Il 25enne Matteo Falcinelli è rimasto chiuso in carcere per 13 ore dopo essere arrestato con la tecnica “hog-tie”, mani legate ai piedi e faccia a terra. La procedura di “incaprettamento” è la stessa che ha causato la morte per asfissia di George Floyd
Matteo Falcinelli, studente di 25 anni originario di Spoleto, nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorsi, sarebbe stato arrestato e torturato dalla polizia di Miami dopo una serata passata in un locale notturno. Alcuni sconcertati filmati girati dalle bodycam degli agenti, evidenziano le brutali tecniche di “incaprettamento” imposte al giovane italiano. Nel video si vede Falcinelli legato con le caviglie ai polsi dietro la schiena mentre viene sbattuto a terra con la faccia sull’asfalto. Il 25enne implora ai poliziotti della stazione di North Miami Beach di fermarsi a causa del dolore. Una scena che richiama alla mente il tragico “Non riesco a respirare” pronunciato in punto di morte dall’afroamericano George Floyd nei confronti della polizia di Minneapolis nel maggio 2020. La vicenda di Falcinelli, studente presso la Florida International University, è stata resa nota dalla famiglia solo ora che le quattro accuse di resistenza a pubblico ufficiale, resistenza all’arresto e violazione di domicilio sarebbero cadute. A dirlo è stata la madre Vlasta Studenicova, che nel frattempo lo ha raggiunto negli USA insieme all’altro figlio Marco. I legali avrebbero intanto chiesto alla procura di Roma, competente per i reati ai danni di cittadini italiani all’estero, di aprire un fascicolo. Secondo le prime ricostruzioni, la sera dell’arresto il giovane si trovava in un locale notturno. Rendendosi conto di non avere più con sé i suoi due cellulari, Falcinelli era andato in agitazione e la sua memoria si sarebbe annebbiata dopo aver bevuto alcol. Il 25enne sostiene di non ricordare come sia arrivato all’uscita, dove era presente una pattuglia della polizia. Gli agenti sostengono di essere stati costretti a intervenire dopo il sollecito di un addetto del locale che ha poi consegnato gli smartphone alla polizia, aggiungendo che Falcinelli avrebbe opposto resistenza all’arresto nel tentativo di recuperare i 500 dollari spesi per i drink. Poi lui ha cominciato a rivolgersi agli agenti chiedendogli perché non facessero il proprio lavoro al servizio dei cittadini, ma proprio in quel momento con un dito ha toccato il badge di uno degli agenti e da lì è partita l’aggressione e l’arresto. A seguito di una reclusione durata 13 ore, il giovane è stato soccorso da alcuni amici che avrebbero pagato la cauzione. Lo studente spoletino è stato ricoverato per due giorni e poi trasferito in un ospedale psichiatrico dopo aver tentato il suicidio in seguito alla notte di torture. Il ministero degli Esteri fa sapere che il consolato generale d’Italia a Miami sta seguendo attentamente il caso di Falcinelli e che il console generale a Miami, Michele Mistò, ha sottolineato con le autorità della Florida l’inaccettabilità dei trattamenti che il giovane ha subito. Sulla vicenda è intervenuta anche Amnesty International: “Immobilizzare per lungo tempo, mediante una tecnica che causa intenso dolore, una persona che evidentemente in quel momento non può costituire alcuna minaccia, è un trattamento illegale, che non trova alcuna giustificazione di sicurezza”, ha scritto in un tweet Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana della ONG. Secondo la NBC, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, negli ultimi 14 anni almeno una ventina di persone avrebbero perso la vita negli Stati Uniti a causa dei brutali metodi di immobilizzazione della polizia. Dei 23 decessi calcolati fino al 2021, il più eclatante è stato proprio quello di Floyd, soffocato sotto le ginocchia dell’agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin nel maggio 2020 e scintilla del movimento #BlackLivesMatter.
Com. Stam. + foto fonte “Sportello dei Diritti”