Musica

Intervista a Metcalfa

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BIO: Innanzitutto, ma perché METCALFA? La metcalfa è un insetto, del quale mi è sempre piaciuto il nome. Ha qualcosa di ritmico nella pronuncia.

Così come METCALFA (al secolo Metello Bonanno) decido di apportare il mio personale contributo creativo e ritmico al panorama musicale. La mia attività principale è quella di batterista jazz, ma la musica elettronica è stata una parte fondamentale nella mia formazione, nonché una mia grande passione. Così nel 2018 decido di cominciare a scrivere musica originale da me definita Hybrid Music. Si, perché si tratta di brani suonati tramite elettronica e batteria; una fusione tra gli strumenti più avanzati a nostra disposizione e lo strumento più primordiale che conosciamo: le percussioni. Oltre alla batteria e all’elettronica mi sono interessato molto anche allo studio del pianoforte, strumento che ha avuto un ruolo fondamentale in ambito di scrittura. I brani si prefissano l’obiettivo di catturare lo spettatore attraverso soluzioni ritmiche ricercate sia dal punto di vista tecnico che timbrico (avvalendosi delle conoscenze acquisite in ambito jazzistico) e al tempo stesso di creare dei paesaggi sonori che possano circondare l’ascoltatore come un oceano

Metcalfa. Si tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche. Da pochissimo è uscito il suo primo disco dal titolo Siolence, e ne abbiamo parlato con lui.

1. Quando hai capito che Siolence era effettivamente finito? La vera domanda, ancora oggi, è questa: è effettivamente finito?

Ogni volta che si torna su di un lavoro ci si rende conto che si sarebbe potuto fare diversamente qualcosa, ma non sempre sarebbe una buona idea. Ho capito fosse finito… quando era finito.

2. La quarantena ha in qualche modo favorito il tuo lavoro, magari a livello di ispirazione?

Senz’altro! Ho avuto molto più tempo libero e la testa più sgombra per concentrarmi sui miei obiettivi personali.

3. Quando tutto questo sarà finito, ci sarà ancora una scena musicale milanese? Assolutamente si. Puoi ascoltare musica in streaming quanto vuoi, ma nulla batterà mai l’esperienza della musica live. Non dimentichiamoci della fortissima componente sociale e rituale della musica. È qualcosa che nessun approccio usa e getta potrà mai sostituire. Si Spotify, sto parlando proprio con te.

4. Come sarà organizzato il set di un live di Metcalfa?

Io sono un fan del viaggiare leggeri e dello sfruttare a proprio vantaggio i limiti imposti dal viaggiare leggeri. Esco con un sampling pad, cassa, rullante, timpano e tre piatti. Al massimo aggiungo qualcosa a seconda della situazione, ma pochissime cose. E potenzialmente il Mac. Il mio scopo è sfruttare al massimo ciò che ho, facendo lavorare il cervello piuttosto che le mani. 5. Chi ha paura degli insetti dovrebbe avere paura anche di te? Assolutamente no. Anzi, sfrutto questo spazio per lanciare una pubblicità progresso: non uccidete gli insetti o i ragni che trovate nella vostre case! Metteteli fuori e verrete ricompensati, garantito.

Com. Stam.

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