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Il libro “SUICIDATE ATTILIO MANCA” di Lorenzo Baldo sarà depositato nell’archivio della Commissione Antimafia

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Caso Manca, Sarti: “In Commissione antimafia non ci fermeremo, il libro Suicidate Attilio Manca di Lorenzo Baldo deve essere depositato nell’archivio della Commissione parlamentare antimafia. Il proposito è quello di non fermarsi alle precedenti audizioni e trovare delle risposte”. A dichiararlo è stata Giulia Sarti, componente M5S della Commissione antimafia, durante la presentazione del libro edito dalla Imprimatur alla Camera dei deputati.

L’appello a non fermarsi nella ricerca della verità dei fatti sull’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) trovato morto l’11 febbraio 2004 in circostanze più che misteriose, è stato lanciato anche dai familiari. “Pretendiamo la verità, soprattutto come cittadini italiani. – ha affermato Gianluca Manca, fratello di Attilio  –  una verità che non sia alterata da mascheramenti”. 

Il senatore Beppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, che in questa occasione si è assunta l’impegno formale di fare tutto il possibile affinchè emergano i legami tra la vicenda di Attilio e il mondo mafioso (dietro la quale si staglierebbe la protezione della latitanza del boss Bernardo Provenzano), ha parlato di “azione giudiziaria vergognosa condotta dalla Procura di Viterbo, inizialmente titolare delle indagini, “che la Commissione ha toccato con mano” durante le audizioni. “É necessario usare quei poteri diretti di inchiesta per far comprendere i quesiti posti dal libro e dagli avvocati difensori” ha aggiunto Lumia. Sul punto è intervenuto anche Antonio Ingroia, avvocato dei Manca insieme a Fabio Repici, richiamando “l’esposto da noi presentato alla Procura nazionale antimafia” affinchè questa “svolga un ruolo di sollecito e stimolo nelle indagini della procura di Roma e Messina” che al momento “lavorano sul caso Manca in maniera non convergente” auspicando un aiuto da parte della Commissione antimafia. “Con un documento daremo elementi per supportare l’importanza dell’inchiesta” ha risposto Lumia.

                                                               IL LIBRO: LA MAFIA ORDINA

SUICIDATE ATTILIO MANCA

di Lorenzo Baldo

PREFAZIONE di Don Luigi Ciotti


É il 12 febbraio 2004. A Viterbo, in un appartamento di via Monteverdi viene ritrovato il cadavere diAttilio Manca. Il corpo del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che operava all’ospedale di Viterbo, è riverso trasversalmente sul piumone del letto, seminudo.  A causarne la morte, come accertato dall’autopsia, l’effetto combinato di tre sostanze, presenti nel sangue e nelle urine di Attilio: alcolici, eroina e Diazepam (il principio attivo contenuto nel sedativo Tranquirit). Sul suo braccio sinistro i segni di due iniezioni.
Per la Procura di Viterbo non c’è dubbio che si è trattato di un suicidio. Ma Attilio Manca è un mancino puro. Non ha alcun motivo per suicidarsi. E soprattutto dietro alla sua morte si intravede l’ombra di Cosa nostra.
Il giovane urologo, specializzato nella tecnica laparoscopica, potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata al quale nel 2003 era stato sottoposto Bernardo Provenzano in una clinica di Marsiglia, o quantomeno potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento. Sullo sfondo si intravedono gli apparati deviati di uno Stato che non ha alcun interesse a fare luce su questa strana morte. Sono passati dodici anni e i familiari di Attilio, che non hanno mai creduto alla tesi del suicidio, continuano a battersi per avere giustizia assieme a due indomiti avvocati come Fabio Repici e l’ex pm Antonio Ingroia. Ed è insieme a loro che inizia così un lungo viaggio alla ricerca della verità.

Lorenzo Baldo (1970), giornalista pubblicista, vicedirettore di «Antimafia Duemila», da sedici anni inviato a Palermo per il suo giornale. Ha collaborato con «L’Ora quotidiano» e «I Siciliani giovani». Insieme a Giorgio Bongiovanni ha scritto Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino (Aliberti), un libro-inchiesta sugli avvenimenti piu salienti avvenuti tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio, e sulla conseguente “trattativa” tra Stato e mafia.

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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