Evidenza

film: Morto Stalin se ne fa un altro ~ Uno strano miscuglio

• Bookmarks: 3


Prima domanda da farsi su una satira sul potere (non immaginario, purtroppo, ma riconducibile a personaggi esistiti): è opportuna? Non rischia di diventare irrispettosa verso le vittime di una dittatura? Sull’argomento si potrebbero enumerare opere ben più controverse di questa firmata da Iannucci, scozzese di evidenti origini italiane che ha all’attivo molta tv e un solo, elogiato lungometraggio (In the Loop, da noi inedito, candidato all’Oscar nel 2010 per la sceneggiatura, scritta pure dal cineasta). Nel caso specifico la condanna del regime staliniano, veicolata dai comportamenti messi alla berlina dei suoi funzionari, dilaniati nel 1953 – allorquando il tiranno, con tanto di feroce contrappasso ai danni della sua dignità, è colpito da emorragia cerebrale e, in assenza di medici affidabili (tutti incarcerati), sta per tirare le cuoia – fra deferenza, rispetto del protocollo, diffidenza, timore e arrivismo, risulta efficace, anche perché evidentemente rivolta a ogni sistema repressivo in atto ancor oggi (magari si trattasse solo di lontani ed esecrabili ricordi!).

L’autore ha steso il caustico copione con David Schneider, Ian Martin e la collaborazione di Peter  Fellows a partire da un fumetto (!) francese di Thierry Robin e Fabien Nury (il quale ne aveva già confezionato un primo adattamento). Dunque la “composizione culturale” del film (per di più anglofono e ambientato in Russia, o meglio nella disfatta URSS) rischiava di risolversi in uno di quei minestroni insapori poiché zeppi di ingredienti e di punti di vista. Invece l’insolito mélange sfocia in un raro equilibrio, in grado di tranciare la sensibilità della platea grazie a ricercati accenti grotteschi – il regista, al di là di qualche licenza temporale, garantisce che proprio gli episodi più assurdi non sono inventati – e all’impietoso tratteggio dei subdoli bracci destri Chruščëv e Berija, interpretati dagli eccezionali Steve Buscemi e Simon Russell Beale (notazione curiosa: in passato entrambi i ruoli furono ricoperti da Bob Hoskins, rispettivamente ne Il nemico alle porte e Il proiezionista). E degli altri membri del temibile PCUS, fra cui citiamo almeno il prudente Malenkov, destinato ad avvicendarsi come leader per un breve periodo, e l’ossequioso Molotov, resi magnificamente da Jeffrey Tambor e Michael Palin. In effetti gli attori, in stato di grazia, sono il vero valore aggiunto della pellicola. Svetta un militaresco Jason Isaacs, e non sono da meno Andrea Riseborough e Rupert Friend, ossia i figli del defunto, nonché Olga Kurylenko e Paddy Considine, musicista dissidente e direttore d’orchestra vigliacco, che dominano il prologo.

Morto Stalin se ne fa un altro (The Death of Stalin, GB/Francia, 2017) di Armando Iannucci con Steve Buscemi, Simon Russell Beale, Jeffrey Tambor, Andrea Riseborough, Jason Isaacs

Massimo Arciresi

3 recommended
KKKKK
220 views
bookmark icon
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com