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Il direttore generale Veronafiere in Cina col ministro Di Maio e il  sottosegretario Geraci – Vinitaly presente al Western China International Fair

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Verona . «Veronafiere con più di vent’anni di esperienza nella promozione del sistema Italia in questo paese dalle incredibili opportunità e una sede operativa a Shanghai, mette a disposizione della nuova iniziativa interministeriale “task force Cina”, che fa capo al Mise, il proprio patrimonio di contatti e conoscenze.

Col ministro Luigi Di Maio e il sottosegretario Michele Geraci, insieme all’ambasciatore d’Italia Ettore Sequi e al direttore generale di Agenzia ICE, Piergiorgio Borgogelli, abbiamo ragionato sui prossimi passi da compiere per ampliare l’export dei nostri prodotti, con particolare riguardo a quelli dell’agroalimentare, vino in primis, della meccanica agricola e del settore marmo-lapideo. In tale direzione abbiamo assicurato la nostra massima collaborazione nell’ambito dei progetti in divenire per la “Belt and Road initiative”, la nuova via della Seta promossa da Pechino per collegare l’Asia a Europa e Africa», sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, presente in Cina con la missione di governo. Nel 2018 Veronafiere ha organizzato con Vinitaly un road show a Shenzhen, Changsha e Wuhan ed è presente ogni anno con le iniziative della Vinitaly International Academy a Pechino, Shanghai, Hong Kong e Chengdu. A Chengdu, sede della manifestazione Western China International Fair, che si svolge in questi giorni e dove l’Italia è il paese ospite d’onore, la Fiera di Verona è presente con Vinitaly insieme agli importatori e ai produttori di vino italiano già operativi in Cina. Mentre con la EU Project Innovation Centre di Chengdu, Veronafiere ha rinnovato proprio oggi la storica collaborazione tra Vinitaly e il principale evento in Cina per il business del vino, l’International Wine and Spirits Show, fuori salone del China Food and Drink Fair. «Le realtà dove siamo attualmente presenti in Cina –  specifica Giovanni Mantovani –  sono hub strategici per diffondere cultura, storia e lifestyle legati al vino italiano, in ottica di uno sviluppo dei consumi. E il rinnovato accordo con Chengdu va proprio in questa direzione. Il nostro export vinicolo in Cina è cresciuto in valore negli ultimi cinque anni del 90%, ma siamo ancora lontani dai risultati dei competitor. L’osservatorio Vinitaly-Nomisma stima fino al 2022 un aumento complessivo in valore delle importazioni cinesi di vini pari al 6% annuo e del 7,5% per quanto riguarda le etichette italiane. È questo il bacino di potenziali consumatori a cui dobbiamo puntare, anche grazie alla nuova iniziativa del governo italiano e al supporto di Agenzia-ICE».

Com. Stam.

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