Proteste nel giorno dello sciopero nazionale della chimica e alla vigilia degli incontri tra parti sociali e istituzioni, a Palermo e Roma. oggi consegna a Gela di un documento a Rosy Bindi. Milazzo: “No alle minacce di disimpegno, più o meno camuffato”
È decisamente sul banco degli imputati, Eni in Sicilia, secondo i sindacati. Che assieme ai lavoratori oggi si sono mobilitati in tutti gli stabilimenti chimici del gruppo. Nell’Isola, la mobilitazione nazionale ha visto proteste, da Gela a Priolo. “I lavoratori incrociano le braccia – afferma Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – contro le minacce di disimpegno, più o meno camuffato. Né tranquillizzano più di tanto i comunicati dell’azienda, che dicono che tutto è ok quando i segnali vanno in direzione opposta”. Nella cittadina del Siracusano oltre 1500 lavoratori dell’area industriale hanno partecipato in mattinata all’assemblea, nella mensa ovest degli stabilimenti. “Gli impianti del gruppo – avverte Paolo Sanzaro, segretario Cisl di Ragusa-Siracusa – in quest’area giocano un ruolo di centralità. Un disimpegno avrebbe un effetto domino disastroso, dal diretto all’indotto”. A Gela, presidi e mobilitazione continuano da giorni contro la mancata attuazione del protocollo sulla riconversione green della raffineria e per il via agli ammortizzatori sociali al migliaio di addetti dell’indotto. “La nostra è una mobilitazione che, in assenza di svolte, andrà avanti a oltranza”, rimarca Emanuele Gallo, segretario Cisl di Agrigento-Caltanissetta-Enna. Che oggi, assieme ai colleghi di Cgil e Uil Ignazio Giudice e Maurizio Castania e ai vertici delle locali associazioni di commercianti e artigiani, alle 11 incontrerà, a Gela, il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. Le sarà affidato un documento in cui, sottolinea il sindacato, sarà sottolineata la richiesta al governo nazionale di intervenire nella vicenda, in quanto azionista di riferimento di Eni. Alle 16 la politica del colosso nazionale degli idrocarburi, a Gela specialmente dove la riconversione in green refinery non parte e le aziende dell’indotto hanno preso a licenziare, sarà al centro del vertice in programma a Palazzo d’Orleans, tra sindacati e istituzioni. In particolare, si discuterà di verifica del protocollo siglato a Roma lo scorso 6 novembre e della questione degli ammortizzatori. Temi che saranno sullo sfondo pure il giorno dopo, a Roma, quando al ministero dello Sviluppo economico, Comune, Regione, governo nazionale e parti sociali si confronteranno sull’attuazione dell’accordo di programma.
In ogni caso, la mobilitazione non si ferma, fa sapere la Cisl. Anche perché, con un’immagina usata in mattinata a Priolo da Sanzaro, “il rischio è che il governo nazionale non veda, quello regionale non senta, la politica locale non parli”. (ug)
Com. Stam.