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Gaetano Barbarotto presenta  “ Mare e Tradizioni ” : la forza del mare  diventa tradizione

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L’Amministrazione Comunale di Cefalù presenta la mostra personale di Gaetano Barbarotto  “ MARE E TRADIZINI ”, che sarà inaugurata il 3 agosto 2023, alle ore 18,30,  presso l’Ottagono di Santa Caterina (Piazza Duomo) di Cefalù.

Come scrive Rosalba Gallà, L’artista ritorna ad esporre a Cefalù dopo le mostre precedenti che hanno scandagliato con eleganza e maestria vari aspetti della vita marina. L’ultima, Profondo blu, viene adesso sviluppata   e arricchita in MARE E TRADIZIONI , chiudendo un fervido biennio creativo con un vero e proprio omaggio a Cefalù, città che lo ospita sempre con grande entusiasmo. Le profondità marine, con i suoi abitanti, in questa nuova esposizione si integrano con le più importanti tradizioni Cefaludesi, in particolare quelle relative alla festa principale dedicata a Gesù Salvatore. Ed ecco che, tra le varie opere dove il blu profondo delle tele avvolge le creature marine, esaltandone forme e sfumature, e  in cui si muovono tanti pesci, nelle infinite tonalità di blu e di azzurro, come varianti cromatiche del loro elemento naturale, emerge il trittico dedicato alla città ospitante: Stanno arrivando, con Cefalù dolcemente poggiata sull’acqua attraversata da delfini che stanno arrivando, simbolo della vocazione turistica della città e della sua affermazione come meta internazionale; U Santu a mari, dove Gesù Salvatore è rappresentato nelle profondità marine, avvolto dal blu del mare e dei pesci; ‘Ntinna a mari, con una sirena che con la coda avvolge soavemente il palo della longeva tradizione cefaludese, nata presumibilmente nel 1783, sintesi di valori marinareschi e religiosi tramandati di generazione in generazione nelle famiglie che hanno fatto del mare il loro lavoro. L’omaggio si allarga poi a tutta la Sicilia mediante una serie di opere realizzate con diverse tecniche artistiche e che riproducono gli elementi più noti delle tradizioni siciliane, inserite nel contesto delle profondità marine.

Infine, sono proprio i testi del critico d’arte e curatore, Rosalba Gallà, che spiegano come Gaetano Barbarotto abbia potuto trovare nella mostra un felice equilibrio tra forma, bellezza e tradizioni

Nota biografica dell’Artista: 

Gaetano Barbarotto, in arte GABA, è nato a Palermo nel 1957 e sin da piccolo ha manifestato passione per il disegno e la pittura, intraprendendone poi lo studio fino al diploma – conseguito nel 1978 – presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo; negli stessi anni frequenta lo studio dell’artista Guido Quadrio (1938-2006), pittore molto attento sia allo studio della figura che alla politezza del tratto; da questa formazione di bottega, il “giovane pittore” si perfeziona nello stile ed è subito invitato a partecipare a diverse mostre e rassegne d’arte nella città di Palermo. Negli anni Ottanta Barbarotto si trasferisce a Milano e prosegue la propria affermazione artistica inserendosi nel mondo di Brera, dove conosce altri Maestri, tra cui Giuseppe Migneco, Ernesto Treccani, Mario Bardi e Enzo Migneco, in arte “Togo”. La frontalità dell’immagine e la pennellata sfuggente di Treccani, l’impostazione statuaria e senza essere eroica di Migneco e Bardi, la nostalgia e l’uso emozionale del colore di Togo cominciano a dialogare con la poetica e lo stile di Barbarotto; la profonda amicizia che lo lega a Togo, docente di tecniche dell’incisione, gli svela i segreti della calcografia, tecnica molto adatta alla sua innata capacità grafica. Impegnato fra partecipazioni a collettive e diverse rassegne personali, nel 1982 Barbarotto concorre al Premio Nazionale d’Arte Contemporanea dedicato al tema “Padre Kolbe e l’olocausto”, un evento curato dal critico Albano Rossi; assieme a Barbarotto, altri importanti artisti del momento: Bruno Caruso, Ernesto Treccani, Mario Tornello e Gianbecchina. L’Olocausto, nel suo dramma storico e nel valore universale d’inaudita e insensata sofferenza, si impone con forza nell’atto creativo e Barbarotto si stacca dalla mera raffigurazione, costruendo l’immagine “secondo le proprie impressioni, trasferendo sulla tela il sentimento che porta nell’anima”, come scrisse il critico Giovanni Capuzzo. L’opera raffigurerà una “Stola rossa appesa ad un filo spinato” con un tale impatto simbolico da attirare l’attenzione del primate Glemp ed essere premiata dai critici di Varsavia. Nel 2019 torna a vivere stabilmente nella propria città natale, dove riprende frequenti contatti con molti amici artisti siciliani e compagni degli studi alle Belle Arti. Continua a partecipare a rassegne tra cui la “Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni dell’Umanità – BIAS 2020”, che accoglie tre sue opere alla Galleria del Loggiato di San Bartolomeo di Palermo; l’evento, presieduto dalla contessa Chiara Modica Donà dalle Rose, aveva per tema “The time of the game, the game of the time”. Nell’estate 2021 presenta per la prima volta MERAVIGLIE DEL MARE: è a Palermo, nella Real Fonderia alla Cala, alla presenza del professor Tommaso Romano, dell’assessore alla cultura e professore all’Accademia Mario Zito e del maestro Enzo Togo. Altri dipinti di Gaetano Barbarotto sono stati esposti all’Arsenale di Venezia, sul Naviglio Grande di Milano, al Museo Beccadelli di Marineo, nella Biennale d’arte contemporanea di Ciminna, al Palazzo Jung di Palermo, al Museo Regionale Palazzo d’Aumale di Terrasini, nella Basilica Padre Kolbe di Milano, all’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di

Agrigento, nella Basilica San Sebastiano di Acireale, al Museo Reggia Borbonica di Ficuzza, al

Museo degli Angeli di Brolo, all’Ottagono di Santa Caterina per Simposio d’arte “Cefalù Città degli Artisti”, al Museo D’Arte Moderna Palazzo Riso di Palermo, alla Galleria d’Arte Studio 71 di Palermo, alla Galleria Concept Art Brera Milano, nel Comune di Rittana (Cuneo) e presso l’ Ottagono di Santa Caterina di Cefalù.

La mostra sarà visitabile, compreso i giorni festivi, fino al 18 agosto, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 24.00, con ingresso libero.

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