Evidenza

Corruzione, al Ministero dell’Ambiente il controllore è un indagato

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La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta nella gestione dei fondi europei per ricerca e sviluppo. La notizia dell’indagine era nota ma nessuno è intervenuto lasciando al funzionario (indagato) il delicato incarico di prevenzione e controllo degli illeciti. Al Ministero dell’Ambiente la corruzione è in mano ad un soggetto che i delitti contro la pubblica amministrazione potrebbe averli commessi. Tanto che sul funzionario incaricato di prevenirla pende una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Due delitti contro la pubblica amministrazione che dovrebbe combattere, controllando tutti gli atti che escono dal Ministero dell’ambiente e per i quali invece è indagato. A confermare l’incarico è il Fatto Quotidiano che riporta il decreto di nomina, datato 16 aprile 2013, firmato da un altro indagato eccellente, l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini. L’Anac di Cantone, che ha ricevuto una specifica segnalazione sul caso, potrebbe accendere un faro sulla vicenda e chiedere specifici chiarimenti. Noi dal canto nostro ci chiediamo: che futuro può avere un Paese dove i controllori sono corrotti quanto se non più dei controllati? Il corretto funzionamento degli uffici rientra a pieno diritto nella questione istituzionale, ma anche, anzi soprattutto, in quella morale. Di fronte alle “sacche di corruzione endemica” emerse in questi ultimi anni, mi domando cosa facciano i controllori. E’ evidente che il sistema dei controlli non funzioni, quindi, sarebbe il caso di evitare perlomeno nomine di persone sottoposte a procedimenti penali.

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