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Gods of Egypt ~ Mitologia rivista

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Si inizia con i preparativi per una sontuosa cerimonia. Vi assisteranno i giovani e innamorati Bek (Brenton Thwaites, che ha già in curriculum Oculus, Maleficent e The Giver – Il mondo di Jonas) e Zaya (la poco convinta Courtney Eaton, una delle cinque spose di Mad Max – Fury Road; ne apparirà pure un’altra, Abbey Lee, temibile amazzone a cavallo di un serpentone insieme alla collega Yaya Deng). Siamo in un’immaginaria antichità, che vede gli Egizi convivere armoniosamente con gli dei, creature possenti finanche nella statura (le proporzioni fra i personaggi costituiscono un problema per gli effetti speciali) che li governano con saggezza ed equità. Merito soprattutto del re Osiride (Bryan Brown, australiano come gli altri, elegante attore che non si vedeva da un po’), il quale ha appunto deciso di cedere la corona all’erede Horus (il danese Nikolaj Coster-Waldau), “farfallone” che conserva qualche dote paterna. Nel pieno dei festeggiamenti giunge, ormai inatteso, Set (lo scozzese Gerard Butler), fratello del monarca uscente, che dopo un’apparente cordialità sfodera tutta la sua collera di esiliato (si sente trascurato dal padre Ra, un Geoffrey Rush in pigra partecipazione straordinaria); ingaggiata una crudele lotta con il nipote designato al trono, glielo usurpa, non prima di averlo sanguinosamente accecato (da notare che nelle loro vene scorre l’oro). È un punto di svolta, non solo nella trama. Infatti, dalla trasformazione dei potenti congiunti in pacchiani mostri digitali si palesa il senso commercialmente spicciolo di un’operazione che, nata “polverosa”, sembrava procedere perlomeno piacevolmente, all’insegna di un ancorché passabile realismo magico, comportante l’accettazione di un linguaggio eccessivamente dinamico.

Purtroppo non si torna indietro. Nella speranza di restituire la sfortunata Zaya alla vita, Bek, abile nello sgraffignare, trafuga uno degli occhi dell’amareggiato e quasi irreperibile Horus e glielo restituisce, per poi accompagnarlo nella sua avventurosa vendetta. Il film, naturalmente distribuito pure in una versione 3D che dovrebbe esaltarne la supposta spettacolarità, risulta alquanto episodico sul piano strutturale e non sempre coerente, soprattutto per ciò che concerne le numerose “regole” enunciate nel corso del suo svolgimento. Gli interpreti appaiono sottoutilizzati: per esempio, se a Rufus Sewell tocca la solita parte negativa (l’architetto arrivista e spietato Urshu), l’emergente Chadwick Boseman (il dio della conoscenza Thoth, teoricamente imbattibile) non sfrutta le reali sfaccettature del suo ruolo. Insomma, Proyas (Il corvo, Dark City, Io, robot) sa far di meglio.

Gods of Egypt (USA/Australia, 2016) di Alex Proyas con Nikolaj Coster-Waldau, Brenton Thwaites, Gerard Butler, Elodie Yung, Courtney Eaton

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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