery), al regista interessa dirigere il suo raffinato obiettivo sulle ramificate possibilità che oggi offre la tecnologia (il soggetto, basato su una vecchia idea, ormai non è più futuristico), sulla potenziale programmazione all’infinito di una corrispondenza (il titolo polisemico è frutto di attenta scelta) magari abbinata alla chiaramente fallace pretesa di conoscere alla perfezione un partner (il dubbio è sollevato già nel primo dialogo). Del resto, un errore di calcolo (o di calco) può nascondere un (ris)volto umano impensato, poetico, magari divertente. Insomma, ogni sistema, per quanto rifinito, ha dei punti deboli, ed è una teoria che un po’ si ritorce sul film, in debito di emozioni (ma il significato della seconda scena a teatro colpisce) nonostante le sottolineature melodiche del “solito”, professionale Morricone. Ovviamente quando ci si riferisce alle stelle che luccicano millenni dopo la loro fine si crea un parallelismo (riproporzionato) con le persone; tuttavia l’autore infila pure cenni (non solo astratti) alla metempsicosi, e aggiorna le sue riflessioni sul cinema (anch’esso popolato di “stars”), domandandosi implicitamente se i nuovi supporti non lo stiano sacrificando, uccidendo. In tal senso, la sequenza in cui Amy scopre gli scarti rovinati, “ciò che non si deve vedere”, è emblematica.

La corrispondenza (Italia, 2016) di Giuseppe Tornatore con Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Shauna Macdonald, Simon Anthony Johns, Paolo Calabresi

 

di   Massimo Arciresi

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KKKKK
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