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FILM: Poveri ma ricchi ~ Quando i soldi sono troppi

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È un remake (dell’inedito francese Les Tuche, già dotato di seguito) la nuova commedia di Brizzi, solo parzialmente ambientata durante le feste natalizie. Lasciamo perdere l’improprio richiamo ai film di Risi di fine anni ’50 (altri tempi, altra leggiadria) e concentriamoci sull’effettivo utilizzo di un tipico soggetto che, da Al bar dello sport a Il grande botto passando per Ho vinto la lotteria di Capodanno, riemerge periodicamente (aggiornato soprattutto nelle cifre): il “colpaccio” al totocalcio o al lotto che permette all’italiano assillato dai crucci quotidiani, dalle esigenze dei suoi “cari” e dalle pretese degli amici di arricchirsi d’improvviso, con conseguenze sconfinanti nella maledizione.

Accertato che qui, per via della famiglia-truppa itinerante, ci sono anche elementi in comune con il tematicamente opposto Sfrattato cerca casa equo canone (complice la suocera della rediviva Mazzamauro), assistiamo alle disavventure dei laziali Tucci, che dopo aver incassato 100 milioni e aver tenuta nascosta la notizia ai compaesani, se la svignano in direzione Milano, non badando a spese (si installano in una costosa suite, poi in un super-loft), mascherando maldestramente la propria cafonaggine, tentando di confondersi negli ambienti più chic (e minimali) e collezionando gaffe alimentari e culturali. Se Loredana (Ocone, che si distingue) ha maggiore spirito di adattamento, suo marito Danilo e suo fratello Marcello (De Sica e Brignano, i cui consolidati stili e tic a volte stridono con il plot) stentano; anzi, quest’ultimo prova a conquistare – fingendosi povero – una contraddittoria cameriera (Comello, lanciata dalla serie Violetta) che odia il lusso pur essendone circondata. Quanto ai figli, una civetta e un piccolo genio che funge da narratore (interpretati da Federica Lucaferri e Giulio Bartolomei senza slancio), perlopiù si accodano.

Molte le partecipazioni, dal prete Giobbe Covatta al capocuoco Bebo Storti, dal maggiordomo Ubaldo Pantani alla signora dell’alta società Camila Raznovich, dall’affarista Gianmarco Tognazzi al vicino Fabrizio Nardi (in arte Pedro), più Albano e Gabriel Garko as themselves. Insufficienti, in presenza di sequenze dove non ci si cura troppo di rendere credibili le distanze fisiche e l’alternanza giorno/notte (nel momento dell’euforia post-estrazione e durante la “fuga” da Torresecca) nonché di mantenere un barlume di logica (vedi l’episodio del mega-televisore); senza contare il finale che prende per tonti quasi tutti i personaggi. A scanso di fraintendimenti, non è che non si ridacchi sulle solite cose, ma gli standard ai quali il regista ci ha abituato sono diversi.

Poveri ma ricchi (Italia, 2016) di Fausto Brizzi con Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Anna Mazzamauro, Lodovica Comello 

di Massimo Arciresi

KKKKK
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