In Sudafrica ha trionfato nel Jonsson Workwear Open con una gara da protagonista. La soddisfazione del Presidente FIG Franco Chimenti: “Il golf italiano ha ritrovato uno dei suoi campioni più grandi”
Grande impresa di Matteo Manassero, tornato al successo sul DP World Tour dopo dieci anni e dieci mesi. Con un’ottima prestazione ha firmato il quinto titolo sul circuito vincendo con 262 (68 61 67 66, -26) colpi il Jonsson Workwear Open, dopo aver preso il comando dal secondo round, rimontando dal 20° posto iniziale, con un 61 (-11), suo miglior score personale sul giro, e poi controllando gli avversari con autorità e decisione.
Sul percorso del Glendower GC (par 72), a Dowerglen, un sobborgo di Edenvale in Sudafrica, nel torneo organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour, in un turno finale molto combattuto sono stati decisivi i suoi quattro birdie di fila sulle ultime quattro buche (66, -6, sette birdie e un bogey) con cui ha distaccato di tre colpi l’inglese Jordan Smith e i sudafricani Thriston Lawrence e Shaun Norris, secondi con 265 (-23). In quinta posizione con 266 (-22) lo spagnolo Angel Hidalgo, in sesta con 267 (-21) il sudafricano Oliver Bekker e l’altro iberico Ivan Cantero e in ottava con 268 (-20) lo scozzese Connor Syme. Per il titolo Manassero ha ricevuto un assegno di 232.912 euro su un montepremi di circa 1.380.000 euro (1.500.000 dollari la cifra ufficiale).
Un italiano non vinceva sul circuito da settembre del 2022, quando Guido Migliozzi era andato a segno nell’Open de France.
Le dichiarazioni del Presidente FIG Franco Chimenti: “Sono felice ed emozionato. Il ritorno al successo di Matteo Manassero sul DP World Tour, dopo quasi 11 anni dall’ultima volta, mi riempie di orgoglio. Il golf italiano ha ritrovato uno dei suoi campioni più grandi. Ho sempre detto che i risultati sarebbero arrivati dopo la Ryder Cup. Questi sono solo i primi effetti. La sua storia non è solo da raccontare, ma da prendere ad esempio. Manassero da giovanissimo ha vinto molto, collezionando record su record. Poi, come spesso capita nel golf, ha conosciuto le difficoltà. Quando tutti lo davano ormai come un golfista finito, è ripartito dal basso. Passo dopo passo, circuito dopo circuito, con sacrificio, lavoro e determinazione è ritornato tra i grandi. Non poteva esserci notizia migliore, anche in vista delle Olimpiadi di Parigi. Manassero è un fenomeno e il golf italiano non può prescindere dal suo talento. Mai sopra le righe, serio, carismatico, volenteroso, è un vanto per lo sport italiano”.
Le dichiarazioni del Presidente del CONI Giovanni Malagò: “Quella di Manassero è una storia da raccontare, da ricordare. E’ la dimostrazione di quanto nello sport, come nella vita, sia indispensabile non mollare mai. E’ anche il risultato della sua capacità di affrontare contesti complicati, anche a livello personale, in tutti questi anni. Per l’opinione pubblica, per gli addetti ai lavori, sembrava si fosse perso un talento. Lo sport italiano è felicissimo di aver ritrovato un campione. L’impresa di Manassero in Sudafrica arriva in una settimana, l’ennesima, caratterizzata da risultati importantissimi come quelli arrivati nel nuoto, taekwondo, rugby, pattinaggio, judo, biathlon, snowboard, ginnastica, nello sci grazie a Federica Brignone che ha raggiunto il 26° successo in coppa del mondo consolidando il suo primato. Tutto questo rappresenta un auspicio importantissimo anche in chiave olimpica. Ho sempre sostenuto una tesi: per cercare di fare bene come a Tokyo, a Parigi abbiamo solo una possibilità: vincere delle medaglie in quegli sport dove in Giappone non abbiamo conquistato. Questa è la grande scommessa, che parte da lontano. Sono quattro anni che il Coni, la preparazione olimpica, lavora fianco a fianco con le federazioni. Manassero è oggi nel golf, senza mancare di rispetto a nessun altro campione azzurro del green, una nuova opportunità di cui siamo orgogliosi. E permettetemi di dire che questo risultato è anche uno degli effetti determinati dalla Ryder Cup italiana”.
Un successo atteso da 3.942 giorni – Manassero, 30enne di Negrar (VR), ha avuto un’ottima carriera da dilettante imponendosi in molti tornei importanti come “il più giovane” ad aver conseguito il titolo, etichetta con cui ha inaugurato il palmarès sul DP World Tour (all’Epoca European Tour) quando a 17 anni, 6 mesi e 5 giorni ha fatto suo nel 2010 il Castello Masters in Spagna. Sono poi seguite le vittorie nel Malaysian Open (2011), nel Barclays Singapore Open (2012) e nel BMW PGA Championship il 26 maggio 2013, ossia 3.942 giorni fa. Dopo un lungo periodo difficile ha dato segni di ripresa nel 2020 sull’Alps Tour conquistando il Toscana Alps Open e infine lo scorso anno è stato tra i protagonisti del Challenge Tour con due successi (Copenhagen Challenge e Italian Challenge Open), riprendendo la ‘carta’ per il circuito maggiore con il nono posto nella Road To Mallorca (ordine di merito). Da ricordare la quinta piazza a inizio stagione nel South African Open. Manassero, che ora punta alle Olimpiadi di Parigi, e Marco Crespi sono gli unici giocatori italiani ad aver prevalso in tutti e tre i tour continentali.
Gli altri italiani – A ridosso dei top ten Andrea Pavan, 11° con 270 (68 67 67 68, -18) colpi, che è stato sempre in buona classifica mantenendo un ritmo molto regolare e che ha concluso con un 68 (-4, un eagle, quattro birdie, due bogey). A metà graduatoria Lorenzo Scalise, 35° con 275 (70 67 68 70, -13), e in bassa Francesco Laporta, 71° con 284 (72 67 75 70, -4).
Com. Stam. Federgolf