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Il fenomeno Evenenpoel, la sorpresa Plapp, il fantastico Piccolo

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Il belga dominatore della stagione non fallisce il bersaglio iridato, l’outsider australiano è d’argento, il 1° anno azzurro è il più giovane sul podio

Innsbruck (AUT) (25/09) – Il grande favorito Remco Evenenpoel, dominatore della categoria nel 2018, conquista dopo il titolo europeo anche l’iride della cronometro juniores onorando il pronostico. Al secondo posto si piazza a sorpresa l’australiano Lucas Plapp a 1’23”, terzo, medaglia di bronzo, il più giovane sul podio, l’azzurro Andrea Piccolo, campione italiano della specialità, junior al primo anno, a 1’37” dal vincitore

La seconda medaglia per l’Italia ai Mondiali di ciclismo di Innsbruck ha quindi il volto serio e compassato di Andrea Piccolo, 17 anni (il 23 marzo) di Magenta, dove frequenta il quarto anno dell’Istituto professionale. Grazie ad una crono maiuscola è riuscito a salire su un podio che, visti gli atleti (e i Paesi) presenti, si può definire regale. Non ci sono dubbi infatti sul futuro roseo, anche se tutto ancora da scrivere, che attende l’astro nascente del ciclismo mondiale, il belga Remco Evenepoel, vincitore del titolo mondiale con una media che ha sfiorato i 50 km/h. Ma non dobbiamo nutrire dubbi neanche riguardo l’ennesimo prodotto, in prove contro il tempo, del ciclismo australiano, la medaglia d’argento Lucas Plapp, campione australiano e continentale di specialità, che si è dovuto inchinare soltanto al talento del belga e che si divide, come spesso accade, perfettamente tra strada e pista.

Siamo certi che anche Andrea Piccolo potrà in futuro raccogliere altri importanti risultati nella cronometro ed anche nelle prove in linea. La storia recente di quest’anno lo dimostra come anche la sua passione per le cronometro: “Ne ho fatte diverse quest’anno, è un esercizio che mi piace”.

Per raccontare la corsa che ha portato, nel secondo giorno di gare, ancora un azzurro sul podio iridato, lasciamo la parola allo stesso protagonista azzurro: “Ho capito che avrei potuto fare una grande gara quando mi hanno comunicato l’intertempo: 10” dal primo.. (in quel momento l’australiano Plapp, ndr). Mi sentivo ancora bene, avevamo programmato di dare il massimo nella seconda parte di gara e le gambe giravano; allora ho spinto…”.

Andrea taglia il traguardo in seconda posizione, a 13” da Plapp. Gli altri sono tutti lontani, tranne il fenomeno Evenepoel, partito per ultimo e in grado di riprendere avversari e macinare chilometri con la forza di un talento straordinario. Il successo di Remco, mai in discussione, assume i contorni di un dominio: 1’23” sull’australiano. Si prende il lusso di esultare, come se fosse in una gara in linea che, è bene ricordarlo, di solito vince in perfetta solitudine, trasformandole in tante singole prove a cronometro.

Dichiara alla TV Rai l’emozionatissimo Evenenpoel: «Sono al settimo cielo, è il risultato più importante che ho ottenuto finora. Sono contento per me e per il Belgio. Dedico questo successo a Igor Decrane (connazionale iridato junior cinque anni fa, che si è tolto la vita nel 2014 pochi mesi dopo aver raggiunto il tetto del mondo, ndr), la settimana scorsa ho corso nel suo paese e parlato con i suoi genitori, che mi hanno detto che sarebbero stati felici se avessi vinto a Innsbruck. Mi sono dosato nei primi 3 km e poi sono andato a tutta. Le gambe oggi giravano benissimo. Ho realizzato un sogno. Ora penso alla prova in linea, prima di iniziare la mia avventura nel professionismo». Ex calciatore, ciclista da soli due anni, l’anno prossimo debutterà nella massima categoria in maglia Quick Step Floors.

E’ possibile fermare questo talento, chiedono in sala stampa. Risponde Andrea: “Lo conosco bene. Per fortuna (o sfortuna) ci sono andato in fuga al Trophee Centre Morbihan e poi l’ho incontrato altre volte. E’ difficile programmare una tattica con un personaggio simile. Agli Europei avevamo pensato di fare una cosa che invece poi non ci è riuscita; è partito e non l’abbiamo più visto. Il percorso di questi mondiali, però, dovrebbe essere più difficile. Rino De Candido (il tecnico azzurro, ndr) ha pensato ad una tattica che questa volta speriamo di riuscire a realizzare. Sono fiducioso…”

Intanto Andrea si gode questa medaglia. L’ultima volta che un atleta di primo anno è salito su un podio iridato è stato nel 2015 con il bronzo dell’americano McNulty, oro poi l’anno successivo.

Per Rino De Candido e il suo gruppo juniores si tratta della seconda medaglia consecutiva, dopo l’argento nel 2017 a Bergen di Antonio Puppio. Il tecnico azzurro non nasconde la propria soddisfazione: “Soddisfatto è dire poco: Andrea è al suo primo anno, ha fatto una crono eccezionale. Non posso fare altro che complimentarmi.”

Sicuramente meno fortunata la prova di Samuele Manfredi, che chiude al 32° posto a 3’46” dal vincitore: “Speravo di fare una gara diversa invece non ho trovato il feeling con il tracciato, che è risultato veramente impegnativo. Nella seconda parte mi sono mancate le gambe ed ho pagato anche alcuni tratti di vento contrario.”

Rino De Candido aggiunge: “Peccato per Samuele: quest’anno purtroppo ha avuto diverse problematiche, ed ha dovuto interrompere l’attività diverse volte. Rimane però campione europeo nell’Inseguimento individuale ed il suo talento non si discute”.

L’ultima parola spetta ancora al tecnico azzurro, atteso a una “proibitiva” prova in linea contro il talento di Evenepoel: “La nostra è una squadra competitiva: ogni corsa ha la sua storia, ogni gara ha i suoi momenti, ci può stare tutto. Io finché non arrivo sull’arrivo non farei pronostici..”. Il guanto di sfida è lanciato.

CHI E’ ANDREA PICCOLO – Per Andrea Piccolo il ciclismo è una cosa di famiglia, dal papà al fratello, Simone. A ciò si aggiunga uno zio – Enzo Battistella – che da Pontevecchio si dedica da anni e con enorme passione al mondo della bicicletta. Ma il terzo posto mondiale ottenuto oggi è un risultato eccezionale, che non si aspettava nemmeno lui. Diciassette anni, Andrea frequenta il quarto anno del Professionale di Magenta. Di poche parole, per lui a parlare è la bicicletta. E quello che dice è questo: con in bacheca una medaglia d’oro “olimpica” (vinta agli EYOF dello scorso anno), quest’anno si è aggiudicato tra l’altro la Tre giorni orobica, il campionato italiano crono juniores e ha superato le 10 vittorie stagionali. Un bronzo mondiale ed il miglior primo anno sono un ottimo biglietto da visita anche per il futuro.

Com. Stam.

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