Evidenza

Film: Non c’è più religione ~ Presepe all’italiana

• Bookmarks: 1


Le collaborazioni illustri di Luca Miniero (il co-sceneggiatore Sandro Petraglia – l’altro è Astutillo Smeriglia – e Daniele Ciprì alla fotografia) non bastano più. Pur vagamente memore della vena surreale dei lungometraggi firmati con Paolo Genovese (Incantesimo napoletano, Nessun messaggio in segreteria), il regista partenopeo, dopo l’exploit in solitaria con Benvenuti al Sud (che, pur essendo un remake, garantiva una discreta dose di divertimento), non ha saputo rinnovarsi. Se Benvenuti al Nord provava a ripetere stancamente le formule del primo successo, con lo statico Un boss in salotto è diventato chiaro che l’autore proprio non riesce a uscire dallo schema del contrasto tra Meridione e Settentrione italiani. Un pantano vischioso (dato che sarebbe arduo parlare di poetica) i cui effetti sono stati purtroppo tristemente confermati dall’aridissimo La scuola più bella del mondo. Il nadir, probabilmente.

Sì,  perché di questa sua nuovamente inane fatica vorremmo salvare almeno lo spunto, fornito da un’isola pugliese immaginaria (sull’assenza di accenti sorvoliamo), Porto Buio, la cui unica attrattiva, il presepe vivente, è a rischio per sopraggiunti limiti di età del ragazzino che interpretava il Bambinello; di figli, nel simbolico paese, non se ne fanno più, sicché il disperato sindaco (un Bisio “sordiano” nella sua progressiva scorrettezza), tornato in terra natia dopo una poco felice esperienza lombarda (interrotta ma non ricusata), pensa di rivolgersi alla prolifica comunità musulmana, inerpicata sulla parte montuosa del luogo e guidata da un amico d’infanzia (Gassmann) convertito e risentito – c’entra un’onnipresente suora ristoratrice (Finocchiaro) –, per chiedere aiuto. Seguono condizioni su condizioni, dettate appunto da vecchi dissapori. Dunque, l’attenzione si sposta dalle differenze interne della nostra nazione (comunque non tralasciate) a quelle culturali e religiose che così spesso causano scontri tra italiani e immigrati.  Ma la trama affastella personaggi simili a figurine, quando non ottusi (con tanto di character posters promozionali), tra sketches stantii (e talvolta insulsamente provocatori) che non conducono da nessuna parte (in tal senso, il trailer è più efficace dell’intero film) e rievocazioni giovanili (centrate sulla pesca) abbastanza stonate. L’unica scena a funzionare un  po’ di più (soprattutto per ritmo) è quella che vede l’ingresso del vescovo (Roberto Herlitzka) e del suo assistente (Giovanni Esposito), chiamati (subdolamente) a verificare i “parametri” della tradizionale rappresentazione sacra, ormai ridicolmente ibridata da inesauribili compromessi.

Non c’è più religione (Italia, 2016) di Luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro Gassmann, Angela Finocchiaro, Nabiha Akkari, Laura Adriani

di Massimo Arciresi

KKKKK
167 views
bookmark icon
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com