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Droga smerciata come carne a Ballarò: La Polizia sgomina una banda

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Nelle prime ore della mattinata odierna personale della Polizia di Stato, in ottemperanza di O.C.C. emesse dal locale Ufficio GIP su richiesta della D.D.A. di Palermo, ha eseguito 4 misure restrittive nei confronti dei palermitani, Santo Rubino, cl.67, Alessandro Del Noce, cl.86, Fabio Di Pasquale, cl.72 e Michele Caccamo, cl.66, tutti pregiudicati per reati specifici, in quanto resesi responsabili dei reati previsti agli artt. 73 e 74 del DPR 309/90, consistenti nell’importazione in Italia, nel traffico e nella detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in questo caso di tipo “cocaina”, “marijuana” ed “hashish”.
L’attività, condotta dai poliziotti della sezione “Antidroga” della locale Squadra Mobile, denominata, in codice, Operazione “Bills”, ha avuto una durata di circa 1 anno ed ha tratto spunto dall’ “osservazione” di alcuni giovani, dediti allo smercio di droga in città, con particolare riferimento al quartiere di Ballarò.
L’indagine ha, altresì, consentito la disarticolazione dell’intero organigramma criminale individuato, grazie all’arresto di svariati soggetti legati all’associazione criminale, nonché al sequestro complessivo di circa 6 kg di hashish, di circa 3 kg di marijuana e di circa 320 gr di cocaina.
Al vertice della banda era posto il Santo Rubino che, con il ruolo di vero e proprio coordinatore di tutte le attività di spaccio di stupefacenti monitorate in corso d’indagine nel citato quartiere “Ballarò”, si avvaleva dell’opera di Alessandro Del Noce e di Michele Caccamo, in qualità di “braccia operative” della disvelata associazione (occupandosi gli stessi non soltanto del rifornimento di sostanze stupefacenti verso i pusher di zona, ma anche del prelevamento, per conto del Rubino, della droga dai luoghi di occultamento della stessa); il ruolo di Fabio Di Pasquale, invece, è risultato essere quello di “depositario” di sostanza stupefacente, che, in alcune occasioni, veniva appunto ceduta al Rubino o, per conto dello stesso, ad altri acquirenti di minor caratura criminale.
Venivano sfruttate, in tal senso, dai malviventi anche delle criptiche comunicazioni telefoniche che avevano ad oggetto il mercato della “carne”: i riferimenti all’illecita attività sfruttavano un formulario, tipico della macelleria, in ragione della professione esercitata dal Di Pasquale, all’epoca dei fatti, macellaio a Ballarò.
E’ emerso, tra l’altro, che il Di Pasquale rifornisse di droga, anche per proprio conto, soggetti stranieri, alcuni dei quali tratti, già, in arresto, in flagranza di reato, al momento dell’illecito approvvigionamento.
I 4 destinatari dell’odierno provvedimento (due dei quali, il Rubino ed il Caccamo, si trovano già in regime di detenzione per pregresse attività illecite) sono tutti stati colpiti da provvedimento di arresti domiciliari, in attesa delle determinazioni della Autorità Giudiziaria competente.
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