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Figuccia: “le multinazionali vogliono saccheggiare noi siciliani…a cominciare dal nostro grano”

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“Il progetto è ormai chiaro. La neo colonizzazione della Sicilia da parte delle multinazionali asservite alle banche, non prevede sbarchi e battaglie armate vecchia maniera. Niente fucili, raid aerei né missili terra aria. Nulla di tutto ciò. Al contrario, si avvia un’ usurpazione delle terre  e un’appropriazione del grano in assoluta freddezza, cautela e cinismo. Dopo anni di controllo e mortificazione del mercato che ha tenuto il prezzo del  grano a 18 centesimi, adesso i potentati gettano la maschera. Accade così che viene liberalizzato l’ingresso del grano che arriva chissà da dove e che sfugge ai controlli in entrata. Navi cariche di prodotto bombardato da pesticidi che finiranno direttamente nelle nostre tavole provocando danni alla salute e contemporaneamente relegando ai margini i grani dei nostri agricoltori, che sempre più disperati saranno costretti a vendere le proprie terre. L’ultima testimonianza di ciò che sta avvenendo è raccontata da quello che è accaduto a Pozzallo, dove per i 6 mila e 500 tonnellate di grano duro arrivati con l’ennesima nave non sono previsti controlli.
Accade così che nell’ Unione Europea nella quale gli interessi delle multinazionali valgono molto di più della salute di milioni di persone, tutto diventi possibile in un clima di indifferenza e disinformazione”.
Per quanto mi riguarda non lascero’ che i nostri produttori di grano vengano lasciati da soli nelle mani degli speculatori che continueranno a far arrivare il grano duro estero in Sicilia senza alcun controllo per determinare un aumento dell’offerta e il definitivo crollo del prezzo del grano duro siciliano.
Faccio un appello al Governo regionale a tutelare gli agricoltori siciliani perché vengano aiutati a non abbandonare le terre e alle organizzazioni agricole a compattarsi per sostenere la battaglia in favore delle tonnellate di grano duro Siciliano, che deve trasformarsi  nel nostro pane, nei nostri profumati biscotti, nelle pizze cotte nei nostri forni a legna”.

Com. Stam.

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