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Difesa: il generale Tricarico su HP fa infuriare i sindacati militari, ecco le reazioni

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ROMA – Ha suscitato un coro di polemiche nei neonati sindacati militari, l’articolo pubblicato oggi sull’Huffington Post a firma del generale (in quiescenza) Leonardo Tricarico, già Capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare (2004-2006) ed attualmente presidente della fondazione ICSA – ente che si occupa dei temi della sicurezza, della difesa e dell’intelligence.

Ai sindacalisti con le stellette, non è piaciuto in particolar modo il passaggio con il quale Tricarico vorrebbe “tenere agli aspiranti sindacalisti con le stellette i piedi per terra prefigurando i comprensibili limiti dell’attività sindacale”. L’ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica prevede inoltre che la legislazione che regolerà i sindacati militari “non differirà molto da quella degli attuali organismi rappresentativi”.Questo ultimo passaggio ha fatto sobbalzare i sindacati militari perchè, se c’è una cosa sulla quale tutti sono d’accordo, è che la Rappresentanza militare (interna all’Amministrazione) abbia nel corso dei 40 anni di esistenza evidenziato non solo i propri limiti ma anche la scarsa capacità di farsi ascoltare dai propri vertici.

SIM Marina: i sindacati saranno un punto di forza e non di debolezza dell’Amministrazione militareIl presidente e il segretario generale del SIM Marina, Pietro Covino e Diego Ciolino, ritengono, in merito alle esternazioni del generale Tricarico, che «l’evoluzione dell’associazionismo in senso sindacale riconosciuta al personale militare sia ormai un fatto ineluttabile che ci pone al passo con i tempi. Molti dei paesi europei hanno ormai riconosciuto questo diritto. Come la Germania, la Spagna passando, ad esempio, per l’Olanda o il Belgio, dove ha sede proprio EUROMIL (Organizzazione internazionale che racchiude le associazioni sindacali militari dei paesi europei)».

«Anzi – rilevano i due sindacalisti di Marina -, è proprio attraverso una sana azione sindacale militare che si potranno spingere ancor di più le FF.AA., verso quella internazionalizzazione tanto auspicata elevando maggiormente lo standard di efficienza e professionalità già acquisito. I sindacati militari devono e saranno sempre un punto di forza e non di debolezza come, a volte, da qualche parte viene ampiamente auspicato».

SIM Carabinieri: «Tricarico si goda la pensione»

Più duro il pensioro espresso dal SIM Carabinieri, per bocca del Segretario Generale Aggiunto, Massimiliano Zetti: «In merito all’ennesimo grido di dolore del Generale di turno (in pensione) preoccupatissimo del destino del Comparto Difesa – dichiara Zetti – , questa volta tranquillizziamo il signor Leonardo Tricarico (che tra l’altro nel corpo dell’intervista dice anche cose condivisibili). Lo stesso, riferendosi alla sindacalizzazione delle Forze Armate, prevede (o forse auspica), dopo essersi consultato con la palla di vetro, una legge sui sindacati simile a quella che regola l’attuale rappresentanza militare. Nel fare al signor Tricarico gli auguri di una meritata pensione, noi nel frattempo ci dotiamo di un corno napoletano».

SIM Guardia di Finanza: «la democratizzazione del mondo militare fa’ paura, se ne facciano una ragione»

«Diciamocelo: l’ordinamento militare ha pressoché ignorato la Costituzione per 70 anni. Finalmente nel 2018 la Corte costituzionale ha cancellato il divieto di sindacalizzazione delle Forze armate. Ora ovviamente le forze reazionarie si mostrano terrorizzate dalla democratizzazione del mondo militare. Ebbene, se ne facciano una ragione». E’ quanto dichiara Cleto Iafrate, Segretario generale del SIM Guardia di Finanza.

SIM Aeronautica militare: «Tricarico vola sotto l’ala»

«Al grido di “al lupo, al lupo” con il quale alcuni di noi sono cresciuti, ci saremmo aspettati che il generale Leonardo Tricarico avesse colto la svolta epocale che stanno vivendo le forze armate con il riconoscimento delle associazioni sindacali anche per i militari. E’ un processo iniziato da poco che richiede tempi adeguati per essere al meglio normato a livello legislativo. In questa fase noi del SIM AM, sotto l’attenta guida tecnica del nostro fondatore, l’avvocato Giorgio Carta, staremo dietro ad ogni virgola per definire con le norme un ruolo attivo del sindacato militare, totalmente diverso da quello delle attuali rappresentanze militari».

E’ quanto dichiara il leader del SIM Aeronautica Sinibaldo Buono in risposta all’articolo di Tricarico sull’Huffington Post.

«Lavoreremo per non tornare indietro e rendere le nostre Forze Armate più moderne, più vicine e sensibili alla risorsa umana. Risorsa ritenuta strategica alla pari se non di più ai sistemi d’arma stessi. Forze armate che non stanno al passo coi tempi  non sono più rispondenti alle esigenze del personale, specialmente quando si richiede uno strumento militare flessibile. Il contributo di pensiero del generale Tricarico è molto importante ed autorevole, ma non “vola sotto l’ala” della svolta epocale voluta strenuamente dal ministro della difesa Elisabetta Trenta. Stiamo ben ancorati coi piedi per terra Signor Generale, non c’è bisogno che l’autorità politica ce lo ricordi. Le stellette le abbiamo cucite sulla pelle. Sindacalisti con le stellette? Assolutamente no. Combattenti nati per i diritti del personale più debole? Ne sia certo!».

Intervistato da GrNet.it il generale Tricarico precisa il proprio pensiero.

Generale, lei ha bollato come “mediovale e fuori da ogni logica” la discussione sulla mini-naja, però attacca a testa bassa i sindacati militari (che esistono in gran parte delle nazioni europee evolute) la cui nascita in Italia, è scaturita addirittura da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “ratificata” poi dalla nostra Corte Costituzionale.

No, nessun attacco, sia chiaro. Secondo me le rappresentanze dei militari devono poter accedere e discutere con il management della Difesa ai più alti livelli.

Qual è allora il problema? Cosa le fa paura dei sindacati militari?

Nessuna paura, auspico però un pubblico dibattito sulle regole da adottare. Ad esempio sono contrario che il sindacato militare si occupi dell’impiego del personale e dei sistemi d’arma – per fare un esempio.

Generale ma se all’interno del sindacato ci fossero anche le competenze per poter giudicare – nell’interesse della Forza Armata – la convenienza di un sistema d’arma rispetto ad un altro, perchè non ascoltare anche il loro parere?

Non nego che all’interno dell’organico sindacale ci possa essere un livello di tecnicalità adeguato, ma anche l’Amministrazione militare ha al suo interno quelle risorse e non vedo perchè debba esserci un confronto.

Sulle “regole” da lei invocate che dovrebbero normare l’attività sindacale militare, c’è già un vivace dibattito tra i membri delle Commissioni Difesa del Parlamento ed i neo sindacalisti militari, specialmente sulla proposta di legge dell’on. Corda. Lei l’ha letta?

No, veramente non l’ho letta, ma io non entro nel merito di questa discussione, auspico semplicemente una buona legge e che il dibattito sia pubblico tra gli attori coinvolti.

Oltre ai sindacati e al Parlamento, quali sarebbero gli altri attori che vorrebbe presenti nel dibattito?

L’Amministrazione militare, è evidente.

Ma non le sembra curioso che il datore di lavoro debba occuparsi delle regole della rappresentanza dei suoi dipendenti?

Sinceramente no.

Com. Stam.Ric.Pubbl.

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