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Finanziaria 2015, entro fine mese trovare soluzioni

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Si tratta di una manovra molto complessa, la Regione Sicilia deve trovare 3,5 miliardi di Euro per mettere il bilancio in ordine. Per fare ciò tagli, riforme e la maggior parte di queste riguardano gli enti pubblici. Questi tagli drastici non risparmieranno gli amministratori locali siciliani, per mano dell’assessore all’economia toscano Alessandro Baccei che ha dettato nuove regole con la conseguente diminuzione degli assessori, dei presidenti dei consigli comunali, di quelli di circoscrizione, dei loro gettoni di presenza, come le indennità per sindaci e dei loro vice. Regole che entreranno in vigore dalle prossime elezioni. Baccei, che vorrebbe che la riscossione dei tributi fosse affidata ad Equitalia come nel resto del Paese. Da giorni si lavora alacremente per la Finanziaria, per approvare il bilancio e questi lavori terranno in sospeso la Sicilia per almeno altri due o tre giorni ancora. Abbiamo chiesto ad Antonello Cracolici, presidente della Commissione Affari Istituzionali, importante esponente del PD siciliano, di dirci quanto sta accadendo in queste ore di lavori e tribolazioni.

All’ordine del giorno il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario del 2015. Come prevedete di chiuderlo?

Il tentativo sarà quello di fare un bilancio vero, intanto con entrate che siano reali e non con entrate che debbono giustificare le uscite con la conseguenza che poi a fine anno si produce un disavanzo che dovra’ essere coperto col bilancio successivo. Il sistema da questo punto di vista è come un cane che si morde la coda, cioè l’illusione di fare i bilanci più o meno falsi con previsioni un poco sballate, finisce per mangiarsi sempre più un pezzo di futuro. Quindi l’operazione di fare un bilancio verità è un’operazione condivisibile. Detto questo, è chiaro che tutto ciò ha bisogno di un equilibrio sociale, in un momento difficile per la Sicilia non possiamo pensare che tutto questo si faccia prescindendo dai dati dell’economia reale, come quelli che io definisco “la Sicilia della pancia piena” sempre pronta a giudicare quelli che hanno meno. Non c’è dubbio che mandare via i forestali piuttosto che i precari della pubblica amministrazione sarebbe più facile contabilmente, ma assolutamente disastroso sul piano sociale, quindi da questo punto di vista credo si stia tentando di fare un bilancio che ha un suo equilibrio, togliendo un po’ di sprechi. Uno dei temi di cui si parla è il superamento del sistema di calcolo pensionistico che in Sicilia ha sempre avuto un elemento di differenziazione rispetto al resto d’Italia per gli impiegati regionali, e questo farà sentire la Sicilia meno Sicilia, perché lo Statuto è servito a garantire i privilegi e non le opportunità.

Lei prima ha detto una parola magica “forestali”. Ma se li cacciassimo, che fine farebbero?

Andrebbero ad arricchire le nostre piazze di gente che passeggia senza sapere cosa fare, oppure sarebbero dentro un treno per cercare fortuna fuori dalla Sicilia. Ma la conseguenza veramente drammatica, anche se questa situazione va riformata, sarebbe per tanti piccoli Comuni dove chiuderebbe il panettiere, il salumiere, quella piccola economia di territorio che serve non solo a mandare avanti il territorio stesso ma a dare una certezza alla gente che ci vive. L’altro paradosso è che da un lato diciamo che dobbiamo contrastare l’emigrazione e l’abbandono dei Comuni, col rischio che diventino luoghi solo per vecchi e dall’altro lato non sappiamo come lo dobbiamo contrastare se non utilizzando leve di gestione del sistema economico che capovolga l’attuale andazzo. Pare ineluttabile una Sicilia che si arrenda all’idea di crisi e di resa.

Lei Cracolici è andato a Roma per discutere dei Fondi strutturali con il Ministro Delrio. Con chi era quando è stato nella Capitale, mi sembra che il Presidente Crocetta non ci fosse, è stato forse estromesso?

Ero con Faraone e Raciti, ma il presidente Crocetta non è stato estromesso. E’ stato un incontro con il Ministro alle Infrastrutture, che fino a pochi giorni fa era stato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e che stava seguendo per conto del governo la vicenda siciliana, per fare un punto politico col governo a proposito dei drammi della Sicilia, un punto politico si è fatto con i dirigenti politici. La scelta di non avere Crocetta non nasceva da un’esclusione di Crocetta ma una cosa è la funzione del PD come partito e l’altra cosa è il governo rispetto a Crocetta. La verità è una, che in questi mesi oltre che a un gran parlare si è fatto poco per mettere in sicurezza il sistema dei conti siciliani. Noi fino a qualche giorno fa avevamo un sistema che prevedeva che 450 mln di Euro sono iscritti a bilancio, ma la loro disponibilità all’utilizzo è data dal fatto che lo Stato sblocchi queste spese. Non possiamo consentirci ancora a quasi cinque mesi dalla discussione che si è aperta con lo Stato che ad oggi ci siano incertezze che non si risolvono. Ecco perché abbiamo voluto prendere l’iniziativa.

Per capire bene, questi 450mln di Euro riguardano i Fondi 2007/2013 o sono altri?

Questi sono Fondi nel nuovo bilancio che lo Stato riconoscerà sia sulla parte fiscale sia col congelamento delle rate di mutuo con casse depositi e prestiti e questo riguarda la legge attuale, riguarda le entrate sulla quale la Regione è chiamata ad esercitare un ristoro rispetto a quello che lo Stato ha fatto fino ad oggi. Però formalmente non si era ancora sbloccata la possibilità di utilizzare queste risorse, ecco perché l’iniziativa assunta dal partito, per sbloccare la situazione.

Che fine hanno fatto i Fondi strutturali del 2007/2013?

Intanto si sta chiudendo la programmazione, come molti in Europa il sistema della rendicontazione funziona con la regola N+2, fatto cento il finanziamento che è impegnato dal 2015 fino al dicembre 2017 puoi spendere quella cifra. L’anno in cui fai l’impegno finanziario e più due è il tempo necessario perché tu realizzi quell’opera e la rendiconti nel periodo in cui dovrai rendicontare all’Europa le spese.

Poi ci sono i Fondi della nuova programmazione 2014/2020, se ne sta discutendo ?

Non è che il Parlamento è sempre messo in condizione di parlare di ciò che deve, poi sta prevalendo un’idea tecnicistica nella gestione anche di queste risorse, è una materia più per i funzionari che per la politica, se ne sta discutendo un po’ come leggendo i giornali.

Oggi Corina Cretu Commissario europeo per le politiche regionali, dopo aver visitato la Calabria verrà nel pomeriggio in Sicilia. Quali opere le mostrerete?

E’ stata programmata una visita delle opere realizzate con i Fondi comunitari, dal tram di Palermo a progetti nel settore della ricerca e dell’innovazione.

Quali obiettivi si pone la Sicilia, con le carenze infrastrutturali che ha?

Di diventare una metà del turismo del Mediterraneo non solo meta per quella povera gente che cerca di approdare sulle nostre coste. La Sicilia può essere meta per tutto il turismo che si avvicina al Mediterraneo, bisogna essere attrezzati per potere ricevere questa domanda però.

Tra le competenze della Commissione che presiede, cioè agli Affari istituzionali, ci sono anche i diritti civili. Cosa ha fatto che rende speciale il suo ruolo?

La Sicilia è la prima Regione d’Italia che ha introdotto il registro per le unioni civili, lo si è fatto grazie ad una legge che porta la mia firma, che è stata approvata dal Parlamento siciliano. Se solo dieci anni fa avessimo immaginato che in Sicilia avremmo potuto approvare l’istituzione di un registro che approva le unioni civili avremmo detto ‘si vabbe’ , mera utopia, ogni tanto la Sicilia qualche elemento di virtuosità ce l’ha, bisogna investire sulla virtuosità piuttosto che sulla viziosità. Grazie al fatto però che la Sicilia ha una certa nomea, dietro a questa si nascondono altre Regioni che non hanno fatto proprio nulla.

Ma il Presidente Crocetta riuscirà a governare per gli altri due anni e mezzo del suo mandato?

Politicamente la questione è complessa anche se l’elezione diretta porta una stabilità, quindi solo un’assemblea può sfiduciare il Presidente e determinare una svolta. Non credo ci sia questa condizione al momento.

Ma il PD cosa ne pensa?

Il PD fa bene a distinguere se, dal Presidente, perché una cosa è la gestione della Regione e una cosa è la funzione politica del partito. Noi dobbiamo saper essere un partito con Crocetta, ma anche con chi ci sarà dopo Crocetta.

Chi sono le giovani promesse siciliane del partito democratico?

Mah, giovani promesse, non è che l’anagrafe e’ già di per se’ un elemento qualitativo, intanto vediamo se ci sono promesse, poi vediamo se sono giovani.

@vanessaseffer

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