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Il giornale? È bello scriverselo da soli…

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In un mondo ogni giorno che passa sempre più robotizzato, è normale chiedersi quali lavori e quali professionalità sono a rischio. Ogni tanto si sente parlare di questo o quel settore lavorativo in cui le macchine hanno sostituito quasi completamente l’uomo. Fra poco potrebbe essere così anche per il lavoro di giornalista: recentemente un’azienda americana, la Automated Insights ha messo a punto Wordsmith Beta, un software che autogenera articoli. Si tratta di un programma capace di realizzare automaticamente contenuti scritti partendo dai dati. E, come se non bastasse, di farlo in modo personalizzato (evitando in questo modo di riprodurre la stessa identica notizia su diversi giornali – come, purtroppo, a volte avviene). A dire il vero non si tratta di una novità assoluta: alcune testate giornalistiche si servono di programmi simili da diverso tempo (Associated Press li utilizza dalla metà del 2014 e anche Yahoo! li usa per “autoscrivere” report finanziari e notizie di sport). Grazie a questo software un’agenzia americana è stata in grado di “scrivere” oltre 3000 report finanziari in un solo trimestre. E tutto senza spendere un solo centesimo in salari o compensi per i cronisti o i redattori! Negli ultimi anni, Wordsmith ha prodotto più articoli di qualsiasi giornale al mondo: si stima che l’anno scorso, grazie ai dati inseriti da una squadra di poche decine di persone (non necessariamente giornalisti, ma semplici addetti che inserivano i dati sui computer), utilizzando questo software sono stati creati oltre un miliardo di “pezzi”.
Se qualcuno pensasse che la qualità degli articoli scritti dalla macchina non saranno mai all’altezza di quelli scritti da un giornalista professionista, farà bene a ricredersi: recentemente uno studio, condotto da Christer Clerwall, ha confrontato articoli scritti dalla macchina con pezzi scritti da giornalisti in carne e ossa. Il risultato è stato che “non c’è significativa differenza tra un contenuto prodotto da un software e uno scritto da un umano”.
L’unico vero limite di questo software è l’impossibilità, almeno per ora, di scrivere al di fuori della semplice notizia o del semplice dato numerico. In altre parole, se per settori come i report finanziari, le notizie sul traffico, il meteo o le semplici notizie di cronaca, il software riesce ad essere un valido concorrente di giornalisti con anni di esperienza, quando si tratta di scrivere articoli che comprendono analisi più complesse e creatività di espressione, la macchina non è in grado di sostituirsi al lavoro dell’uomo. Scrivere un articolo o un report o, peggio, un’inchiesta è un’azione complessa che il programma non è ancora in grado di compiere. Se a questo si aggiunge che ogni autore che si rispetti solitamente utilizza un proprio linguaggio, uno stile di scrittura tutto suo e un modo di esprimere i concetti assolutamente unico, certo sostituirlo non sarà semplice. Pare però che i ricercatori stiano già lavorando a nuove tecnologie in grado di approfondire l’analisi dei dati inseriti. Ma la cosa più sorprendente è che la versione definitiva che sarà messa in circolazione tra poco sarà freeware ovvero di libero accesso a tutti. Chiunque, tra pochi mesi, potrà crearsi il proprio giornale. Anche questo articolo, forse, potrebbe essere frutto dell’elaborazione di una macchina…..macchina ….macchina…..

C.Alessandro Mauceri
Foto Facebook

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